lunedì 27 febbraio 2017

Also sprach Zarathustra

Sempre di pattuglia con $collega_M, giornata tranquilla ad evadere verifiche e controlli. Io in quei giorni ero malmesso per un infortunio al ginocchio, motivo per cui il ruolino di servizio non prevedeva incarichi particolari.
Ci avviciniamo al luogo di un precedente controllo, dove il proprietario era stato sanzionato per due cani senza microchip tenuti in un gabbiotto sporco. Dovevamo verificare se i cani fossero stati correttamente iscritti all'anagrafe canina e le condizioni igieniche generali.

Il campanello non funzionava, forse disattivato, e nell'area non c'era copertura telefonica, ma una vicina di casa si era offerta generosamente di chiamarcelo. Credo che un favore del genere non ce lo farà mai più.
Il tipo, che chiameremo $mister_C, affacciandosi alla finestra e vedendo noi due, i proprietari dei due autografi in calce a una bella sanzione amministrativa a suo carico, esprime il suo profondo disappunto accusandoci tra le altre cose di aver interrotto il suo pisolino pomeridiano.

Son soddisfazioni.

A questo punto $mister_C non può più nascondersi ed esibisce cani e relativa documentazione, nonché ci accompagna a visionare le condizioni igieniche dell'area. Il giardino come l'altra volta sembrava un incrocio tra uno sfasciacarrozze e un deposito di rottami ma almeno le condizioni igieniche erano accettabili.

$collega_M inizia il suo classico pippone spiegando a $mister_C come migliorare le condizioni di vita dei suoi animali e le condizioni igieniche generali.
Il discorso è un pippone per me che l'ho sentito migliaia di volte, contiene suggerimenti e prescrizioni che appaiono ovvie a chiunque abbia il QI di un oleandro. Purtroppo $collega_M ha perfettamente ragione a ripeterlo ogni volta perchè i controllati non sono oleandri e spesso hanno bisogno espandere i loro orizzonti culturali con concetti del tipo "se tolgo le cacche tutti i giorni queste non si accumulano" oppure "se pulisco la ciotola dell'acqua ogni tanto, questa non diventa un merdaio di alghe e i cani non hanno più il cagotto".

Io mi metto un po' in disparte per gustarmi la scena, che nella mia mente è qualcosa stile 2001 Odissea nello Spazio, nella parte in cui la scimmia a contatto con il monolite sviluppa il barlume della ragione. Però stavolta qualcosa va diversamente, per essere precisi fiction e realtà sono più simili del solito, più di quanto io vorrei.

$mister_C, che già aveva gli occhi visibilmente arrossati, inizia a fissare $collega_M con gli occhi che si fanno sempre più rossi.
Poi $mister_C volge lo sguardo verso destra, più avanti. Io seguo il suo sguardo  e realizzo che sta fissando un grosso tubo in ferro. Lo esamina. Poi torna a fissare $collega_M che imperterrita continua nella sua spiegazione, troppo impegnata a far notare le cose che non vanno bene a $mister_C per guardarlo direttamente.
$mister_C poi volge il suo sguardo su una specie di crik. Poi di nuovo su $collega_M, dopo qualche secondo osserva una sega arrugginita. Infine di nuovo $collega_M.

STA SCEGLIENDO L'ARMA!

Decido che è il momento di intervenire e tagliare la corda. $mister_C è una fracca più grosso di me e anche in condizioni normali avrei problemi ad averla vinta contro di lui, con il ginocchio che mi ritrovavo non avrei avuto speranze.

Con uno sguardo faccio capire a $collega_M che è meglio che ce ne andiamo e in fretta. $mister_C ora sta fantasticando su delle assi di legno con dei chiodi sporgenti e io sono sempre più preoccupato. Anche $collega_M realizza che la situazione sta degenerando. Un altro rapido sguardo e il piano è delineato.

Io cambio posizione in modo da avvantaggiarmi in caso di colluttazione, $collega_M continuando la sua spiegazione si sposta a sua volta in modo da massimizzare il mio vantaggio.
In tutto questo $mister_C è troppo impegnato a soppesare il potere offensivo di un grosso strozzatubi per realizzare quanto successo.

$collega_M termina in fretta la sua spiegazione andando sui punti salienti e $mister_C non afferra il suo strumento per usarlo come i protominidi del film ma anzi, dichiara di aver capito. Che abbia fatto un balzo evolutivo?
L'aria è comunque molto tesa e quando finalmente ci allontaniamo lasciando $mister_C  al suo pisolino mi sento molto più sollevato.

Sappiamo che la situazione di quegli animali da allora non è più degenerata, fortunatamente. Anche perchè non mi sarei sentito tranquillo a tornare senza il supporto di un altra squadra.

lunedì 20 febbraio 2017

Uno sparo nella pioggia

Di pattuglia con $collega_SD, stiamo facendo vigilanza in uno dei parchi più importanti della città. Lo scopo è prevenire gli abbandoni degli animali, specialmente piccoli roditori, che hanno già colonizzato anche molte aree esterne al parco. E la cosa pare anche aver funzionato bene, ma non è il tema di oggi.
Dicevo, stiamo pattugliando il parco in una noiosa e umida mattina di pioggerellina, quella giusto fastidiosa che bagna appena, e il parco è semideserto. Stavo spiegando a $collega_SD alcune intricazioni dei verbali e delle notifiche mezzo racc
BANG
$collega_SD: «Uno sparo? Qui?»
Io: «Pare di sì. Veniva da li»
BANG
Un altro. Dal rumore pare un'arma ad aria compressa. Le maledette, di libera vendita, sono già pericolose di loro. Modificarle per renderle più potenti (ed illegali) è un gioco da ragazzi.
Chi può essere così idiota da mettersi a sparare in un parco in piena città? Sperando non stia sparando ai roditori o ai volatili.
BANG
Non credo stia sparando alle persone, non si sentono urla o lamenti. Per fortuna.
A passi lunghi e ben distesi ci dirigiamo verso il luogo degli spari e in lontananza, su un angolo, vediamo il giovinastro con la pistola che giuoca a sparare ai barattoli. Ci avviciniamo con cautela.
Io: «Buon giorno. Controllo. Scarichi l'arma e la posi a terra»
Il giovinastro si gira puntandocela contro.
Io e $collega_SD ci separiamo immediatamente, lei a destra e io a sinistra. Ma perchè ho detto che era una giornata noiosa?
Il tipo pero non spara. Con sguardo inebetito ci guarda.
Io faccio la voce più cattiva
Io: «Posi l'arma a terra ho detto!»
Giovinastro: «Ma è una pistola ad aria compressa!»
Ormai avvicinandoci gli eravamo addosso.
Io: «Va bene, ma voglio vedere quell'arma a terra, e lo voglio ora»
Il giovinastro pare convincersi della gravità della situazione ed ottempera, giustificandosi dicendo che voleva solo sparare ai barattoli. Alla fine l'arma si rivela non modificata, ma comunque il seguito della storia non si può raccontare.
E chiudiamo con una considerazione: in giornate di pieno allarme terrorismo, in una città blindata perchè militarizzata e con due caserme statunitensi, quanto saggio è girare e giocare con una pistola che esteticamente è una replica perfetta di un'arma vera?

lunedì 13 febbraio 2017

Il disprezzo del cacciatore per il cane

Avvenimento ormai diventato storia, accaduto diversi anni fa. Diversi colleghi intervenuti in una specie di allevamento-lager. Io ero in canile ad assistere le operazioni di ricezione e ricovero dei malaugurati cani sequestrati.
Animali sporchi, in condizioni impossibili da descrivere. Ognuno era un autentico campionario di malattie. Le fotografie non le carico perchè, semplicemente, a mio parere sono troppo forti e disgustose.
I colleghi intervenuti mi hanno raccontato svariati dettagli, come il ritrovamento di numerose ossa in mezzo ai liquami che ricoprivano il fondo dei box, liquame incrostato da molto tempo. Un carabiniere entrando nello stabile dovette uscire subito per vomitare. I liquami, ormai fuoriusciti, colavano lungo il fianco della collina creando dissesto ed inquinando l'area. E in tutto questo il gentile proprietario che si vantava di usare il metodo Sparta per allevare i cani, solo i più forti sopravvivono, il che spiega il perchè le femmine avessero solo uno o due piccoli, non di più, cosa più unica che rara per questo tipo di cani.
Ovviamente i cani "allevati" non erano solo per lui, ma "preparati" per altri, forse alti papaveri, questo spiega il grande polverone sollevato al tempo dalla storia e il perchè la sentenza abbia avuto un esito alquanto particolare, con risvolti che sollevarono un nuovo polverone e che richiesero il ricorso alla corte di stato che ribadisse alcune cose che aveva già ribadito. Un proverbio recita "schei e amicizia orba ea giustizia"

L'articolo che uscì sul giornale
Le Guardie della LAC e dell’ENPA portano alla luce un allevamento lager di cani da caccia detenuti anche in gabbie con dieci centimetri di sterco

Mercoledì scorso 6 ottobre, le Guardie della LAC e dell’ENPA di Vicenza, su mandato del P.M. di Vicenza, Dott. Paolo Pecori, hanno effettuato una perquisizione domiciliare, ad Arcugnano (VI), presso l’abitazione di $nome, cacciatore, per verificare lo stato di detenzione di numerosi cani da caccia (bracchi tedeschi e setter). Le Guardie, appena entrate in quello che si poteva definire un vero e proprio lager, si sono travate subito davanti ad una situazione di degrado ed abbandono, in un’atmosfera nauseabonda, dove i cani erano detenuti in gabbie con una decina di centimetri di sterco sul fondo, sopra il quale il proprietario gettava loro dei tozzi di pane vecchio ed ammuffito. I cani da caccia erano detenuti in gabbie dove camminavano sprofondando in uno strato di escrementi; la zona che dovrebbe essere il ricovero notturno era costituita da un bancale di legno, anch’esso ricoperto da uno spesso strato di sterco. L’acqua era fornita in alcune ciotole ed era sporca, stagnante e dall’odore nauseabondo. Il cibo era gettato a terra sopra gli escrementi, in alcuni casi avariato e ammuffito; in alcuni box c’erano addirittura carcasse di carne cruda. Tra i cani c’era anche una madre con un cucciolo di poche settimane, anch’esso circondato dalla sporcizia, una cagna bracco gravida ed altri che presentavano piaghe, noduli e ferite non curate. Le Guardie volontarie, che hanno effettuato la perquisizione con massima professionalità, hanno operato avvalendosi della consulenza di un veterinario, il dott. Andrea Calzavara, e di una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Brendola. Alcuni dei box erano così sporchi che il veterinario non è potuto nemmeno entrare per visitare il cane rinchiuso. Le Guardie volontarie hanno sequestrato ben 31 animali, mentre i carabinieri della Stazione di Brendola hanno sequestrato due fucili da caccia. Il proprietario dei cani è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di maltrattamento di animali e di omessa custodia di armi. “Sembra quasi impossibile che ancora oggi ci siano dei figuri che detengono dei cani in queste orribili condizioni", ha dichiarato Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto. "Questo individuo, ma anche i suoi complici, meritano una pena esemplare; pare che ci siano già molti cacciatori preoccupati per le indagini in corso. Un ringraziamento va al dott. Calzavara, ai Carabinieri e, soprattutto, alle Guardie LAC ed ENPA che, a titolo gratuito, svolgono un compito importantissimo per il rispetto delle leggi, per la legalità e per la tutela degli animali.

lunedì 6 febbraio 2017

Una sanzione che non si dimentica

Venerdì 12 dicembre, giorno di silenzio venatorio i cacciatori si dedicano ad altre attività, magari connesse, come ad esempio la liberazione di animali selvatici provenienti da allevamento, i tristemente famosi "pronta caccia" per poi avere selvaggina facile da abbattere nel fine settimana.
Questa attività permessa dalle legge prevede però degli obblighi precisi dai quali non si può derogare, in pratica, gli animali appartenenti alla Fauna Selvatica che vengono immessi nel territorio devono essere dotati di anello identificativo o altro marchio che ne attesti la provenienza.

Stando ad una circostanziata segnalazione arrivata in sede ENPA di Vicenza nei giorni scorsi, questo obbligo dettato dalla lege 50/93 non veniva rispettato e gli animali venivano liberati senza nessuna "targa".
Nel piazzale di fronte al cimitero, di Sovizzo ( Vicenza ) alle ore sette del mattino il blitz, sette agenti del Nucleo Guardie Zoofile ENPA di Vicenza, sono entrati in azione quando gli animali, Fagiani e Starne, venivano scaricati e consegnati ai cacciatori; questi, una cinquantina, con ogni mezzo li caricavano in macchina, alcuni in cassette altri in gabbie altri ancora in sacchi plastificati.
Gli agenti hanno subito controllato se gli animali fossero inanellati, la verifica su svariati esemplari ha dato esito negativo, la cessione e la liberazione di questi animali era quindi fuorilegge.
Le Guardie hanno bloccato lo scarico degli animali, e preteso l'immediata restituzione degli uccelli già caricati nelle automobili dei cacciatori, i quali stando a quanto è emerso, dopo un primo momento di stupore hanno collaborato senza porre resistenze particolari.
A questo punto il responsabile del nucleo Guardie ENPA chiedeva l'intervento e l'appoggio della Polizia Stradale già allertata in precedenza, in quanto andavano anche verificata la documentazione relativa al trasporto.
Ai proprietari dei tre camion provenienti da $luogo carichi di oltre tremila animali, tutti sprovvisti di anello sono stati comminati oltre centoventimila Euro di sanzioni, e la posta sotto sequestro di quasi duemilacinquecento animali tra starne e fagiani.
Ora spettaerà alla P.G. verificare se questi animali siano veramente nati nelle aziende titolari dell'allevamento o provenienti ad esempio da allevamenti esteri.
Questi animali selvatici vengono allevati come polli in gabbie, alimentati a mangime e antibiotici, vengono liberati il venerdì e abbattuti il giorno successivo, questa non può certo definirsi "la nobile arte della caccia" come molti osano appellarla ancora oggi.
Negli anni ottanta tra i cacciatori vi era una certa vergogna a praticare questa mattanza insensata, oggi non solo non ci fanno più caso ma è diventata la regola, nei primi dieci giorni di caccia, la fauna autoctona viene sterminata,  e immediatamente si comincia con i "pronta caccia" , tanto che quest'anno i primi lanci sono iniziati dieci giorni dopo l'inizio della caccia; tra l'altro c'è chi è convinto che ci sia un nesso tra la liberazione degli animali senza anelli e i cacciatori, sarebbero proprio questi ultimi a richiedere questa modalità, per raccontare poi a conoscenti e amici che l'animale abbattuto è un selvatico e non un povero pollo di allevamento colorato!    
Fatto sta che questo business continua ad aumentare, ogni anno solo nel Vicentino sono oltre centocinquantamila gli animali che vengono abbattuti in questo modo, con una spesa complessiva che supera abbondantemente il miliardo di vecchie lire, di cui una buona fetta viene da finanziamento pubblico o comunque sotto il controllo dell'Ente Pubblico, ed è in questa direzione che chiedo fermamente vengano fatte le opportune verifiche da parte della P.G.