Corro più velocemente che posso. Non mi devono sfuggire. Fortunatamente non sono in divisa, questo giro ho la pettorina e quindi indosso abiti più adatti. $Collega_M dalla radio mi tiene costantemente aggiornato sui loro movimenti.
Finalmente, dopo aver percorso l'argine del fiume, raggiungo il vecchio ponte in ferro che mi permetterà di guadagnare l'altra sponda e finalmente chiudere la trappola. Il ponte è abbandonato e malmesso, quindi devo procedere con cautela, il che mi offre l'opportunità di riprendere un po' fiato.
Sempre correndo all'impazzata torno indietro dall'altra sponda, devo assolutamente arrivare prima che si dileguino. Alla fine tra andata e ritorno sono un paio di chilometri abbondanti.
$Collega_M mi invia gli ultimi aggiornamenti, ma ormai riesco a vedere da solo. Rallento un po' per essere più silenzioso. Cerco di portarmi in una posizione di vantaggio e prepararmi ad un eventuale, ultimo, scatto fulmineo.
Finalmente, dopo aver percorso l'argine del fiume, raggiungo il vecchio ponte in ferro che mi permetterà di guadagnare l'altra sponda e finalmente chiudere la trappola. Il ponte è abbandonato e malmesso, quindi devo procedere con cautela, il che mi offre l'opportunità di riprendere un po' fiato.
Sempre correndo all'impazzata torno indietro dall'altra sponda, devo assolutamente arrivare prima che si dileguino. Alla fine tra andata e ritorno sono un paio di chilometri abbondanti.
$Collega_M mi invia gli ultimi aggiornamenti, ma ormai riesco a vedere da solo. Rallento un po' per essere più silenzioso. Cerco di portarmi in una posizione di vantaggio e prepararmi ad un eventuale, ultimo, scatto fulmineo.
Si accorgono della mia presenza e danno l'allarme. Tentano la fuga ma ormai sono in trappola, gli sbarro la strada. Allora tornano indietro e, non avendo altra scelta, si buttano nel fiume.
Buona parte del lavoro è fatta. Ora si tratta di trovare il modo di fare il recupero.
Ok, torniamo un attimo indietro.
Buona parte del lavoro è fatta. Ora si tratta di trovare il modo di fare il recupero.
Ok, torniamo un attimo indietro.
Sul giornale locale appare un articoletto riguardo a due oche che si aggirano per un paesino, probabilmente scappate o abbandonate da qualcuno.
Qual'è il problema? Per qualunque persona normale non ci sarebbe alcun problema, è una zona di aperta campagna e il disturbo arrecato è men che minimo. Ma si sa, quando si tratta di trovare qualcuno pronto a lamentarsi c'è la fila di volontari, e con animali di questo tipo la soluzione non può essere che culinaria...
Qual'è il problema? Per qualunque persona normale non ci sarebbe alcun problema, è una zona di aperta campagna e il disturbo arrecato è men che minimo. Ma si sa, quando si tratta di trovare qualcuno pronto a lamentarsi c'è la fila di volontari, e con animali di questo tipo la soluzione non può essere che culinaria...
E quindi eccoci in ballo a tentare di catturare le suddette oche per trasferirle in un luogo sicuro prima che finiscano in padella.
Arriviamo sul posto e iniziamo con l'indagine, in modo da capire esattamente la dinamica degli eventi passati e stabilire se queste oche sono di proprietà o meno.
Rapidamente capiamo che si tratta di una lite tra vicini, dove il primo sostiene che le oche sono dell'altro, e il secondo afferma che non sono sue e non sa di chi siano.
Il primo si lamenta che le oche gli rovinano l'orto, che scopriamo essere coltivato sull'argine. Gli facciamo notare che l'argine è terreno demaniale, non suo, quindi non ha molto da lamentarsi, chiunque teoricamente può passarci e se il genio civile dovesse fare lavori di manutenzione le sue verdurine farebbero una gran brutta fine. Il plantigrade ci riflette sopra un attimo e dalle risposte, che ci fanno venire l'horror vacui, capiamo che è inutile proseguire il ragionamento.
Rapidamente capiamo che si tratta di una lite tra vicini, dove il primo sostiene che le oche sono dell'altro, e il secondo afferma che non sono sue e non sa di chi siano.
Il primo si lamenta che le oche gli rovinano l'orto, che scopriamo essere coltivato sull'argine. Gli facciamo notare che l'argine è terreno demaniale, non suo, quindi non ha molto da lamentarsi, chiunque teoricamente può passarci e se il genio civile dovesse fare lavori di manutenzione le sue verdurine farebbero una gran brutta fine. Il plantigrade ci riflette sopra un attimo e dalle risposte, che ci fanno venire l'horror vacui, capiamo che è inutile proseguire il ragionamento.
Appurato che le oche non sono di nessuno si decide per il recupero.
Chiamiamo anche $Caponucleo, nessuna altra guardia era disponibile e lui era il più vicino. In quel momento $Caponucleo stava facendo dei lavori in casa sua sorseggiando un buon vinello, quindi l'idea di mettersi a catturare queste oche non lo elettrizzava. D'altro canto noi eravamo solo in due, ed un terzo ci avrebbe fatto comodo perchè, come $Collega_M spiegava al telefono con $Caponucleo, la situazione era abbastanza tesa tra i due vicini di casa, e sebbene entrambi convenissero che le oche erano un problema nessuno dei due voleva fornire aiuto per la cattura. Forse già fantasticavano sullo spezzatino o sull'arrosto.
$Caponucleo giunge in motocicletta e con il suo aiuto riusciamo a pacificare gli animi. Purtroppo però $Caponucleo realizza anche che la cattura sarà ancora più difficile di quanto immaginasse, quindi rapido come un giaguaro balza sulla motocicletta, saluta e si congeda con una simpatico «Se ci riuscite fatemi sapere»
Figurati se ce la facciamo.
Proviamo ad avvicinarci con delle reti ma le oche, che stupide non sono, intuiscono e si buttano nel fiume andando a stravaccarsi beate sull'altra sponda. L'unico modo per catturarle è intrappolarle sulla sponda dove siamo noi in un passaggio stretto tra gli edifici. Fortunatamente il fiume è sbarrato da una chiusa che impedirebbe alle oche di andare verso sud, quindi ciò che bisogna evitare è che vadano verso nord o fuggano attraverso i campi che ci sono dalla parte della sponda dove si sono spostate. Purtroppo non è possibile attraversare la chiusa, sarebbe troppo pericoloso e spaventerebbe le oche, l'unica alternativa possibile è percorrere tutto l'argine del fiume fino ad un vecchio ponte abbandonato, forse ferroviario, che è a un chilometro abbondante verso nord. E bisogna pure fare in fretta.
Posizionata una rete di fortuna sul passaggio che le oche sono solite usare mi reco sull'altra sponda e cerco di spaventarle in modo che tornino indietro e vadano verso la nostra trappola, con $Collega_M li che le aspetta. Le oche non ne vogliono sapere di tornare sulla riva con la trappola, ma con un po' di fatica, agitando la pettorina in aria e lanciando sassi riesco nel mio intento e le oche si dirigono verso l'imboscata. Ma le reti erano, per così dire, non propriamente idonee allo scopo, $Collega_M è costretta ad improvvisare e buttandosi sopra riesce a bloccarle abbracciandole senza fargli male. Ma ora è bloccata a sua volta, se si muovesse le oche riuscirebbero a divincolarsi. Aggiungiamo che deve stare molto attenta perchè i palmipedi non sono affatto felici, e nonostante il trattamento molto delicato da parte della mia collega persistono a lamentarsi minacciosi. Una beccata nell'occhio è esattamente ciò che non ci serve.
Guardo il percorso fatto all'andata sapendo che dovrò farlo di corsa un'altra volta. Sapendo cosa mi aspetta. Per un attimo valuto di attraversare la chiusa, ma se dovessi cadere mi farei davvero male, e questo sarebbe ancora peggio. No, non ho scelta. Questo ritorno frettoloso non era previsto, speravamo che la cattura con la rete si rivelasse meno problematica, ma non ho davvero altra scelta, devo correre di nuovo. E questa volta ho davvero poco tempo.
Vado matto per i piani ben riusciti.
Gambe in spalla faccio il percorso inverso, ma questa volta non posso ricevere aggiornamenti. Non so se le bestiole sono fuggite o peggio sono riuscite a far male a $Collega_M. E non so quanto potrà resistere.
Con un principio di infarto e trascinando la lingua sul terreno arrivo in soccorso della mia collega, afferro una delle oche e in poco tempo riusciamo a caricarle nel bagagliaio della macchina.
Bene. Ora si tratta di dare la lieta novella a $Caponucleo. $Collega_M telefona, io sto ancora rantolando sdraiato sull'erba.
Il gentile adottante, finito il giro turistico, ci mostra un garage pieno di uova di pasqua di ogni dimensione.
$Adottante insiste, vuole che ne prendiamo di più. Ci spiega il motivo, che non sto qui a raccontare, e ribadisce che a prenderli gli facciamo solo un piacere.
È la fine. Ci guardiamo. Un lampo guizza tra i nostri occhi. Guardo $Collega_M e $Caponucleo che a mente stanno valutando quante uova possiamo infilare in macchina. La cosa peggiore è che io, invece, sto pensando che rompendole occupano meno volume...
Vado matto per i piani ben riusciti
Chiamiamo anche $Caponucleo, nessuna altra guardia era disponibile e lui era il più vicino. In quel momento $Caponucleo stava facendo dei lavori in casa sua sorseggiando un buon vinello, quindi l'idea di mettersi a catturare queste oche non lo elettrizzava. D'altro canto noi eravamo solo in due, ed un terzo ci avrebbe fatto comodo perchè, come $Collega_M spiegava al telefono con $Caponucleo, la situazione era abbastanza tesa tra i due vicini di casa, e sebbene entrambi convenissero che le oche erano un problema nessuno dei due voleva fornire aiuto per la cattura. Forse già fantasticavano sullo spezzatino o sull'arrosto.
$Caponucleo giunge in motocicletta e con il suo aiuto riusciamo a pacificare gli animi. Purtroppo però $Caponucleo realizza anche che la cattura sarà ancora più difficile di quanto immaginasse, quindi rapido come un giaguaro balza sulla motocicletta, saluta e si congeda con una simpatico «Se ci riuscite fatemi sapere»
Figurati se ce la facciamo.
Proviamo ad avvicinarci con delle reti ma le oche, che stupide non sono, intuiscono e si buttano nel fiume andando a stravaccarsi beate sull'altra sponda. L'unico modo per catturarle è intrappolarle sulla sponda dove siamo noi in un passaggio stretto tra gli edifici. Fortunatamente il fiume è sbarrato da una chiusa che impedirebbe alle oche di andare verso sud, quindi ciò che bisogna evitare è che vadano verso nord o fuggano attraverso i campi che ci sono dalla parte della sponda dove si sono spostate. Purtroppo non è possibile attraversare la chiusa, sarebbe troppo pericoloso e spaventerebbe le oche, l'unica alternativa possibile è percorrere tutto l'argine del fiume fino ad un vecchio ponte abbandonato, forse ferroviario, che è a un chilometro abbondante verso nord. E bisogna pure fare in fretta.
Posizionata una rete di fortuna sul passaggio che le oche sono solite usare mi reco sull'altra sponda e cerco di spaventarle in modo che tornino indietro e vadano verso la nostra trappola, con $Collega_M li che le aspetta. Le oche non ne vogliono sapere di tornare sulla riva con la trappola, ma con un po' di fatica, agitando la pettorina in aria e lanciando sassi riesco nel mio intento e le oche si dirigono verso l'imboscata. Ma le reti erano, per così dire, non propriamente idonee allo scopo, $Collega_M è costretta ad improvvisare e buttandosi sopra riesce a bloccarle abbracciandole senza fargli male. Ma ora è bloccata a sua volta, se si muovesse le oche riuscirebbero a divincolarsi. Aggiungiamo che deve stare molto attenta perchè i palmipedi non sono affatto felici, e nonostante il trattamento molto delicato da parte della mia collega persistono a lamentarsi minacciosi. Una beccata nell'occhio è esattamente ciò che non ci serve.
Guardo il percorso fatto all'andata sapendo che dovrò farlo di corsa un'altra volta. Sapendo cosa mi aspetta. Per un attimo valuto di attraversare la chiusa, ma se dovessi cadere mi farei davvero male, e questo sarebbe ancora peggio. No, non ho scelta. Questo ritorno frettoloso non era previsto, speravamo che la cattura con la rete si rivelasse meno problematica, ma non ho davvero altra scelta, devo correre di nuovo. E questa volta ho davvero poco tempo.
Vado matto per i piani ben riusciti.
Gambe in spalla faccio il percorso inverso, ma questa volta non posso ricevere aggiornamenti. Non so se le bestiole sono fuggite o peggio sono riuscite a far male a $Collega_M. E non so quanto potrà resistere.
Con un principio di infarto e trascinando la lingua sul terreno arrivo in soccorso della mia collega, afferro una delle oche e in poco tempo riusciamo a caricarle nel bagagliaio della macchina.
Bene. Ora si tratta di dare la lieta novella a $Caponucleo. $Collega_M telefona, io sto ancora rantolando sdraiato sull'erba.
$Collega_M: Ciao. Ci avevi detto di farti sapere quando avessimo finito.Mepensa: Non credeva proprio che ci riuscissimo
$Caponucleo: Bene, e?
$M: Abbiamo le oche. Ora dove le portiamo? Noi non sappiamo dove sta la persona disposta ad adottarle.
$C: Ma davvero ci siete riusciti?
$M: Sì, non è stato facile.
$C: Ah, ok, bravissimi. Aspettate un attimo che chiamo $Adottante, perchè non gli ho detto che venivamo oggi.
$C: Ma siete davvero sicuri di averle prese?Mepensa: Da chi avrà imparato questa battuta?
$M: Beh, essendo che le oche sono chiuse nel bagagliaio della macchina, direi proprio di sì.
$C: Ok, raggiungetemi a casa mia che intanto chiamo, poi andiamo assieme.Caricato anche $Caponucleo seguiamo le sue istruzioni e raggiungiamo l'abitazione dell'adottante, un gentile signore con un laghetto ed un esteso bosco di sua proprietà recintato e con la passione per gli anatridi. Ormai si era fatto buio e con la torcia ci mostra i numerosi animali che riposano da lui. Tutto orgoglioso ci spiega che ha recintato il terreno per tenere fuori cacciatori a altri ospiti sgraditi e che dopo anni numerosi animali vengono e tornano in questo bosco a svernare o comunque a riposare. Una felice oasi, direi proprio che abbiamo trovato il posto giusto. Apriamo il bagagliaio della vettura e lasciamo che le oche si allontanino esplorando la loro nuova casa.
Il gentile adottante, finito il giro turistico, ci mostra un garage pieno di uova di pasqua di ogni dimensione.
$Adottante: Prendetene quante ne volete, mi fate solo che un piacere.Guardo $Collega_M. Le brillano gli occhi. I miei non dovevano essere da meno. È una buona ricompensa per una giornata di fatiche, ma vogliamo fare gli educati. Io e $Caponucleo ne prendiamo uno a testa, nel frattempo $Collega_M continua a saltare da un angolo all'altro come una rana in overdose da caffeina indecisa su quale scegliere. Alla fine prende la sua decisione e tutta soddisfatta ne acchiappa uno.
$Adottante insiste, vuole che ne prendiamo di più. Ci spiega il motivo, che non sto qui a raccontare, e ribadisce che a prenderli gli facciamo solo un piacere.
È la fine. Ci guardiamo. Un lampo guizza tra i nostri occhi. Guardo $Collega_M e $Caponucleo che a mente stanno valutando quante uova possiamo infilare in macchina. La cosa peggiore è che io, invece, sto pensando che rompendole occupano meno volume...
Vado matto per i piani ben riusciti