“Dopo 20 anni di uccellagione chiusi i roccoli in tutto il Veneto.
Grazie ad un costante impegno contro
questa pratica barbara ed illegale, la Regione Veneto rinuncia
finalmente all’uccellagione e si piega alle norme europee che vietano la
cattura degli uccelli con le reti.
Da circa vent’anni la Regione Veneto
autorizzava in tutte le province del Veneto il funzionamento autunnale
di diverse decine di roccoli e prodine, impianti muniti di reti da
uccellagione con i quali venivano catturati piccoli uccelli migratori
provenienti dal nord Europa come Allodole, Cesene, Tordi, Merli,
destinati poi a fare da esche vive: i cosiddetti richiami vivi.
Sin dai primi anni di funzionamento di
questi impianti di uccellagione ho combattuto tenacemente contro questa
pratica che personalmente considero barbara oltre ad essere vietata dal
lontano 1979, anno in cui entrò in vigore la prima direttiva dell’Unione
Europea in tema di ambiente, la cosiddetta “Direttiva Uccelli” che
tutela un bene transazionale che non conosce confini come i migratori e
che vieta tassativamente la loro cattura tramite l’uso delle reti.
Le reti da uccellagione infatti sono un
mezzo proibito perché non selettivo, con esse si possono infatti
catturare non solo gli uccelli cacciabili ma anche quelli protetti,
spesso rari o rarissimi ed in via di estinzione.
Sono tante le attività che ho condotto
dal lontano 1995, anno di riapertura dei roccoli, per vedere rispettare
anche in Italia questa Direttiva Europea: controlli in veste di guardia
volontaria nei roccoli, denunce alla magistratura penale, ricorsi al TAR
e al Consiglio di Stato contro le delibere autorizzative regionali e
provinciali, petizioni di firme di cittadini indirizzate al Consiglio
Regionale e Presidente del Veneto, manifestazioni pubbliche, ecc. per
arrivare all’intensa attività in parlamento europeo con incontri con i
funzionari della Commissione Ambiente, incontri con il Commissario
all’Ambiente Janez Potocnik, denunce alla magistratura, interrogazioni
parlamentari.
Un lavoro durato diversi anni ma che
solo in veste di deputato al Parlamento Europeo è diventato incisivo e
determinante per arrivare a risultati concreti; posso quindi dire con
orgoglio che il risultato di vedere un Veneto libero da reti da
uccellagione e in linea con le direttive comunitarie deriva da questo
impegno costante negli anni scaturito con la procedura di infrazione
(vedi comunicato del 26 febbraio 2014 ) aperta dalla Commissione Europea
con una lettera di messa in mora del 20 febbraio scorso (vedi
documento) .
La Giunta Zaia infatti quest’anno,
grazie all’ennesimo parere negativo dell’ISPRA e alla messa in mora
europea, dopo anni di delibere che autorizzavano l’uccellagione in
decine di impianti sparsi per tutto il Veneto ha gettato la spugna.
Ringrazio naturalmente tutti i volontari
delle associazioni di tutela ambientale e degli animali che in questi
anni si sono impegnati e mi hanno aiutato a combattere per questo
importante risultato invitandoli però a mantenere alta la guardia per
evitare possibili futuri colpi di coda di una regione che da sempre se
ne è infischiata delle norme europee e della tutela degli uccelli
migratori patrimonio transazionale di tutti i 503 milioni di cittadini
europei.”
Comunicato dell’Onorevole Andrea Zanoni.