Ci muoviamo furtivamente nella boscaglia tentando di cogliere di sorpresa le nostre prossime vittime. Questa volta non siamo riusciti ad eludere le vedette poste dai cacciatori per informarli dell'arrivo della vigilanza, quindi ormai tutta la valle e conscia della nostra presenza. I peggiori saranno ormai scappati, ma c'è sempre qualcuno che rimane approfittando del minor numero di "concorrenti" e sperando di non essere controllato o che non ci accorgiamo delle irregolarità.
Raggiungiamo l'ennesima discarica spacciata per "tradizione veneta". L'occupante oppone una futile resistenza invocando diritti alla privacy, norme inesistenti e le -immancabili- improbabili divinità.
"Ottenuti" i documenti del cacciatore e dei richiami iniziamo il balletto dei controlli, con un cacciatore sempre più spazientito; sta perdendo minuti preziosi del suo hobby, chi glieli rimborsa? Proprio in quel momento passa un gruppetto di tordi e il nostro eroe, forse per riflesso pavloviano, per un attimo mima l'atto di imbracciare un fucile fatto d'aria per prendere la mira, realizza quanto ha fatto e si incazza ancora di più. Ora oltre al tempo sta pure perdendo prede!
Controllando i documenti dei richiami ne spicca uno in particolare, molto vecchio, datato nei lontani anni 90.
Io: Caspita! Questo tordo è pure più vecchio di me!
Ho sentito di esemplari che in cattività hanno superato la decina di anni, ma raramente superano i sette. In più questo esemplare era palesemente giovane
Io: Complimenti! Ci sveli il suo segreto!
$Cacciatore: Ehhh, behh, ecco....
Il segreto è il cambio d'anello. Quando un richiamo muore se ne compra uno nuovo - rigorosamente dal mercato dell'uccellagione, perché canta meglio - e gli si infila su l'anello vecchio, tagliato o allargato in modo da passare comunque attorno alla zampa del povero malcapitato. Spesso la procedura rompe comunque le dita delle zampe, ma tanto non gli servono più, da ora e per sempre vivrà in una gabbietta.
Decidiamo di verificare con il calibro a corsoio il diametro degli anelli e con le lenti l'integrità, ma questo prevede di maneggiare i volatili, e questo secondo le superstizioni dei cacciatori provocherebbe l'undicesima piaga d'Egitto, il mutismo del richiamo. Il cacciatore scatena tutta sua collera per impedirci di compiere l'empio gesto, sa bene cosa scopriremo e a cosa va in contro. Gesta inutili, la verità viene comunque a galla e numerosi altri anelli risultano manomessi.
Gli amanti della natura non si smentiscono mai.
A seguito degli accertamenti compiuti dalla forestale alcuni richiami, tra cui il "trentacinquenne" verranno liberati in quanto ancora abili alla vita selvatica, altri invece necessiteranno di riabilitazione e verranno liberati a primavera.