giovedì 8 novembre 2012

l'Italia con i cacciatori è un paese incivile

È sempre di attualità la polemica che vede i poveri cacciatori vessati dall'ingiustizia delle leggi. ( Che tra i tanti effetti collaterali mi obbliga a rimandare i post con le mie adorate passiflore.)

A nulla serve far notare che finora gli animal-ambientasiti si sono limitati a far rispettare le norme già in vigore. Per l'italico cacciatore è sempre troppo.
Suvvia, come si fa a pretendere che un povero cacciatore riesca a non sparare ad un ibis eremita. Cosa vuol dire che gli austriaci hanno lavorato duramente per reintrodurli in natura? E poi i fringuelli. Sono una tradizione! Quindici grammi di uccello, spiumato ancora meno, ma sai che bontà con la polenta?

Insomma, l'italico cacciatore, per essere soddisfatto, deve per forza infrangere qualche norma. Se invece le rispettassero, poverini, farebbero poco carniere. Perchè riempire il carniere è loro diritto, pagano per questo.

Però, come di recente ha detto il signor Cimadoro, "l'Italia con i cacciatori è un paese incivile".

Certo, loro sono civilissimi. Civilissimi nell'abbattere fauna protetta. Civilissimi a cacciare dentro le riserve e i parchi. Civilissimi a sparare a ridosso delle case. Civilissimi ad usare i richiami, sia vivi che elettroacustici. Civilissimi ad uccidere animali d'affezione. Civilissimi in tutto quello che fanno.

Civilissimi anche nel far questo.
Da notare la delicatezza con cui l'anello viene inserito nella zampa del povero volatile. Un trapano battente sarebbe più delicato.
 
 In Italia esiste un fiorente commercio illegale di fauna selvatica grazie a individui senza scrupoli che lucrano in particolar modo sugli uccelli migratori catturati illegalmente, spesso con reti da uccellagione nei roccoli e nelle prodine, e poi immessi altrettanto illegalmente sul mercato grazie anche a ingegnosi sistemi di manomissione delle marcature identificative. Accade infatti che in laboratori clandestini agli uccelli catturati illegalmente vengano applicati alle zampe degli anelli che a norma di legge si possono applicare solo agli uccelli nei primi giorni di vita, così come previsto dal comma 8 dell'articolo 66 del Regolamento CE 865/2006.

E non è un caso isolato. Questo spiega perchè i cacciatori, tutti bravi e tutti onesti, siano così restii a far controllare gli uccelli da richiamo.

Comunque concordo con la frase del Cimadoro. L'Italia, con i cacciatori, è incivile. Nel senso che finchè ci saranno, non potrà essere un posto migliore.


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