domenica 24 marzo 2013

Cronaca di un giorno di ordinaria follia

È la storia di un controllo dietro segnalazione di numerosi cani tenuti in condizioni inaccettabili in una fattoria di $comune.

Qui si è presentata una situazione da incubo.

Ai margini di una tettoia cadente, in mezzo a macchine agricole, fango e sporco di ogni tipo si dibattevano tre cani da caccia alla catena. Le catene erano aggrovigliate intorno alle macchine agricole ed ai pali di sostegno della tettoia, al punto che il collo di un cane era aderente al palo con dieci giri di catena, senza alcuna possibilità di movimento. Le orrende ciotole dell’acqua erano rovesciate e luride, non c’era cibo ed il segnalante aveva del resto informato che ai cani ogni tanto, ma non ogni giorno, vengono gettati a terra pezzi di pane ed altri avanzi.

La cosa più raccapricciante era comunque scoprire che uno dei cani con le catene aggrovigliate era una cagnetta che stava partorendo, forse dalla notte precedente.

Tre neonati erano schiacciati nella polvere dalla madre e da un altro cane che non poteva muoversi da lì, mentre un quarto neonato, morto presumibilmente di freddo, si trovava un metro fuori dalla tettoia, completamente ricoperto di polvere al punto che si è rischiato di calpestarlo.

Il collare metallico di uno dei cani adulti gli aveva causato una ferita sanguinante tutto intorno al collo, alla quale il gentile proprietario non sapeva come fosse possibile porre rimedio.

Sul retro della tettoia, al di fuori del tetto e senza alcun riparo si trovava un recinto nel quale erano contenuti alcuni segugi, cioè la madre e i suoi figli ormai adulti. Qui non c’erano cucce, non c’erano tetti, c’erano solo fango ed escrementi. I cani erano malati, magri, sporchi e allucinati. Per ripararsi dal freddo avevano cercato di scavare delle buche nel terreno gelato per rintanarsi dentro.
La cosa principale era però il fatto che di tutti i cani presenti solo due avevano il microchip, e che il proprietario rivendicava fieramente il fatto che lui, nella sua attività di allevatore, non mette mai il microchip “perché caso mai glielo mette chi li compra”.
Di fronte alla domanda di cosa succede ai cani venduti quando  per caso “non funzionano” spiegava che “forse vengono regalati a chi vuole un cane per altri scopi”.

In realtà l’obbligo di iscrizione all’Anagrafe canina entro i novanta giorni cozza contro il fatto che a quell’età non si può ancora valutare l’attitudine alla caccia dei cagnolini. Si “prova” il cane senza tante scartoffie e, solo se il cane funziona, lo si tiene e magari gli si mette anche il microchip per usarlo a caccia, altrimenti ci sono quattro possibilità: l’abbandono (basta vedere di quali tipi di cani sono pieni i canili), la sperimentazione “scientifica”, la carriera di cane da guardia alla catena, la badilata in testa.

Un lezzo pestilenziale ha poi attirato le Guardie verso un locale in muratura dove si trovavano gli uccelli da richiamo. Il locale di due x due x due aveva solo una portina larga settanta centimetri, e conteneva una ventina di uccelli in altrettante gabbiette incrostate di guano: a terra sotto ogni gabbietta il guano formava una montagnetta di una quindicina centimetri di altezza. Anche se la temperatura era intorno allo zero i gas che si alzavano dalla massa di escrementi toglievano letteralmente il respiro e riesce difficile immaginare come debba essere in estate sotto il sole e senza ventilazione.

Va precisato che quindici degli uccelli erano cesene, abituate ai climi dell’estremo Nord d’Europa, che da noi muoiono per il caldo anche quando vengono tenute bene. Inoltre vi erano un pettirosso e due merli senza anello identificativo.

Il bilancio del controllo merita di essere conosciuto:
  • una sanzione amministrativa per ogni cane senza microchip
  • una sanzione amministrativa per detenzione di un pettirosso (specie protetta)
  • due sanzioni amministrative per mancanza di anelli identificativi su due merli
  • un sequestro per il pettirosso
  • un sequestro per i due merli
  • una denuncia penale per detenere gli uccelli in condizioni incompatibili con la loro natura (727 CP)
  • una denuncia penale per maltrattamento del cane con il collo sanguinante e per il maltrattamento di tutti gli altri cani (544ter CP) con richiesta alla procura di sequestro per tutti gli animali maltrattati.
  • una denuncia penale per detenzione di specie particolarmente protetta (il pettirosso).

E’ una fortuna che i cacciatori siano i principali difensori della Natura, perché altrimenti quelle carogne delle Guardie chissà cosa avrebbero inventato…

giovedì 21 marzo 2013

Spam - the revenge

Nel quartier generale degli spammer...

Gran Spammer: "Come procede l'opera di marketing telematico?"
Spammer1: "Male, oh mio signore. I nuovi filtri euristici bloccano la maggior parte dei nostri messaggi pubblicitari. Stiamo lavorando a una soluzione, ma finchè non la troviamo niente e-mail commerciali"
GS: "Non va affatto bene! Servono immediate soluzioni!"
S2: "Cosa potremmo inventarci per pubblicizzare i siti dei nostri clienti? Newsgroup e forum hanno barriere efficaci, la posta elettronica anche, l'invio di sms è troppo costoso..."
S3: "Idea! sfruttiamo i log dei siti web! Questo funzionerà di sicuro!"
GS: "Spiega"
S3: "Semplice, usiamo un qualche programmino che invii richieste ai siti internet indicando come referer i siti dei nostri clienti. Così l'amministratore, vedendo le statistiche di accesso andrà a controllare, ed è fatta!"
Tutti in coro: "Sei un genio, facciamolo subito! Funzionerà di sicuro!"

E maledizione a loro, funziona anche bene. A farmi incazzare, ovviamente.

Tenere dei log di accesso è molto utile per sapere chi cerca cosa, e per sapere come stanno andando le varie campagne lanciate dal CPV. Ma leggere queste informazioni in mezzo ad un mare di spam diventa fastidioso, e lungo.

Non credo che la tecnica sia nuova, ma sta di fatto che sti stracciapalle sono comparsi di botto un paio di mesi fa. Con i loro referer molto dubbi.

Dopotutto, perchè un sito di grande importanza sociale come www.prostitutki-izhevska.invalid(1) non dovrebbe avere un link verso il sito del CPV? Se Izhevska non vi garba, va benissimo anche Novgoroda o Vladivostoka. O una qualsiasi città a caso della Russia.

Tra gli altri siti spicca ruamgic. Non so che sia (è tutto scritto in cirillico), ma il nome mi piace.

Seguono poi siti per wallpaper, prodotti elettronici e finanziari. Comunque il porno va per la maggiore.

Per la gioia mia e del server mi sono messo quindi a preparare la blacklist. Ci sono finiti tutti i domini .ru (amici in Russia non ne abbiamo molti), il che ha ridotto drasticamente le scritture sui log. Ma ovviamente non basta, per cui ora presenterò gli spammer più attivi (che pubblicizzano siti non russi, quelli sono spariti quasi subito con la regola di prima).

Al primo posto, abbiamo quello spamma col cellulare, e che per lo più usa indirizzi di classe 94.153.64.x e 94.153.65.x e 178.137.92.x

Al secondo posto abbiamo il patito dei www.prostitutki-$nomecittàrussaacaso, che ha sempre e solo usato l'indirizzo 91.207.6.34

Al terzo posto si piazza un tipo tecnologico, quello che evidentemente ci tiene a suggerirmi i prodotti informatici più trendy del momento. Anche lui un aficionado dell'ip fisso, 193.106.136.51

Menzione d'onore per mister ruamgic, 46.119.122.97.

Per dovere di cronaca, ecco gli altri concorrenti:

193.106.x.x
195.242.218.133
91.207.4.186
91.207.9.226
92.249.127.111

Devo dire cosa ne ho fatto di questi indirizzi?
RewriteCond %{REMOTE_ADDR} 92\.249\.127\.111
RewriteRule .*  http://%{REMOTE_ADDR}/  [L]


(1) uso invalid perchè non voglio che l'indirizzo sia completo e funzionale