Sempre
a controlli di caccia, durante una gradevole mattinata d'autunno. Ci
stiamo spostando su un crinale per raggiungere un area ancora non
controllata.
La radiolina gracchia.
«Toni, Toni, di a Gianni che sconda tuto sora el faggio che ghe se le guardie in volta!»
Non
ci presto più di tanta attenzione, messaggi come questo sono comuni, e
in genere non vale la pena di individuarne la sorgente.
La
mattinata prosegue tranquilla staccando verbali come petali di una
margherita. Per carità, niente di eclatante, piccole cose. Essendo stati
avvertiti la cosa non sorprende.
Giungiamo
presso un appostamento a ridosso del bosco ed inizia l'ennesimo
controllo. Io tengo d'occhio l'area, ed osservo la cura e la precisione
meticolosa con cui sono state posizionate le gabbiette dei richiami.
Altrettanto non si può dire della cura dei richiami stessi ma risultano
in condizioni accettabili, almeno da un punto di vista delle leggi.
Osservo il bosco, ci sono piante decisamente vecchie. Se non fosse per
il capanno, che non stonerebbe in una topaia di Nairobi, sarebbe un
posto magnifico dove sdraiarsi e prendere il sole. Guardo bene la
quercia e presenta un numero incalcolabile di lesioni, crivellata, pare
la superficie lunare con le sue migliaia di crateri. Chissà la povera
quante fucilate si è presa. Anche il faggio un po' più a ridosso del
bosco, con i colori autunnali è spettacolare, e fortunatamente è
abbastanza distante da non essersi preso troppi colpi d'arma da fuoco.
$collega
mi passa i documenti del cacciatore, che qui chiameremo $giovanni e
inizio a trascrivere i dati e a verificare che siano in regola.
Mi prendo un attimo per ammirare ancora il vecchio faggio. Qualcosa mi sfugge. $giovanni mi dice qualcosa.
Mi torna in mente il messaggio captato dalla radiolina.
Guardo ancora il faggio
Decido di bluffare
Io: «Signor $giovanni, così, per curiosità, se andassi a controllare quel faggio troverei qualcosa?»
$giovanni si irrigidisce. Cambia colore. Potrebbe tranciare i bulloni col culo, come si dice dalle mie parti.
Così è anche troppo facile...$giovanni con un filo di voce: «Come fate a saperlo?»
$collega: «Eh, ce l'ha detto un uccellino...»$altrocollega: «Senta, andiamo assieme, perchè se dobbiamo andare solo noi è anche peggio»
$giovanni
mesto mesto si avvia e accompagna $altrocollega verso il nascondiglio.
Il controllo prende una piega molto diversa per il povero $giovanni.
Prima dell'arrivo degli altri organi competenti $giovanni prende un po' di coraggio e chiede
$giovanni: «Però al manco disime chi se sta a dirveo, ve prego»$collega: «Si dice il peccato ma non il peccatore»
Il povero $giovanni a distanza di anni starà ancora cercando la spia.
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