Giungiamo nei pressi di un appostamento, ci avviciniamo cautamente, in silenzio.
Pare proprio che vengano abbattuti uccelli protetti.
Ci qualifichiamo al cacciatore, il quale tenta una rocambolesca fuga fuori dal capanno lanciandosi verso degli arbusti li vicino.
Avrà calcolato male la traiettoria, sarà inciampato, non lo so, ma fatto sta che finisce in bezzo ad un bel rovo. Rimanendovi immobilizzato. Non ha neanche avuto il tempo di sbarazzarsi del bottino, diversi superprotetti (appendice II convenzione di Berna).
Durante le operazioni di recupero ed estrazione del doppiettadotato una parte della squadra controlla attentamente l'area, scovando alcuni nascondigli di altri volatili protetti e superprotetti.
Procediamo pertanto ai verbali di rito, e al controllo dei richiami vivi, alcuni privi della documentazione necessaria.
Poi la radio gracchia.
La radiolina da pochi euro non si smentisce, la comunicazione è disturbata, però si possono udire chiaramente le parole di un uomo, dal tono di voce preoccupato.
<<Stè tenti! In volte ghe se le guardie!>>Le risposte udite a tale allarme sono epiteti vari indirizzati a divinità più o meno probabili, a noi e ai nostri antenati.
E poi improvvisamente il silenzio, nessun colpo di fucile.
E decine di uccelli che attraversano il cielo...
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