domenica 30 settembre 2012

Coerenza

Altra lettera, un po' datata (mi è capitata tra le zampe di recente)

La Tribuna di Treviso
Sabato 25 agosto 2012

Italcaccia contro Zanoni
L’ambientalista ed europarlamentare Andea Zanoni ha nuovamente attaccato i cacciatori, a ridosso della nuova stagione venatoria, rei di infierire su animali fiaccati dalla siccità. Pronta la replica del presidente provinciale Italcaccia Gianni Garbujo: «La siccità non ha causato alcun danno alla selvaggina visto che i nostri territori, grazie all’irrigazione e alla concentrata presenza d’acqua. A Zanoni vogliamo solo consigliare di utilizzare il suo tempo per occuparsi dei veri problemi della nostra gente che non arriva più a fine mese proprio grazie a quella Europa dove lui comodamente e ben pagato siede. Zanoni dovrebbe interessarsi dei gravi danni che le nutrie, i cinghiali, gli storni, le cornacchie, le gazze, i corvi, le tortore dal collare stanno causando alla fauna e al nostro territorio». Italcaccia torna anche a scrivere al governatore Zaia: «Chiediamo un incontro urgente per la problematica delle deroghe: siamo stanchi di pagare sempre in anticipo le tasse venatorie e sapere sempre all’ultimo momento se e come cacceremo in deroga alcune specie. Chiediamo, a un mese dall’inizio dell’attività venatoria, un incontro per definire la questione delle cacce in deroga».

È interessante notare la coerenza del personaggio che ha scritto la lettera. Prima si lamenta del fatto che Zanoni è troppo attivo contro i cacciatori e i loro interessi (evidentemente le sue numerose vittorie li hanno fatto infastiditi), consigliandogli di occuparsi di cose più importanti, poi chiede un incontro urgente al presidente della regione, per la caccia in deroga. Eh si, sono questi i problemi della nazione e della regione.

Speriamo che la caccia in deroga faccia la stessa fine che ha fatto in Lombardia, perchè al di la dell'ostentata sicurezza del mondo venatorio il rischio di pesanti sanzioni europee è concreto.

martedì 25 settembre 2012

L'intelligenza di un cane

La mia cucciola, Kira
In realtà il nome completo è Kira Decimo Mercalli, e come si dice "un nome, una garanzia"

Ha un'intelligenza davvero sorprendente, e non lo dico perchè è la mia compagna di giochi.

Quando gli si indica qualcosa con il dito, lei guarda effettivamente nella direzione indicata. E già questo di per se è notevole...

Alla sera, dopo cena, è il momento di giocare, e uno dei divertimenti preferiti (da entrambi) è "rubapallina". Lo scopo è semplice, rubare la palla all'avversario, una pallina da tennis. Il giocatore che ha la pallina la posiziona per terra vicino a se, e l'avversario deve riuscire a rubarla.
Per riuscirci ovviamente devo inventarmi sempre nuovi stratagemmi, perché non sempre riesco a batterla in velocità e riflessi
Una sera, per distrarla, gli indico qualcosa col dito, lei si gira e ZAC. Presa la palla.
Al mio turno successivo lo rifaccio e ZAC, presa di nuovo.
Alla terza volta idem.

Alla quarta, invece, quando gli indico col dito, lei prima riprende la palla e poi si gira a guardare. Infine, appurato che non c'era niente, si volta verso di me con il faccione come per dire "credevi di fregarmi di nuovo, eh?"
E io devo inventarmi qualcosa di nuovo...

Kira quando dice "andiamo a giocare?" Come si fa a dirgli di no?

venerdì 21 settembre 2012

Torneranno le torrette e proseguirà la strage degli uccellini

Ieri è comparsa una magnifica lettera sul giornale di Vicenza, sul tema delle altane da caccia non a norma che tanto terrorizza i cacciatori del vicentino.


«Torneranno le torrette e proseguirà la strage degli uccellini»

Ho avuto modo di passeggiare sulle colline di Schio e di Thiene nel mese di Agosto e questi posti, che conoscevo fin da bambina, mi sono sembrati più belli che mai: quei prati e quei boschi non mi erano mai sembrati così piacevoli e rilassanti. Non ho capito subito quale fosse la novità, perché quello che avevo intorno erano le solite cose che conoscevo da sempre: erba, foglie, rami e tronchi d´albero.
Poi ho capito che la differenza la faceva quello che non c´era più: le “torrette”ed i casotti per la caccia.
Mi sono accorta in quel momento della sensazione insopportabile che quelle cose orrende mi avevano sempre causato, senza magari che me ne accorgessi coscientemente.
Per una vita intera avevo visto le sommità dei nostri monti ridotte ad un campo di battaglia contro gli uccellini, non solo nei mesi del massacro, ma anche per tutto il resto dell´anno.
Torrette alte più di venti metri, che avevo paura ci cadessero addosso (adesso mi hanno spiegato che ogni tanto cadevano davvero) mi costringevano a spiegare ai miei figli piccoli chi fossero quelle persone che dedicavano tanti sforzi e tanto tempo per sparare agli uccellini: i bambini mi chiedevano perché qualcuno volesse uccidere ad ogni costo gli uccellini che sono così belli e non fanno male a nessuno e io ovviamente non sapevo cosa rispondere.
Mi accorgo solo adesso che quel teatro di guerra mi condizionava in tutte le mie passeggiate, sia d´estate che d´inverno, togliendomi la serenità che cercavo in quei posti: anche in piena estate mi veniva in mente la sparatoria ininterrotta che c´è in autunno ed in inverno e come venivamo trattati quando ci avvicinavamo troppo agli appostamenti.
Ho saputo che sono stati levati perché adesso ci si è accorti di colpo che non avevano mai avuto nessun tipo di autorizzazione, e mi è venuto da ridere pensando al fatto che a casa nostra non ci hanno lasciato costruire nemmeno la tettoia per la legna che ci serve d´inverno nel caminetto.
Nei giorni scorsi però ho saputo che la Regione Veneto, che avevo già capito essere sempre al servizio dei cacciatori, ha fatto una legge che dice che per costruire quelle strutture non servirà più alcun permesso, e quindi adesso mi aspetto che ritornino quelle cose che ci rovinavano le passeggiate, magari anche più grandi e più numerose di prima, e allora non rido più.
Difatti la prima preoccupazione per gli amministratori della regione non è tanto la crisi economica, le aziende che chiudono, la gente che non lavora. I veri problemi sono le torrette da caccia, e come fare in modo che i poveri cacciatori possano costruirle indisturbati senza preoccuparsi di tutte quelle fastidiose incombenze burocratiche che in vece gli altri cittadini devono seguire.
Poi c'è la caccia in deroga, perché sennò i poveri cacciatori rischiano di non riuscire a fare carniere. Ma questa è un'altra (squallida) storia.

martedì 18 settembre 2012

Onestà

Tempo fa mi fu chiesto se tutti i cacciatori che incontriamo sono sanzionabili per qualche motivo. In parole povere, se troviamo mai un cacciatore onesto.

Si, ne incontriamo spesso. Solitamente succede che i primi quattro o cinque che controlliamo abbiano qualcosa fuori posto. È assai raro che i primi della giornata siano “a posto”.
Poi succedono dei fatti curiosi, improvvisamente si vede un fuggi-fuggi generale di fuoristrada e altri veicoli, le colline si spopolano, i colpi di arma da fuoco si fanno molto rari e i pochi cacciatori rimasti, controllati in seguito, sono perfettamente in regola e con un sorrisone stampato sul volto.
Il sospetto è che grazie alle nuove tecnologie delle telecomunicazioni vi sia un passaparola tra cacciatori, e quelli che hanno qualcosa da nascondere abbiano così il tempo di sistemarsi o ritirarsi.

Ma appunto è solo un sospetto.
Che ognuno tragga la sua conclusione.

lunedì 17 settembre 2012

La nobile arte di diana

Da pochi giorni si è riaperta la caccia. In realtà essa era già aperta grazie alle preaperture. Quando i cacciatori piangono i legislatori corrono.

Svolgere la vigilanza venatoria è un impegno ancora più gravoso della semplice zoofilia. Non tanto dal fatto che i soggetti con cui ci si confronta siano armati (noi non lo siamo), ma dal contesto della situazione. Le norme sulla caccia sono complesse (e per lo più disattese o aggirate), e i cacciatori sono fiancheggiati da una lobby molto potente che li protegge, esponendo così la guardia a rischi legali qualora commetta un errore. Senza contare i rischi personali. Non è la prima volta che una guardia viene minacciata o subisce danni materiali per ritorsione a qualche controllo ritenuto inopportuno.

[perché ovviamente, se te hai i richiami vivi mutilati o il richiamo elettroacustico, non è colpa tua che stai violando delle norme penali, lo stronzo sono io che ti ho sorpreso ad usarli]

All’inizio credevo che i miei colleghi fossero prevenuti verso il mondo della caccia. Già alla mia prima uscita ho capito che non erano prevenuti, ma semplicemente realisti.

Mi sono reso conto che la “nobile arte di diana” non è altro che il disprezzo non solo della legge, ma delle più elementari norme di sicurezza.
Dietro alle “buone e sane tradizioni” si nascondono solo l'illegalità e i propri interessi, cioè quello di fare carniere. Poco importa il resto. Se non riescono a fare carniere, devono inventarsi qualcosa. Perché fare carniere è loro diritto. Pagano la licenza di caccia, quindi tutto è concesso.

Nel corso del tempo matura in loro questa convinzione, complice la sostanziale assenza di controlli da parte degli organi competenti. A titolo di esempio: un cacciatore controllato, sulla sessantina. Era visibilmente agitato dal controllo, e ha candidamente ammesso che in tanti anni non era mai stato controllato prima.
Il risultato è che quando arrivano le guardie zoofile, armate di corda metrica, e rilevano che il capanno è a 9,60 metri da una strada (distanza minima 50 metri), e che bisogna fare la sanzione, il cacciatore lo vive come un sopruso. Ormai è un diritto acquisito, tanto su quella strada non passa nessuno, e poi lui spara dall’altro lato. Sono tanti anni che lui sta li, nessuno gli ha mai detto nulla.
Quindi nella mente del cacciatore la cosa non si traduce in “l’ho fatta franca per tanti anni, ora è meglio che sposti il capanno”, ma diventa “le guardie zoofile ci perseguitano, ci vessano, sfruttano la loro posizione per imporre le loro idee”.

La realtà è che anche se fosse vero che le guardie vogliano perseguitare i cacciatori, non hanno nessun bisogno di farlo, perchè le occasioni per sanzionare i cacciatori gli vengono offerte su un piatto d’argento.
Dall’altro lato, un po’ ovunque vedo la sofferenza di questi patiti dello schioppo, sofferenza dovuta al fatto che “gli vengono imposte le idee altrui, che loro non condividono”.
Questi ovviamente non si rendono conto che l’idea di essere svegliati all’alba (dai colpi di fucile) a fine settembre viene imposta a tutti coloro che abitano fuori città. Oppure l'idea di non poter portare il proprio cane nel proprio terreno, o di farci un pic-nic in santa pace.
Non sono rari gli agricoltori che non possono più entrare nel proprio terreno a curare le proprie piante perché temono per la propria vita (i giorni di apertura sono i più pericolosi).

Nascondendosi dietro la bandiera dell’ambientalismo e delle tradizioni pretendono un rispetto che dimostrano di non conoscere. Non tanto verso gli animali, che amano da morire, ma verso gli altri esseri umani, ai quali impongono le loro idee e le loro tradizioni, salvo poi reagire aggressivamente se qualcuno se ne lamenta.

Un giorno spero di poter raccontare in dettaglio qualche uscita, o meglio, caricare un video. Perché se non si vede, non si crede.

uomini e Cani

Fare la guardia zoofila non è affatto una passeggiata. Me ne resi conto poco dopo aver iniziato le mie uscite di addestramento come "ausiliario".
Il primo insegnamento fu "lascia a casa il cuore".

È difficile credere al numero di segnalazioni e di richieste di aiuto che arrivano alle guardie zoofile. Molte riguardano cani a catena corta, in box angusti e/o senza riparo e acqua. Animali perennemente rinchiusi senza mai farli sgambare, fornendogli (quando va bene) il minimo indispensabile per sopravvivere.

E io mi chiedo, per quale ragione ti prendi un cane? Perchè lo tieni in quel modo? È evidente che non nutri affetto o compassione per quell'animale, e tenuto in quel modo non può essere di certo un valido ausilio per la protezione della casa (o per la caccia, ma in tal caso la poca considerazione per l'animale non mi stupisce).

Le risposte più frequenti: 

Lo tengo a catena perché sennò mi scava sui fiori!    [educarlo fa brutto?]

Se lo mollo poi non torna     [chiamalo scemo, nemmeno io tornerei]

Di notte va a rubare le galline ai vicini    [sono le cinque del pomeriggio ed è giugno, capisco il prendersi avanti, ma qui si esagera]

Abbaia a tutti    [E la catena ha risolto il problema? Non direi.]

Ho paura che faccia male ai miei figli    [Certo, badare ai figli e al cane è una scocciatura, meglio rinchiudere il cane e non pensarci più]

È diventato troppo grande    [E cosa ti aspettavi da un cucciolo di pastore maremmano?]

Ma il migliore, (per fortuna) unico e imbattuto resta sempre il:

E come altrimenti dovrei tenerlo?    [non riesco a esprimere un commento che non sia infarcito di insulti]

Alcuni lungimiranti comuni si sono dotati di un regolamento sul benessere degli animali, i quali spesso impongono misure e dotazioni minime per box e catene.
Preferiremmo tutti non vedere più cani rinchiusi, in box privati come in canile, ma quel giorno è ancora lontano. Per fortuna questi regolamenti se applicati (e fatti applicare) migliorano non di poco la vita di molti amici a quattro zampe.

Talvolta però il proprietario è refrattario. Certa gente è ferma con la mentalità e non concepisce che anche gli animali abbiano dei diritti. "È solo un cane, io gli do da mangiare e da bere, non basta?". No, nel ventunesimo secolo non basta. Se vuoi un animale, devi anche assumerti la responsabilità del suo benessere. Se non ti va c'è sempre il tamagotchi.

Purtroppo tanti comuni invece non hanno regolamenti, e quindi vigono le leggi 281/91 e nel mio caso 60/93, che però stabiliscono condizioni molto vaghe.
Per cui, a meno che non si tratti di un maltrattamento o un abbandono, si discute col proprietario, ma poco o nulla si può fare.

La cosa più difficile è sapere che un animale soffre, averlo visto, e sapere che non puoi fare niente. È tutto legale e "il cane sta bene". E il primo insegnamento è fondamentale.

venerdì 14 settembre 2012

Come cucinare il tuo cane

Il mondo animalista e ambientalista è sicuramente variegato e sfaccettato, cosa che talvolta crea incomprensioni anche tra di noi.



Pochi però sanno che vi sono numerose associazioni, definiamole diversamente animaliste (rappresentano in modo più o meno diretto cacciatori, pescatori e altri soggetti che, diciamo, rispettano gli animali in modo assai discutibile)

Il motivo per cui si definiscono "animaliste" o "ambientaliste" è però abbastanza complesso, e merita di essere trattato a parte.


Girovagando per internet mi capita questo filmato, realizzato a cura di federfauna, una di queste associazioni per la difesa della cultura rurale (caccia, pesca circhi e allevamenti), cioè animali come oggetti da usare a proprio piacimento.

http://www.youtube.com/watch?v=Tpmn7RP1Wns

Il titolo sembra simpatico: Come cucinare il tuo cane / how to coock a dog
Da subito notiamo il titolo anche in inglese, federfauna diventa internazionale, ma non divaghiamo, la chicca è il filmato.

Per semplicità lo possiamo dividere in due parti, la cottura e i ringraziamenti.

Durante la fase di cottura viene spiegato come preparare il cane e come cuocerlo, usufruendo di un servizio chiamato fidopark presente in alcuni autogrill della rete autostradale italiana.
Sono delle specie di box da usare per parcheggiare temporaneamente il proprio cane durante le soste in autogrill, che a detta di questo branco di paguri è una trappola in grado di far soffrire un cane a causa dell'alta temperatura, una specie di forno. Nel filmato si vede chiaramente un termometro appoggiato alla parete esterna di questi box indicare una temperatura fuoriscala per lui, sicuramente sopra i 50 gradi.
Quali gradi? Celsius o Fahrenheit? Dal filmato no si vede, e voglio credere che sia un termometro in gradi celsius, perchè un 86°F corrisponderebbero a 30°C, una temperatura decisamente accettabile.
Sono sicuro che non hanno fatto i furbi e che la temperatura sia davvero superiore a 50°C.
Viene da chiedersi perchè non hanno usato un termometro con scala più alta, chessò, 100°C. Io una risposta me la sono data, ma la vedremo dopo.
Cito direttamente dalla descrizione del filmato
“Per girare questo video, nei mesi di luglio e agosto 2011, sono stati eseguiti quattro sopralluoghi.
Tutte le volte, proprio tra le 12.30 e le 14.30 quando il sole picchiava sulla tenda, sotto, il termometro "impazziva".
Nemmeno una volta è stato presente né un veterinario, né un volontario. Solo qualche cliente che assisteva divertito alle riprese.
Nemmeno una volta c'era anche un solo cane nelle cucce o all'interno dell'area. Anzi, un inserviente ha detto che non le ha mai viste utilizzare da nessuno ed ha aggiunto: "chi volete che metta il suo cane dentro lì ?!..."
Per utilizzare Fido Park serve la chiave da richiedersi presso la cassa dell'Autogrill, depositando un documento di identità e compilando un modulo in cui è chiaramente specificato che "La Società Autogrill S.p.a. non è responsabile per eventuali danni a persone, animali o cose che si verifichino all'interno dell'area Fido Park, non prestando alcun servizio e nessuna forma di assistenza o custodia."
Un grazie ad AmicoPets, ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) e a quanti altri hanno collaborato al progetto Fido Park,
per il valido contributo alla cucina internazionale!!!”

Ora viene la parte divertente, smontare.
“Per girare questo video, nei mesi di luglio e agosto 2011, sono stati eseguiti quattro sopralluoghi.
Tutte le volte, proprio tra le 12.30 e le 14.30 quando il sole picchiava sulla tenda, sotto, il termometro "impazziva".”

Chi di noi non ha mai sentito la temperatura della carrozzeria della propria macchina sotto il sole di mezzogiorno di luglio-agosto? Per chi alza la mano, dico che su carrozzerie scure non è difficile cucinare un uovo all'occhio di bue, questo perchè la carrozzeria supera i 100°C. Ciò non significa che anche la temperatura dell'aria all'interno dell'abitacolo raggiunga tali valori, altrimenti le plastiche e le componentistiche elettroniche si rovinerebbero in fretta. E pensare che le macchine non sono isolate termicamente.
Ciò che i nostri paladini non sanno (o che forse sanno molto bene) è che invece i box di fidopark sono isolati termicamente. Significa che la temperatura registrata esternamente sulla superficie del box non riflette quella interna, che in questo caso sarebbe molto minore. Secondo me lo sanno bene, ed è per questo che hanno misurato la temperatura esterna scegliendo un termometro con fondoscala di 50°C, altrimenti si sarebbero registrate temperature molto più alte. Non so quanto, ma sensibilmente più alte, che avrebbero fatto sorgere sospetti.

“Nemmeno una volta è stato presente né un veterinario, né un volontario. Solo qualche cliente che assisteva divertito alle riprese.
Nemmeno una volta c'era anche un solo cane nelle cucce o all'interno dell'area. Anzi, un inserviente ha detto che non le ha mai viste utilizzare da nessuno ed ha aggiunto: "chi volete che metta il suo cane dentro lì ?!..."”

Suppongo che abbiano monitorato tutti gli autogrill che offrono questo servizio, comunque, citando gli amici di tuttozampe.com
http://www.tuttozampe.com/fidopark-autogrill/7140/
“Nelle aree Fido Park i vostri amici a quattro zampe potranno rilassarsi, correre un po’ per sgranchirsi le zampe, mangiare e bere, e per ogni esigenza sarà possibile chiedere la consulenza gratuita di medici veterinari professionisti che di solito sono reperibili nell’area soprattutto durante i week-end estivi nelle ore centrali della giornata, dalle 12:30 alle 14:30.”

Ecco perchè di quell'orario, oltre che per la temperatura, si aspettavano di trovare un veterinario o volontari. Chissà quanto sono rimasti delusi. Il filmato l'avrebbero fatto lo stesso con volontari o veterinari?

“Un grazie ad AmicoPets, ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) e a quanti altri hanno collaborato al progetto Fido Park,
per il valido contributo alla cucina internazionale!!!”

Questa frase si riallaccia alla seconda parte del filmato, dove sostanzialmente si ringraziano alcune associazioni animaliste e veterinarie di aver promosso un'iniziativa che fa soffrire di caldo i cani, e di non essere state presenti nella vigilanza.
Per il primo punto, ricordiamoci “Le aree Fido Park sono dotate di acqua corrente, di gazebo che garantisce l’ombra e di cucce isolate termicamente per assicurare una buona temperatura anche nei mesi più caldi e dotate di impianto di spurgo per eliminare i bisogni del cane e di un sistema di igienizzazione per la disinfettazione dell’ambiente”, cose astutamente tralasciate nel servizio che tenta (anche ignorando le leggi della fisica) di dipingere questi box come “forni”.
Per il secondo punto, l'assenza, è un po' come lamentarsi che la caritas non giunge a Losego (ponte nelle Alpi, BL). Le associazioni animaliste, con tutte le problematiche che affrontano e le missioni che compiono, hanno difficoltà a essere ovunque e intervenire tempestivamente. È la dura verità. Non siamo come caccia, pesca e circhi. Loro non si occupano di animali randagi, non intervengono dove c'è bisogno d'aiuto, non curano le colonie feline, non promuovono adozioni di cani dal canile. Giusto per citare qualche esempio.

Chiudiamo con una riflessione. Visto che questi soggetti ravvisano un potenziale danno per gli animali, hanno pensato di:
  • Avvisare le associazioni in questione?
  • Avvisare i gestori degli autogrill?
  • Avvisare le guardie zoofile o altre forze dell'ordine?
Hint... la risposta inizia per “N”
Si sono limitati a pensare la cosa e a realizzare il servizio, lasciando la situazione così com'è. Da qui si vede quanto gli stanno a cuore gli animali.
È più importante screditare chi non la pensa come loro piuttosto che porre fine a una situazione di sofferenza per gli animali. O forse sanno che è tutta una esagerazione e quindi hanno preferito non esporsi troppo?

In entrambi i casi bell'esempio di coerenza e serietà.
Appare chiaro che (noi veri animalisti) gli abbiamo fatto fare la figura dei peracottari tante volte, e ora tentano di vendicarsi. Ma siccome non hanno molti appigli per riuscirci, cercano le vaccate realizzando documentazioni di dubbia serietà e veridicità.

In una sola parola: patetico.

giovedì 13 settembre 2012

Mi go paura

Qualche anno fa sono rimasto risucchiato nel fantastico mondo del volontariato animalista, cosa che ha migliorato non poco la mia fiducia nel genere umano.

Tra le varie cose che seguo, ce ne sono alcune che non hanno contatto diretto con gli animaletti. Una di queste è un tema che mi sta a cuore. Pochi ne avranno sentito parlare, perchè si tratta di un qualcosa che fa fatica a girare. Si tratta del rimborso della servitù venatoria.

per farla breve è un rimborso che ogni proprietario terriero deve vedersi corrispondere per legge, per il semplice fatto che su tale terreno ci possano entrare cacciatori. Rimborso che sbadatamente le regioni/provincie si sono dimenticate di pagare. Da vent'anni.

Io purtroppo non posso chiederlo perchè non ho terra.

Qui inizia la parte tragicomica, cioè istruire il tipico veneto su questo suo diritto

Per chi non ha mai avuto la delizia di parlare con un veneto, diciamo pure "di campagna", (cioè che non è stato "sgrezzato" da un contesto sociale più elastico ed eterogeneo) riprodurrò il tipico modo di discutere, specialmente quando sono adirati. Esempio che mi viene in mente da discussioni con diversi personaggi durante il periodo di introduzione dell'IMU per terreni e fabbricati rurali. (cosa che li rendeva particolarmente coloriti)

"Mi $bestemmia a Monti $bestemmia se lo cato lo $pratica_sessuale_poco_ortodossa! Vago so a Roma $bestemmia e spacco fora tuto! Vago so col lo sparsiluame e nego tuto de $reflui_animali!"

(C'è da dire che io ho fatto l'agraria. Sanno gli dei come sono rimasto immune alla bestemmia e alla musica house)

Ovviamente non sono tutti così. Alcuni sono più volgari, altri per fortuna meno, ma il concetto che mi preme sottolineare è quello dell'orgoglioso combattente che non si piega davanti l'ingiustizia, pronto a difendere la sua terra e la sua gente con gli strumenti che ha a disposizione.

Insomma, tale discorso l'ho sentito decine di volte, e ogni volta dirottavo la discussione sul tema del rimborso.

Io: "Beh, se vuoi fargliela pagare ai politici inizia la pratica per richiedere il rimborso per la servitù venatoria. Così ci guadagni anche qualche soldo e ci paghi l'IMU per chissà quanti anni"

Seguiva spiegazione su cosa è il rimborso, di come funziona la cosa, di quanto è l'ammontare economico. La risposta era sempre più o meno la stessa:

"Mi go paura"

In pratica hanno paura ad inviare la raccomandata, a chiedere quello che è loro di diritto. Paura di una ritorsione delle istituzioni, come controlli della polizia provinciale o di qualche altro ente.

Quando gli si fa notare che invadere Roma a cavallo di trattori e sodomizzare il primo ministro sono comportamenti che sicuramente comportano ritorsioni da parte di organi decisamente più pericolosi di un controllo della provinciale, la discussione degenera verso i mille problemi che incontrano nel quotidiano. Che non centrano nulla, ma vabbé.

E l'idea del serenissimo combattente si scioglie, come un formaggino nel microonde.

Per la cronaca delle decine di persone che hanno già fatto richiesta mesi e mesi fa nessuna ha mai ricevuto visite indesiderate, segno di quanto sia concreto il pericolo.

Decisione

E alla fine mi sono deciso anche io ad avere una presenza sul grande mondo digitale.

Negli ultimi anni, a causa di vicissitudini varie ed eterogenee, mi sono trovato con molti aneddoti e avventure che sarebbe un autentico peccato perdere nella mia - bacata - memoria.

No, la verità è che siccome non sono stato contagiato da social network, non ho il morboso desiderio essere aggiornato in tempo reale sulle condizioni fisiologiche altrui, e soprattutto la mia riservatezza e il mio concetto di "privacy" sono decisamente marcati e includono due cani, due pesci rossi e centinaia di piante altamente addestrati a difenderli.
Di conseguenza la mia presenza "social" su infernet è nulla.

Alcuni psi-qualcosa affermano che non essere "social 2.0" è da psicopatici, e io ho bisogno di rimanere ancora in incognito. E un blog è la soluzione migliore.

No, la verità è che è da un po' che ho la mezza idea di iniziare, ma le varie combinazioni di ARM_ se le sono (giustamente) ciulate gli altri. Non credevo che ARM fosse così popolare. Insomma, prima che si sciroppassero via anche armgz...

No, la verità è che ho solo bisogno di un post di prova per vedere come funziona la cosa.

Vabbé, uno qualsiasi dei quattro va bene.

Di cosa parlerò? Boh, lo deciderò di volta in volta.


Tanto il primo post non lo legge nessuno.