lunedì 17 settembre 2012

uomini e Cani

Fare la guardia zoofila non è affatto una passeggiata. Me ne resi conto poco dopo aver iniziato le mie uscite di addestramento come "ausiliario".
Il primo insegnamento fu "lascia a casa il cuore".

È difficile credere al numero di segnalazioni e di richieste di aiuto che arrivano alle guardie zoofile. Molte riguardano cani a catena corta, in box angusti e/o senza riparo e acqua. Animali perennemente rinchiusi senza mai farli sgambare, fornendogli (quando va bene) il minimo indispensabile per sopravvivere.

E io mi chiedo, per quale ragione ti prendi un cane? Perchè lo tieni in quel modo? È evidente che non nutri affetto o compassione per quell'animale, e tenuto in quel modo non può essere di certo un valido ausilio per la protezione della casa (o per la caccia, ma in tal caso la poca considerazione per l'animale non mi stupisce).

Le risposte più frequenti: 

Lo tengo a catena perché sennò mi scava sui fiori!    [educarlo fa brutto?]

Se lo mollo poi non torna     [chiamalo scemo, nemmeno io tornerei]

Di notte va a rubare le galline ai vicini    [sono le cinque del pomeriggio ed è giugno, capisco il prendersi avanti, ma qui si esagera]

Abbaia a tutti    [E la catena ha risolto il problema? Non direi.]

Ho paura che faccia male ai miei figli    [Certo, badare ai figli e al cane è una scocciatura, meglio rinchiudere il cane e non pensarci più]

È diventato troppo grande    [E cosa ti aspettavi da un cucciolo di pastore maremmano?]

Ma il migliore, (per fortuna) unico e imbattuto resta sempre il:

E come altrimenti dovrei tenerlo?    [non riesco a esprimere un commento che non sia infarcito di insulti]

Alcuni lungimiranti comuni si sono dotati di un regolamento sul benessere degli animali, i quali spesso impongono misure e dotazioni minime per box e catene.
Preferiremmo tutti non vedere più cani rinchiusi, in box privati come in canile, ma quel giorno è ancora lontano. Per fortuna questi regolamenti se applicati (e fatti applicare) migliorano non di poco la vita di molti amici a quattro zampe.

Talvolta però il proprietario è refrattario. Certa gente è ferma con la mentalità e non concepisce che anche gli animali abbiano dei diritti. "È solo un cane, io gli do da mangiare e da bere, non basta?". No, nel ventunesimo secolo non basta. Se vuoi un animale, devi anche assumerti la responsabilità del suo benessere. Se non ti va c'è sempre il tamagotchi.

Purtroppo tanti comuni invece non hanno regolamenti, e quindi vigono le leggi 281/91 e nel mio caso 60/93, che però stabiliscono condizioni molto vaghe.
Per cui, a meno che non si tratti di un maltrattamento o un abbandono, si discute col proprietario, ma poco o nulla si può fare.

La cosa più difficile è sapere che un animale soffre, averlo visto, e sapere che non puoi fare niente. È tutto legale e "il cane sta bene". E il primo insegnamento è fondamentale.

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