lunedì 21 gennaio 2013

Bracconiere finisce in trappola

Operazione uscita sul giornale di Vicenza del 17 gennaio

L´INDAGINE. Un cacciatore cinquantenne di Mason è stato scovato dalle guardie zoofile e dalla polizia provinciale

Bracconiere finisce in trappola


Aveva archetti e gabbie per volatili. Ha ucciso un pettirosso mentre cercava di nascondere le prove. Multato e denunciato
Il pettirosso morto nella gabbia gettata via dal cacciatore nel tentativo di nascondere le prove| Alcune gabbie “trappola”| Parte del materiale sequestrato al cacciatore di Mason
Aveva archetti e trappole per catturare piccoli volatili a volontà. Quando le guardie volontarie dell´Enpa e la polizia provinciale si sono presentati a casa sua, per nascondere le prove ha lanciato una gabbia con cinque pettirossi al di là di una siepe, uccidendone uno. Un cacciatore di Mason, D.N., cinquant´anni, si è così beccato sanzioni amministrative e pure penali.
Era già da qualche tempo che alla sede Enpa di Vicenza giungevano segnalazioni piuttosto circostanziate. Cani detenuti in modo non conforme, colpi d´arma da fuoco sparati a qualsiasi orario e provenienti dall´abitazione, uccelli da richiamo posizionati intorno a casa e strani giri di auto. Sabato scorso, un nucleo di guardie zoofile impegnate in zona in un normale controllo sugli animali d´affezione, hanno così deciso di compiere alcune verifiche. Dalle 8, i volontari hanno notato che dei richiami erano appesi agli alberi intorno all´abitazione segnalata e così si sono appostati. Di lì a breve, hanno notato il cacciatore girare intorno a casa con il fucile da caccia in mano. Mezz´ora più tardi, è uscito nuovamente, ha ritirato i richiami e ha scaricato l´arma. Le guardie zoofile hanno pertanto deciso di intervenire per contestargli il reato di caccia in zona vietata e per verificare se fosse in regola con i documenti.
Il cacciatore, identificato come D.N., aveva solo i documenti in regola. Quando i volontari sono entrati in casa, il cacciatore si è allontanato con una scusa e, immaginando di non essere visto, ha tentato maldestramente di occultare alcune prove: è corso all´impazzata in un campo sul retro con delle gabbie da richiamo in mano e le ha lanciate oltre una siepe. Le guardie hanno però recuperato il materiale: una gabbia-trappola e altre tre gabbiette con all´interno quattro pettirossi, di cui uno in fin di vita a causa della caduta.
È intervenuta la polizia provinciale e la successiva perquisizione ha permesso di sequestrare una decina di archetti (trappole micidiali per i piccoli passeriformi, ai quali vengono spezzate zampette, ali o collo), fucili incustoditi, un richiamo elettroacustico e uccelli da richiamo non inanellati. Al bracconiere sono state contestate sanzioni amministrative e denunce penali, compresa l´uccisione del pettirosso, che prevede una sanzione fino a ventimila euro o il carcere fino a 18 mesi.

2 commenti:

  1. ma guarda te,per un pettirosso 18 mesi di carcere,per un essere umano arresti ai domiciliari.lo stesso metro di misura

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    1. In realtà il soggetto non farà neanche un giorno di carcere. Rischia un minimo di 20.000 € e un massimo di 18 mesi. E sicuramente opterà per l'oblazione.

      Comunque come per molti altri casi, qualora fosse anche condannato a una pena detentiva, questa sarebbe comunque al di sotto dei termini per la sospensione condizionale, quindi comunque non andrebbe in carcere. E come lui, molti altri.

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