Questa attività permessa dalle legge prevede però degli obblighi precisi dai quali non si può derogare, in pratica, gli animali appartenenti alla Fauna Selvatica che vengono immessi nel territorio devono essere dotati di anello identificativo o altro marchio che ne attesti la provenienza.
Stando
ad una circostanziata segnalazione arrivata in sede
ENPA di Vicenza nei giorni scorsi, questo obbligo
dettato dalla lege 50/93 non veniva rispettato e gli
animali venivano liberati senza nessuna "targa".
Nel
piazzale di fronte al cimitero, di Sovizzo ( Vicenza )
alle ore sette del mattino il blitz, sette agenti del
Nucleo Guardie Zoofile ENPA di Vicenza, sono entrati
in azione quando gli animali, Fagiani e Starne,
venivano scaricati e consegnati ai cacciatori; questi,
una cinquantina, con ogni mezzo li caricavano in
macchina, alcuni in cassette altri in gabbie altri
ancora in sacchi plastificati.
Gli
agenti hanno subito controllato se gli animali
fossero inanellati, la verifica su svariati esemplari
ha dato esito negativo, la cessione e la liberazione
di questi animali era quindi fuorilegge.
Le
Guardie hanno bloccato lo scarico degli animali, e
preteso l'immediata restituzione degli uccelli già
caricati nelle automobili dei cacciatori, i quali
stando a quanto è emerso, dopo un primo momento di
stupore hanno collaborato senza porre resistenze
particolari.
A
questo punto il responsabile del nucleo Guardie ENPA
chiedeva l'intervento e l'appoggio della Polizia
Stradale già allertata in precedenza, in quanto
andavano anche verificata la documentazione relativa
al trasporto.
Ai
proprietari dei tre camion provenienti da $luogo carichi di oltre tremila animali, tutti
sprovvisti di anello sono stati comminati oltre
centoventimila Euro di sanzioni, e la posta sotto
sequestro di quasi duemilacinquecento animali tra
starne e fagiani.
Ora
spettaerà alla P.G. verificare se questi animali
siano veramente nati nelle aziende titolari
dell'allevamento o provenienti ad esempio da
allevamenti esteri.
Questi
animali selvatici vengono allevati come polli in
gabbie, alimentati a mangime e antibiotici, vengono
liberati il venerdì e abbattuti il giorno
successivo, questa non può certo definirsi "la
nobile arte della caccia" come molti osano
appellarla ancora oggi.
Negli
anni ottanta tra i cacciatori vi era una certa
vergogna a praticare questa mattanza insensata, oggi
non solo non ci fanno più caso ma è diventata la
regola, nei primi dieci giorni di caccia, la fauna
autoctona viene sterminata, e immediatamente si
comincia con i "pronta caccia" , tanto che quest'anno i
primi lanci sono iniziati dieci giorni dopo l'inizio
della caccia; tra l'altro c'è chi è convinto che ci
sia un nesso tra la liberazione degli animali senza
anelli e i cacciatori, sarebbero proprio questi ultimi
a richiedere questa modalità, per raccontare poi a
conoscenti e amici che l'animale abbattuto è un
selvatico e non un povero pollo di allevamento
colorato! Fatto sta che questo business continua ad aumentare, ogni anno solo nel Vicentino sono oltre centocinquantamila gli animali che vengono abbattuti in questo modo, con una spesa complessiva che supera abbondantemente il miliardo di vecchie lire, di cui una buona fetta viene da finanziamento pubblico o comunque sotto il controllo dell'Ente Pubblico, ed è in questa direzione che chiedo fermamente vengano fatte le opportune verifiche da parte della P.G.
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