lunedì 31 luglio 2017

Vado matto per i piani ben riusciti

Corro più velocemente che posso. Non mi devono sfuggire. Fortunatamente non sono in divisa, questo giro ho la pettorina e quindi indosso abiti più adatti. $Collega_M dalla radio mi tiene costantemente aggiornato sui loro movimenti.
Finalmente, dopo aver percorso l'argine del fiume, raggiungo il vecchio ponte in ferro che mi permetterà di guadagnare l'altra sponda e finalmente chiudere la trappola. Il ponte è abbandonato e malmesso, quindi devo procedere con cautela, il che mi offre l'opportunità di riprendere un po' fiato.
Sempre correndo all'impazzata torno indietro dall'altra sponda, devo assolutamente arrivare prima che si dileguino. Alla fine tra andata e ritorno sono un paio di chilometri abbondanti.
$Collega_M mi invia gli ultimi aggiornamenti, ma ormai riesco a vedere da solo. Rallento un po' per essere più silenzioso. Cerco di portarmi in una posizione di vantaggio e prepararmi ad un eventuale, ultimo, scatto fulmineo.
Si accorgono della mia presenza e danno l'allarme. Tentano la fuga ma ormai sono in trappola, gli sbarro la strada. Allora tornano indietro e, non avendo altra scelta, si buttano nel fiume.
Buona parte del lavoro è fatta. Ora si tratta di trovare il modo di fare il recupero.

Ok, torniamo un attimo indietro.
Sul giornale locale appare un articoletto riguardo a due oche che si aggirano per un paesino, probabilmente scappate o abbandonate da qualcuno.
Qual'è il problema? Per qualunque persona normale non ci sarebbe alcun problema, è una zona di aperta campagna e il disturbo arrecato è men che minimo. Ma si sa, quando si tratta di trovare qualcuno pronto a lamentarsi c'è la fila di volontari, e con animali di questo tipo la soluzione non può essere che culinaria...
E quindi eccoci in ballo a tentare di catturare le suddette oche per trasferirle in un luogo sicuro prima che finiscano in padella.
Arriviamo sul posto e iniziamo con l'indagine, in modo da capire esattamente la dinamica degli eventi passati e stabilire se queste oche sono di proprietà o meno.
Rapidamente capiamo che si tratta di una lite tra vicini, dove il primo sostiene che le oche sono dell'altro, e il secondo afferma che non sono sue e non sa di chi siano.
Il primo si lamenta che le oche gli rovinano l'orto, che scopriamo essere coltivato sull'argine. Gli facciamo notare che l'argine è terreno demaniale, non suo, quindi non ha molto da lamentarsi, chiunque teoricamente può passarci e se il genio civile dovesse fare lavori di manutenzione le sue verdurine farebbero una gran brutta fine. Il plantigrade ci riflette sopra un attimo e dalle risposte, che ci fanno venire l'horror vacui, capiamo che è inutile proseguire il ragionamento.
Appurato che le oche non sono di nessuno si decide per il recupero.

Chiamiamo anche $Caponucleo, nessuna altra guardia era disponibile e lui era il più vicino. In quel momento $Caponucleo stava facendo dei lavori in casa sua sorseggiando un buon vinello, quindi l'idea di mettersi a catturare queste oche non lo elettrizzava. D'altro canto noi eravamo solo in due, ed un terzo ci avrebbe fatto comodo perchè, come $Collega_M spiegava al telefono con $Caponucleo, la situazione era abbastanza tesa tra i due vicini di casa, e sebbene entrambi convenissero che le oche erano un problema nessuno dei due voleva fornire aiuto per la cattura. Forse già fantasticavano sullo spezzatino o sull'arrosto.

$Caponucleo giunge in motocicletta e con il suo aiuto riusciamo a pacificare gli animi. Purtroppo però $Caponucleo realizza anche che la cattura sarà ancora più difficile di quanto immaginasse, quindi rapido come un giaguaro balza sulla motocicletta, saluta e si congeda con una simpatico «Se ci riuscite fatemi sapere»
Figurati se ce la facciamo.

Proviamo ad avvicinarci con delle reti ma le oche, che stupide non sono, intuiscono e si buttano nel fiume andando a stravaccarsi beate sull'altra sponda. L'unico modo per catturarle è intrappolarle sulla sponda dove siamo noi in un passaggio stretto tra gli edifici. Fortunatamente il fiume è sbarrato da una chiusa che impedirebbe alle oche di andare verso sud, quindi ciò che bisogna evitare è che vadano verso nord o fuggano attraverso i campi che ci sono dalla parte della sponda dove si sono spostate. Purtroppo non è possibile attraversare la chiusa, sarebbe troppo pericoloso e spaventerebbe le oche, l'unica alternativa possibile è percorrere tutto l'argine del fiume fino ad un vecchio ponte abbandonato, forse ferroviario, che è a un chilometro abbondante verso nord. E bisogna pure fare in fretta.

Posizionata una rete di fortuna sul passaggio che le oche sono solite usare mi reco sull'altra sponda e cerco di spaventarle in modo che tornino indietro e vadano verso la nostra trappola, con $Collega_M li che le aspetta. Le oche non ne vogliono sapere di tornare sulla riva con la trappola, ma con un po' di fatica, agitando la pettorina in aria e lanciando sassi riesco nel mio intento e le oche si dirigono verso l'imboscata. Ma le reti erano, per così dire, non propriamente idonee allo scopo, $Collega_M è costretta ad improvvisare e buttandosi sopra riesce a bloccarle abbracciandole senza fargli male. Ma ora è bloccata a sua volta, se si muovesse le oche riuscirebbero a divincolarsi. Aggiungiamo che deve stare molto attenta perchè i palmipedi non sono affatto felici, e nonostante il trattamento molto delicato da parte della mia collega persistono a lamentarsi minacciosi. Una beccata nell'occhio è esattamente ciò che non ci serve.

Guardo il percorso fatto all'andata sapendo che dovrò farlo di corsa un'altra volta. Sapendo cosa mi aspetta. Per un attimo valuto di attraversare la chiusa, ma se dovessi cadere mi farei davvero male, e questo sarebbe ancora peggio. No, non ho scelta. Questo ritorno frettoloso non era previsto, speravamo che la cattura con la rete si rivelasse meno problematica, ma non ho davvero altra scelta, devo correre di nuovo. E questa volta ho davvero poco tempo.

Vado matto per i piani ben riusciti.

Gambe in spalla faccio il percorso inverso, ma questa volta non posso ricevere aggiornamenti. Non so se le bestiole sono fuggite o peggio sono riuscite a far male a $Collega_M. E non so quanto potrà resistere.
Con un principio di infarto e trascinando la lingua sul terreno arrivo in soccorso della mia collega, afferro una delle oche e in poco tempo riusciamo a caricarle nel bagagliaio della macchina.

Bene. Ora si tratta di dare la lieta novella a $Caponucleo. $Collega_M telefona, io sto ancora rantolando sdraiato sull'erba.
$Collega_M: Ciao. Ci avevi detto di farti sapere quando avessimo finito.
$Caponucleo: Bene, e?
$M: Abbiamo le oche. Ora dove le portiamo? Noi non sappiamo dove sta la persona disposta ad adottarle.
$C: Ma davvero ci siete riusciti?
$M: Sì, non è stato facile.
$C: Ah, ok, bravissimi. Aspettate un attimo che chiamo $Adottante, perchè non gli ho detto che venivamo oggi.
Mepensa: Non credeva proprio che ci riuscissimo
$C: Ma siete davvero sicuri di averle prese?
$M: Beh, essendo che le oche sono chiuse nel bagagliaio della macchina, direi proprio di sì.
Mepensa: Da chi avrà imparato questa battuta?
$C: Ok, raggiungetemi a casa mia che intanto chiamo, poi andiamo assieme.
Caricato anche $Caponucleo seguiamo le sue istruzioni e raggiungiamo l'abitazione dell'adottante, un gentile signore con un laghetto ed un esteso bosco di sua proprietà recintato e con la passione per gli anatridi. Ormai si era fatto buio e con la torcia ci mostra i numerosi animali che riposano da lui. Tutto orgoglioso ci spiega che ha recintato il terreno per tenere fuori cacciatori a altri ospiti sgraditi e che dopo anni numerosi animali vengono e tornano in questo bosco a svernare o comunque a riposare. Una felice oasi, direi proprio che abbiamo trovato il posto giusto. Apriamo il bagagliaio della vettura e lasciamo che le oche si allontanino esplorando la loro nuova casa.

Il gentile adottante, finito il giro turistico, ci mostra un garage pieno di uova di pasqua di ogni dimensione.
$Adottante: Prendetene quante ne volete, mi fate solo che un piacere.
Guardo $Collega_M. Le brillano gli occhi. I miei non dovevano essere da meno. È una buona ricompensa per una giornata di fatiche, ma vogliamo fare gli educati. Io e $Caponucleo ne prendiamo uno a testa, nel frattempo $Collega_M continua a saltare da un angolo all'altro come una rana in overdose da caffeina indecisa su quale scegliere. Alla fine prende la sua decisione e tutta soddisfatta ne acchiappa uno.
$Adottante insiste, vuole che ne prendiamo di più. Ci spiega il motivo, che non sto qui a raccontare, e ribadisce che a prenderli gli facciamo solo un piacere.

È la fine. Ci guardiamo. Un lampo guizza tra i nostri occhi. Guardo $Collega_M e $Caponucleo che a mente stanno valutando quante uova possiamo infilare in macchina. La cosa peggiore è che io, invece, sto pensando che rompendole occupano meno volume...

Vado matto per i piani ben riusciti

lunedì 24 luglio 2017

Transaminasi

Sto aspettando il mio turno per la visita medica. Come tutti i laureandi devo fare la visita di controllo, visto che in laboratorio si maneggiano microrganismi vari, composti chimici non proprio salubri e macchinari ad alta energia.

Entro nello studio e la dottoressa mi accoglie. Dopo il controllo dei documenti si inizia con le domande allegre, tipo se ci sono state morti sospette in famiglia, tumori, schizofrenia e roba così.

Il discorso poi passa sull'alimentazione al che rispondo che sono vegetariano.

Dott.: Ah, non andrebbe proprio benissimo
Io: Beh, si da il caso che io così sia proprio contento
Dott.: Ma uova, latte formaggi...
Io: Si, quelli li mangio
Dott.: Ok, allora va già meglio
Io: Le dirò, conosco gente vegana che ha cresciuto i figli così, e le garantisco che sono più sani di me e lei messi insieme
Dott.: Si, intendo dire che non è che non si possa, ma ovviamente più la dieta è varia meno sono probabili insufficienze alimentari
Il che effettivamente ha anche senso. Nel frattempo la dottoressa stava sfogliando gli esiti delle mie analisi del sangue.
Dott.: Ferro a posto, emoglobina a posto, linfociti e anticorpi anche, transaminasi perfette, vedo che ha pure il colesterolo basso. Deve esse un effetto della sua dieta.
E così si chiude il capitolo alimentazioni.

giovedì 20 luglio 2017

Ho torto, ma voglio avere ragione

Un annullamento della corte costituzionale è un onta notevole, significa che il politico non sa fare il suo lavoro. In un paese civile dovrebbero esserci le dimissioni di chi ha proposto e votato quella legge. 

È di questi giorni la notizia che la corte costituzionale ha bocciato (ancora) una legge emanata dalla Regione Veneto, perchè in contrasto con leggi di rango superiore. Non è la prima volta che succede, e guarda caso sempre in materia di caccia.


Perchè? Semplice, ormai ai cacciatori è stato concesso tutto il concedibile, quindi l'unico modo di dargli ancora qualcosa di più è infrangere i divieti e permettere ciò che altrimenti è proibito. Fino ad alcuni anni fa c'erano le cacce in deroga, cioè l'abbattimento di specie altrimenti protette; per fare ulteriormente contento il cacciatore anche le modalità di abbattimento ed annotazione erano quantomeno fumose. La storia delle cacce in deroga ci è già costata una sanzione dall'unione europea e quasi una seconda.

Ma al peggio non c'è mai fine.

L'estate scorsa la Regione Veneto emanò una legge che trasudava incostituzionalità da tutti i pori, che come punti salienti introduceva il nomadismo venatorio, la deroga alla forma di caccia prescelta, la possibilità di andare a caccia usando barche, addestramento dei cani tutto l'anno usando anche la fauna selvatica e dulcis in fundo la caccia al cormorano. Tutte cose vietate.

Il cacciatore, stando alla normativa attuale, è vincolato ad un dato territorio e la sua possibilità di spostarsi al di fuori è molto limitata. Ciò significa che se da un altra parte ci sono più bestiole che gli interessano lui non può andare li ad abbatterle, significa anche che quando qualcuno fa una cazzata ci sono probabilità di beccarlo, ma se il cacciatore può spaziare in tutta la regione queste si riducono ad un nulla.

Le sentenze non sono facili da leggere per i non addetti ai lavori, quindi proverò a fare una traduzione (in rosso) delle parti salienti.

L'originale, completo, si può trovare qui: http://www.ambientediritto.it/home/giurisprudenza/corte-costituzionale-13-luglio-2017-n-174



Questa Corte ha più volte affermato che,

Porca miseria, non è la prima volta che ve lo diciamo,

con l’art. 14 della legge n. 157 del 1992, il legislatore statale ha inteso circoscrivere il territorio di caccia, determinando, allo stesso tempo, «uno stretto vincolo tra il cacciatore ed il territorio» nel quale è autorizzato l’esercizio dell’attività venatoria. Tale norma statale mira, inoltre, a valorizzare il ruolo della comunità insediata in quel territorio, chiamata, attraverso gli organi direttivi degli ambiti, «a gestire le risorse faunistiche» (sentenze n. 142 del 2013 e n. 4 del 2000).

La legge statale impone dei paletti ben precisi, e voi lo sapete bene

La ripartizione in ambiti territoriali di caccia di dimensione ridotta, desumibile dal complessivo quadro normativo, è necessaria al fine di permettere un’attività di controllo da parte dell’amministrazione competente che, ai sensi del richiamato art. 14, comma 3, verifica periodicamente l’adeguatezza del rapporto tra i cacciatori autorizzati e la porzione di territorio interessata. È in questo contesto che si colloca la norma statale, evocata a parametro interposto, che contempla una richiesta per accedere agli ambiti territoriali di caccia della Regione nei quali il cacciatore non è autorizzato ad esercitare l’attività venatoria. 

Il cacciatore deve essere controllato nella sua attività, quindi deve stare all'interno del territorio a lui assegnato, in modo anche da non creare pericolose concentrazioni di armi in un area ristretta e creare squilibri ambientali

Nella specie, la disposizione impugnata, stabilendo che l’attività venatoria nei confronti della fauna migratoria può essere svolta in ambiti di caccia diversi da quelli nei quali il soggetto è autorizzato ad accedere, senza prescrivere una richiesta preventiva all’amministrazione competente, non consente agli organi di gestione di avere contezza dei soggetti che effettivamente esercitano l’attività venatoria in quella porzione di territorio e, quindi, si pone in contrasto con la richiamata norma interposta.”

Avete pisciato fuori dal vasino poichè avete platealmente scavalcato questa norma impedendo alle amministrazioni di sapere chi è dove.

[...]

La materia della caccia, secondo la costante giurisprudenza di questa Corte, rientra nella potestà legislativa residuale delle Regioni, tenute nondimeno a rispettare i criteri fissati dalla legge n. 157 del 1992, a salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema.

Anche questa ve l'abbiamo ripetuta fino alla nausea. Sì, potete legiferare in materia di caccia, ma entro i paletti della legge statale e rispettando i criteri a cui questa si ispira, non il contrario

Tale legge stabilisce il punto di equilibrio tra «il primario obiettivo dell’adeguata salvaguardia del patrimonio faunistico nazionale» e «l’interesse […] all’esercizio dell’attività venatoria» (sentenza n. 4 del 2000); conseguentemente, i livelli di tutela da questa fissati non sono derogabili in peius dalla legislazione regionale (da ultimo, sentenze n. 139 e n. 74 del 2017).

La legge statale dice che l'obiettivo primario è la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale, poi viene l'interesse dei cacciatori.

L’art. 12 della legge n. 157 del 1992 dispone che la caccia può essere praticata in via esclusiva in una delle forme dalla stessa previste, al fine di preservare la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili.

Ogni cacciatore può praticare solo una delle forme di caccia, in modo da non mettere troppa pressione alle specie cacciabili

In considerazione di tale ratio della norma statale, la legge regionale può intervenire su detto profilo della disciplina esclusivamente innalzando il livello della tutela (sentenze n. 139 del 2017 e n. 278 del 2012).

Perciò si possono mettere eventuali ulteriori limitazioni alla pratica venatoria, ma non togliere quelli già istituiti

La disposizione impugnata, permettendo, sia pure limitatamente, una forma di attività venatoria diversa da quella per cui si è optato in via generale, viola dunque la norma interposta ed è costituzionalmente illegittima.”

Avete pisciato ancora fuori dal vasino.

[...]

Questa Corte, nello scrutinare norme di leggi regionali che prevedevano l’arco temporale durante il quale svolgere l’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia, ha costantemente affermato che gli artt. 10 e 18 della legge n. 157 del 1992 rimettono la definizione di tale arco temporale al piano faunistico-venatorio.

Non è la prima volta che ci provate, e non siete i soli. Molti degli aspetti amministrativi in materia di caccia, tra cui l'addestramento dei cani, devono essere indicati nel piano faunistico-venatorio e non con una legge a se.

Tali norme statali assicurano, così, le «garanzie procedimentali per un giusto equilibrio tra i vari interessi in gioco, da soddisfare anche attraverso l’acquisizione di pareri tecnici», con conseguente divieto per la Regione di ricorrere ad una legge-provvedimento (sentenza n. 139 del 2017; nello stesso senso, sentenza n. 193 del 2013).

Questo perchè c'è una precisa procedura da seguire, procedura che serve ad evitare di fare cazzate e di fare dei torti ad alcuni e regali ad altri. Non Potete Fare Le Leggi In Questo Modo. È VIETATO. Quale parte di "Vietato" non capite?

Secondo il ricorrente la disposizione violerebbe l’art. 117, primo comma, Cost., in riferimento all’art. 18, commi 1, 1-bis e 2, della legge n. 157 del 1992, che definisce i periodi in cui è consentito il prelievo venatorio, in attuazione dell’art. 7 della Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la conservazione degli uccelli selvatici (versione codificata) del 30 novembre 2009, n. 2009/147/CE.

La normativa nazionale ed europea stabilisce quando e come si può prelevare la fauna selvatica. Punto. Fuori da quei periodi non si può. 

La disposizione impugnata violerebbe, altresì, l’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost.: [...] in riferimento al parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), che indica il periodo utile all’addestramento dei cani da caccia, sulla base dell’art. 7 della legge n. 157 del 1992, nell’ambito della sua funzione di indirizzo in materia (parere del 22 agosto 2012); in riferimento, infine, all’art. 30, comma 1, lettera a), e all’art. 31, comma 1, lettera a), della legge n. 157 del 1992, incidendo anche sulla normativa sanzionatoria per chi esercita la caccia nei periodi vietati.

L'addestramento cani lo fate quando ISPRA vi dice di farlo, non tutto l'anno, e non su fauna selvatica, come detto prima. Chiaro? 

[...]

La norma regionale in esame, permettendo il recupero della fauna abbattuta o ferita, utilizzando una barca e con l’ausilio del fucile, legittima l’esercizio venatorio mediante l’utilizzo di un natante. Pertanto, anche alla luce delle sentenze da ultimo richiamate, detta norma, limitatamente alla parte in cui stabilisce che «il recupero è consentito anche con l’ausilio […] del fucile», si pone in contrasto con lo standard di tutela fissato dall’art. 21, comma 1, lettera i), della legge n. 157 del 1992, il quale prescrive il divieto di cacciare servendosi di natanti, ed è dunque costituzionalmente illegittima.

Non si spara dalle barche. Non si può sparare dai veicoli in generale, lo dice la legge e lo dice più di una sentenza.

[...]

Questa Corte, nello scrutinare disposizioni di leggi regionali che prevedevano deroghe al divieto di cacciare specie protette, con legge-provvedimento anziché con atto amministrativo, le ha ritenute in contrasto con l’art. 19-bis della legge n. 157 del 1992 (sentenza n. 250 del 2008).

Se una specie è protetta c'è un motivo. Se ci sono problemi con le suddette specie c'è una procedura che potete seguire. Non una legge, come già detto prima perchè...

In particolare, è stato sottolineato che l’autorizzazione ad abbattere specie protette in deroga, con legge regionale anziché con atto amministrativo, impedisce al Presidente del Consiglio dei ministri di esercitare il potere di annullamento di tali provvedimenti, adottati dalle Regioni, attribuitogli dalla norma statale. Detto potere, per costante giurisprudenza di questa Corte, è finalizzato a «garantire una uniforme e adeguata protezione della fauna selvatica su tutto il territorio nazionale» (sentenza n. 250 del 2008).

... se fate cazzate il consiglio dei ministri può intervenire per porre rimedio. Ve l'abbiamo detto già altre volte. È il caso che ci diate un taglio

Questa Corte ha costantemente ritenuto che l’elenco contenuto nella disposizione statale, che identifica i soggetti abilitati all’attività di contenimento delle specie protette, ha carattere tassativo: una sua integrazione, da parte del legislatore regionale, riduce «il livello minimo e uniforme di tutela dell’ambiente» (sentenza n. 139 del 2017; nello stesso senso, ex multis, sentenza n. 107 del 2014).

Si è deciso chi può controllare i protetti e quando, e tu non ci puoi mettere il naso. Tassativo.

La risposta non si è fatta attendere.

“Prendiamo atto del pronunciamento della Corte Costituzionale e provvederemo ad inserire la mobilità per la caccia alla selvaggina migratoria, con una nuova formulazione, nel nuovo Piano faunistico venatorio regionale che stiamo predisponendo assieme alla Giunta regionale del Veneto, perché non abbiamo nessuna intenzione di privare i cacciatori del Veneto di questo diritto"

HAHAHAHA! Non ce ne può fregar di meno, intanto anche per quest'anno ce l'abbiamo fatta e ci riproveremo l'anno prossimo. Prima che ci annullino le nuove leggi passerà un altro anno e i cacciatori potranno ancora agire indisturbati. Tanto il costo di questo nostro giochino non cade mica su di noi, ma su tutta la collettività.

lunedì 17 luglio 2017

Car curling

È un gelido pomeriggio di dicembre. Stranamente nevica, e le strade sono coperte da un soffice manto bianco che come effetto collaterale rende l'automobilista medio ancora più stupido.
Hai quello che procede a passo d'uomo anche se gli spazzaneve hanno pulito bene la strada. Poi c'è quello che non si cura della neve e guida come se tutto fosse normale, andando a tamponare quello di prima. Ci sono poi anche quelli che appena vedono un fiocco di neve montano le catene, contribuendo così al degrado del manto stradale.

Insieme alla neve fioccano le segnalazioni di animali abbandonati all'esterno, legati a catena e senza riparo, quindi io e $Collega_M ci prepariamo ad un bel giro di controlli.

Decido che si va con la mia macchina. La versione ufficiale è che ha un "pescaggio" maggiore, quindi è più difficile che rimanga bloccata (i luoghi dove dobbiamo andare sicuramente non sono stati puliti dallo spazzaneve). La verità invece è che $Collega_M appartiene alla seconda categoria di piloti sopradescritta, in una sua vita precedente doveva essere stata un comandante di trireme, pronta a speronare le navi nemiche con il rostro. All'epoca doveva essere una cosa buona, al giorno d'oggi serve solo a farmi prendere dei bei spaventi. No, con la neve non è decisamente il caso.

La giornata prosegue senza particolari problemi però intanto la nevicata si fa sempre più intensa.
Una delle segnalazioni riguarda $contrada_pelata, e per raggiungerla dobbiamo procedere lungo ciò che è poco più di una strada sterrata con due corsi d'acqua ai lati. La povera twingo si apre a fatica il passaggio e io sto bene attento a non sbandare e non perdere il controllo, intanto $Collega_M controlla con il navigatore per capire esattamente in quale casa dobbiamo andare. Nonostante la visibilità pessima la individuiamo in mezzo ai campi, per raggiungerla dobbiamo abbandonare la strada, scendere una breve ma ripida discesa per poi proseguire in piano per un centinaio di metri. La manovra è resa ancora più complessa dal ponticello stretto e dall'assenza di riferimenti su dove finisce la strada ed inizia il corso d'acqua.

Raggiunta l'abitazione il controllo procede senza particolari problemi, classico caso di cane alla catena nella neve senza microchip.
Il proprietario non oppone nessuna resistenza, probabilmente perchè desideroso di tornarsene al caldo dentro la sua abitazione. Il cane invece viene fatto mettere all'interno della rimessa, che almeno è al chiuso e diversi gradi sopra lo zero.

Fa sempre un certo che constatare che rastrelli, motozappe, trattori, copertoni usati e fusti di olio esausto hanno maggiore considerazione e trattamento migliore di un cane.

Dopo esserci congedati dal povero cane e dal tristo figuro giriamo la macchina e ci avviamo verso la successiva segnalazione.

Ma ho sottovalutato la discesa.

Che ora è salita.

E il fango è ghiacciato.

E la neve nel frattempo scesa non aiuta.

La povera twingo non riesce a salire.

Ca$$o.

Ora si tratta di prendere la rincorsa sul tratto pianeggiante per avere abbastanza inerzia da vincere la salita, ma non troppa per non finire nel corso d'acqua che sta dall'altra parte dell'incrocio, come scivolo nella salita sono sicuro che scivolerei subito dopo.

$Collega_M rimane a terra per assistermi nelle manovre, perchè ovviamente non basta la rincorsa, ma devo anche centrare il ponticello che ovviamente è invisibile sotto la neve, e una volta presa la rincorsa la mia possibilità di influire sulla traiettoria è molto ridotta.

Cautamente lancio la stone la twingo ma l'inerzia è insufficiente. La volta dopo, anche grazie alle istruzioni di $Collega_M, va meglio ma noto con orrore che la macchina tende a sbandare verso sinistra. E io lo so che il fiumiciattolo è li sotto la neve che sghignazza e mi aspetta.
Terzo tentativo, mancato di poco.

Al quarto tentativo raggiungo il mio obiettivo, ma scopro che sono impossibilitato a fare manovra per andare via.
Faccio l'azzardo. Nuovo tentativo, questa volta con un po' più di energia. Raggiunto il punto più alto sterzo, do fondo al gas e tiro il freno a mano. 
La cosa funziona e la twingo vira di novanta gradi mettendosi esattamente nella direzione verso cui dovremo andare.
Il tutto è accaduto in pochi istanti. Guardo e stimo di essermi fermato a due spanne scarse dal punto di non ritorno.

L'addestramento alle superiori è servito a qualcosa.

$Collega_M mi raggiunge e partiamo verso la successiva avventura.

E così abbiamo anche inventato un nuovo sport, il curling su macchina.

lunedì 10 luglio 2017

Il treno fantasma

"Avviso ai viaggiatori. Il treno regionale 5487 delle ore 17:00 proveniente da $città e diretto a $città2 oggi è soppresso. Ci scusiamo per il disagio"
Smorfie di disapprovazione si elevano un po' ovunque al binario. Qualcuno si lascia sfuggire affermazioni più esplicite.
La cosa comunque non mi crea problemi, il treno successivo è soli 15-20 minuti più tardi.
Intento a farmi gli affari miei non realizzo immediatamente che arriva un treno passeggeri al binario. Persone scendono. Sono le 17 in punto.
Al binario un po' tutti hanno lo sguardo perplesso. Il treno non è stato annunciato, e sul tabellone non compare nulla.
Un tizio, intraprendente, chiede al capotreno se è il treno che va a $città2 e riceve risposta affermativa.
Molti si fanno coraggio e salgono. Io preferisco chiedere una cosa, giusto per essere tranquillo
Io: Scusi, ma qui in stazione vi hanno annunciato come soppressi, infatti sul tabellone non compare nulla.
$capotreno: Beh, il treno c'è. Se vuoi salti su, altrimenti puoi aspettare quello dopo.
Io: Non mi sono spiegato bene. Qui in stazione pensano che questo treno non ci sia. Non è che adesso passa un merci e ci falcia via tutti?
$capotreno fa la faccia pensierosa e si tocca il mento.
$c: In effetti la cosa merita attenzione.
Tutti quelli attorno abbastanza vicini da aver sentito raggelano. Una ragazza che stava varcando la soglia della porta del treno si ferma. Fa un passo indietro.
$c: Telefono alla direzione generale di linea giusto per stare tranquilli.
Io preferisco aspettare l'esito della telefonata, e con me anche altri.
$c: Si, tutto a posto. È solo un errore di chi ha impostato il tabellone. Non corriamo nessun rischio.
Confortato da queste parole ringrazio, salgo e mi accomodo per il viaggio di ritorno.

lunedì 3 luglio 2017

Effetto divisa

È un gelido pomeriggio invernale. Tutto è coperto di ghiaccio e la mia povera twingo non fa eccezione. Mi avvio per andare a recuperare $Collega_M e iniziare i controlli della giornata.
Devo imboccare la statale, ma complici il ghiaccio, il motore ancora freddo e l'intenso traffico non riesco ad immettermi.
Da dietro arriva un SUV che inizia a farmi i fari e a strombazzare. La mia tacca dell'odio inizia a salire. Se potessi immettermi lo avrei già fatto, è inutile che strombazzi. Guardo lo specchietto e vedo che il conducente del SUV sta gesticolando nella mia generica direzione alquanto alterato.

È il momento di passare alla modalità bastardo.

Mi metto il cappello, scendo dalla macchina e come per magia il SUV smette di strombazzare. Con calma mi aggiusto la divisa e mi avvio verso il SUV. Faccio cenno di abbassare il finestrino.

$t: Si agente, cosa c'è?
Ma te possino, ora non è più agitato ma ha la faccia di un bel bianco cadavere.
Io: Buon giorno, va tutto bene? Necessita di assistenza?
$t: No no, tutto bene grazie.
Io: E allora perchè suonava e faceva i fari?
$t fa la faccia di chi sa di essere nel torto ma non sa come venirne fuori
Io: Lei lo sa cos'è l'uso improprio del segnalatore acustico, vero?
$t: Guardi, mi scusi, è che ho fretta, devo andare a prendere il piccolo a scuola, arrivare in orario, bla bla bla...
Io: Capisco, ma se la statale è trafficata non è suonando il clacson che ottiene risultati, può solo aspettare. 
Intanto la povera twingo finisce di scaldarsi
$t: E adesso mi fa la multa?
Io: No va la, ho fretta anche io - mento - ma mi raccomando.
$t: Si si, certo, grazie mille, buona giornata
Io: Altrettanto
Torno nella twingo, mi aggiusto la divisa e con calma mi avvio verso la mia missione.