Tratto anche questo dal Giornale di Vicenza
giovedì 31 gennaio 2013
lunedì 21 gennaio 2013
Bracconiere finisce in trappola
Operazione uscita sul giornale di Vicenza del 17 gennaio
L´INDAGINE. Un cacciatore cinquantenne di Mason è stato scovato dalle guardie zoofile e dalla polizia provinciale
Aveva archetti e gabbie per volatili. Ha ucciso un pettirosso mentre cercava di nascondere le prove. Multato e denunciato
Il pettirosso morto nella gabbia gettata via dal cacciatore nel tentativo di nascondere le prove| Alcune gabbie “trappola”| Parte del materiale sequestrato al cacciatore di Mason
Aveva archetti e trappole per catturare piccoli volatili a volontà. Quando le guardie volontarie dell´Enpa e la polizia provinciale si sono presentati a casa sua, per nascondere le prove ha lanciato una gabbia con cinque pettirossi al di là di una siepe, uccidendone uno. Un cacciatore di Mason, D.N., cinquant´anni, si è così beccato sanzioni amministrative e pure penali.
Era già da qualche tempo che alla sede Enpa di Vicenza giungevano segnalazioni piuttosto circostanziate. Cani detenuti in modo non conforme, colpi d´arma da fuoco sparati a qualsiasi orario e provenienti dall´abitazione, uccelli da richiamo posizionati intorno a casa e strani giri di auto. Sabato scorso, un nucleo di guardie zoofile impegnate in zona in un normale controllo sugli animali d´affezione, hanno così deciso di compiere alcune verifiche. Dalle 8, i volontari hanno notato che dei richiami erano appesi agli alberi intorno all´abitazione segnalata e così si sono appostati. Di lì a breve, hanno notato il cacciatore girare intorno a casa con il fucile da caccia in mano. Mezz´ora più tardi, è uscito nuovamente, ha ritirato i richiami e ha scaricato l´arma. Le guardie zoofile hanno pertanto deciso di intervenire per contestargli il reato di caccia in zona vietata e per verificare se fosse in regola con i documenti.
Il cacciatore, identificato come D.N., aveva solo i documenti in regola. Quando i volontari sono entrati in casa, il cacciatore si è allontanato con una scusa e, immaginando di non essere visto, ha tentato maldestramente di occultare alcune prove: è corso all´impazzata in un campo sul retro con delle gabbie da richiamo in mano e le ha lanciate oltre una siepe. Le guardie hanno però recuperato il materiale: una gabbia-trappola e altre tre gabbiette con all´interno quattro pettirossi, di cui uno in fin di vita a causa della caduta.
È intervenuta la polizia provinciale e la successiva perquisizione ha permesso di sequestrare una decina di archetti (trappole micidiali per i piccoli passeriformi, ai quali vengono spezzate zampette, ali o collo), fucili incustoditi, un richiamo elettroacustico e uccelli da richiamo non inanellati. Al bracconiere sono state contestate sanzioni amministrative e denunce penali, compresa l´uccisione del pettirosso, che prevede una sanzione fino a ventimila euro o il carcere fino a 18 mesi.
L´INDAGINE. Un cacciatore cinquantenne di Mason è stato scovato dalle guardie zoofile e dalla polizia provinciale
Bracconiere finisce in trappola
Aveva archetti e gabbie per volatili. Ha ucciso un pettirosso mentre cercava di nascondere le prove. Multato e denunciato
Il pettirosso morto nella gabbia gettata via dal cacciatore nel tentativo di nascondere le prove| Alcune gabbie “trappola”| Parte del materiale sequestrato al cacciatore di Mason
Aveva archetti e trappole per catturare piccoli volatili a volontà. Quando le guardie volontarie dell´Enpa e la polizia provinciale si sono presentati a casa sua, per nascondere le prove ha lanciato una gabbia con cinque pettirossi al di là di una siepe, uccidendone uno. Un cacciatore di Mason, D.N., cinquant´anni, si è così beccato sanzioni amministrative e pure penali.
Era già da qualche tempo che alla sede Enpa di Vicenza giungevano segnalazioni piuttosto circostanziate. Cani detenuti in modo non conforme, colpi d´arma da fuoco sparati a qualsiasi orario e provenienti dall´abitazione, uccelli da richiamo posizionati intorno a casa e strani giri di auto. Sabato scorso, un nucleo di guardie zoofile impegnate in zona in un normale controllo sugli animali d´affezione, hanno così deciso di compiere alcune verifiche. Dalle 8, i volontari hanno notato che dei richiami erano appesi agli alberi intorno all´abitazione segnalata e così si sono appostati. Di lì a breve, hanno notato il cacciatore girare intorno a casa con il fucile da caccia in mano. Mezz´ora più tardi, è uscito nuovamente, ha ritirato i richiami e ha scaricato l´arma. Le guardie zoofile hanno pertanto deciso di intervenire per contestargli il reato di caccia in zona vietata e per verificare se fosse in regola con i documenti.
Il cacciatore, identificato come D.N., aveva solo i documenti in regola. Quando i volontari sono entrati in casa, il cacciatore si è allontanato con una scusa e, immaginando di non essere visto, ha tentato maldestramente di occultare alcune prove: è corso all´impazzata in un campo sul retro con delle gabbie da richiamo in mano e le ha lanciate oltre una siepe. Le guardie hanno però recuperato il materiale: una gabbia-trappola e altre tre gabbiette con all´interno quattro pettirossi, di cui uno in fin di vita a causa della caduta.
È intervenuta la polizia provinciale e la successiva perquisizione ha permesso di sequestrare una decina di archetti (trappole micidiali per i piccoli passeriformi, ai quali vengono spezzate zampette, ali o collo), fucili incustoditi, un richiamo elettroacustico e uccelli da richiamo non inanellati. Al bracconiere sono state contestate sanzioni amministrative e denunce penali, compresa l´uccisione del pettirosso, che prevede una sanzione fino a ventimila euro o il carcere fino a 18 mesi.
venerdì 18 gennaio 2013
Novità dal fronte occidentale
Sarà che in regione si sono svegliati, o sarà che si avvicinano le elezioni, ma tant'è che lo hanno ammesso.
Dribblando accuratamente la supercazzola legalese, si capisce che pagheranno gli ultimi sei anni.
Certo, alla regione dimostrano di non aver ancora capito benissimo la situazione tirando in ballo il piano faunistico venatorio, o forse cercano solo di diminuire l'esborso, ma intanto è un notevole passo in avanti.
Alla faccia di chi diceva che prendevamo fischi per fiaschi.
Le cose vanno a gonfie vele!
Devono pagare il rimborso per la servitù venatoria.
Dribblando accuratamente la supercazzola legalese, si capisce che pagheranno gli ultimi sei anni.
Certo, alla regione dimostrano di non aver ancora capito benissimo la situazione tirando in ballo il piano faunistico venatorio, o forse cercano solo di diminuire l'esborso, ma intanto è un notevole passo in avanti.
Alla faccia di chi diceva che prendevamo fischi per fiaschi.
Le cose vanno a gonfie vele!
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