venerdì 5 ottobre 2012

il giusto rapporto uomo – animale 3/3

E il puma spiega come in realta' gli animali nati e cresciuti vicino all'uomo, non cerchino una giungla che non hanno mai conosciuto, ma semplicemente di esistere, cosa possibile proprio grazie all'allevamento, al circo, allo zoo, che gli animalisti dipingono sempre solo come maltrattamento. "Stai attento Umano, se come me ami i tuoi cuccioli! – avverte la tigre - Umani come Te, che si chiamano animalisti, vogliono togliere ai Tuoi cuccioli il diritto di conoscere dal vivo i miei cuccioli! Ai miei, di nascere e quindi di esistere!..."
Io non ho ancora i miei cuccioli, ma uno dei desideri della mia vita è crescere qualche piccolo debito venticinquennale. E sicuramente lo amerò. Sentiamo cosa dice la tigre. 
 
Io vorrei togliere al mio cucciolo il diritto di vedere un cucciolo di un altra specie?
Non ci avevo mai pensato.
In effetti non mi risulta che questo sia un diritto, o almeno, che i sappia non sta scritto da nessuna parte. E poi perchè vorrei far vedere dal vivo al mio cucciolo un cucciolo di tigre, puma, o di qualche altra creatura esotica? Non bastano quelle che abbiamo? E poi vederle libere non sarebbe più bello?
E ora che ci penso, io ne ho viste ben poche. Abito in campagna (odei, campagna in veneto... Una casa ogni sputo e tre quarti) ma non ho mai visto bene una rondine o una pispola. Per la prima volta ho visto un riccio un anno fa. Cervi (credo) solo una volta, volpi, aquile e mille altre mancano all'appello. Una volta un tasso. Morto. In mezzo alla strada.
Cacciatori e zanzare. Quelli si. Tanti.
Ma i cacciatori dicono che gli animali sono tanti, tanto che vanno controllati, altrimenti diventano troppi e fanno danni.
Poi però con i soldi della provincia si comprano animali da liberare, li chiamano pronta caccia. Un po' come i sofficini, pronta cottura.
Le zanzare invece non dicono niente.

Guardo il cielo sopra la mia casa. Ora dovrebbe esser crocevia di migliaia di creature che vanno e vengono, verso lidi lontani. E invece è deserto. Penso a quest'estate. Alle lucciole, numerose e affascinanti, e sparite subito dopo un trattamento al mais. Non ho voglia di pensare ad altri esempi, che mi rattristo.

Penso a che terra crescerà il mio cucciolo d'uomo, a cosa lo aspetta.
Ho cercato di essere più imparziale possibile, e di sposare almeno parte delle tesi di questi individui, ma non ci riesco, sono opposte. Ma non credo di essere io a sbagliare, in me sale la convinzione che siano indifendibili. Mi torna in mente Fantozzi e i 92 minuti di applausi.

Rileggendo tutto con attenzione noto però un dettaglio, fondamentale ma nascosto. Tutto il testo si traduce come un attacco alle associazioni animaliste. Non ci sono dati scientifici, figure autorevoli, o pareri di enti accreditati. Sono solo Sergio Berlato e Gianni Mattiolo, quest'ultimo mai sentito prima.
Solo screditare.
Ciò mi rallegra, perchè significa che come vero ambientalista e animalista sto lavorando bene. E le mie associazioni con me.
Significa che non hanno argomenti seri e comprovati per smentirmi, per dirmi che sbaglio.
Non sanno bene come difendere le loro idee, si aggrappano su pochi punti (la conservazione di specie estinte in natura per giustificare la detenzione in cattività anche di altre) e tentano di gettare fango su chi, evidentemente e con i fatti, è più bravo di loro.

Forse un po' di speranza per il mio cucciolo d'uomo c'è ancora.

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