lunedì 25 dicembre 2017

Hobby pericolosi

Sono al centro trasfusionale per la donazione di sangue.

Finite di compilare le scartoffie, superata la prova allo sfigmometro e della concentrazione di emoglobina, si passa alla visita col medico. Sorvolo sui convenevoli e sulle prime domande di rito.

$Doc: Lei è stato nel Regno Unito?
Io: No
$Doc: Fa abuso di alcolici o di sostanze stupefacenti?
Io: Una birretta ogni tanto
$Doc: Ha avuto incidenti od operazioni? Oppure è stato affetto da patologie infettive?
Io: Beh, l'unica cosa che mi viene in mente è che qualche settimana fa sono stato morso da un cigno.
$Doc solleva lo sguardo dal modulo mi guarda con un'espressione un po' strana, io per contro gli mostro la mano dove già non si vedeva più nulla, alla fine si trattava di poco più di un graffio.
$Doc: Ok, pratica hobby pericolosi?
Ci penso su un attimo
Io: Beh, prendo tutti i giorni il treno per andare a $Città_universitaria
$Doc: In effetti è un po' pericoloso. Neanche tanto salubre. Anche io lo facevo.
$Doc rimugina un attimo
$Doc: Però non è un hobby!
Io: È vero! Allora no, non ho hobby pericolosi
$Doc: Molto bene!
Abile ed arruolato, destinazione sala trasfusionale

lunedì 18 dicembre 2017

Horresco referens

È mezzanotte inoltrata. Siamo al termine di una lunga ed impegnativa riunione con tutti gli altri colleghi, temi del giorno sono i nuovi aggiornamenti normativi in merito agli animali d'affezione, le recenti sentenze di cassazione e gli sviluppi di un paio di casi molto delicati che alcuni altri colleghi stavano seguendo. Pertanto all'unanimità si decide di concludere al bar per discutere delle ultime trivialità davanti a una buona birra.
$Collega_M mi si avvicina è fa una strana domanda.
$M: Ascolta, ti ricordi se di recente è successo qualcosa di strano alla mia macchina?
Io: Cosa intendi esattamente? Perché me lo chiedi?
$M: Perché hai fatto caso che il climatizzatore non funzionava sto gran che bene di recente? Portata dal meccanico abbiamo scoperto che intere parti del motore si erano staccate e anche l'unità del climatizzatore era a penzoloni.
Io: Devono essere stati degli urti fortini.
$M: È quello che ha detto anche il meccanico.
Nel frattempo le mie bacate schede di memoria riesumano i ricordi che mi servono
Io: Ti ricordi di quando facendo retromarcia ti sei dimenticata che c'era il marciapiede? E quando hai tamponato il furgoncino? E anche quella volta che non hai visto i dossi artificiali? E…
$Collega_M si fa pensierosa. Il suo stile di guida è un po' distratto, ma incredibilmente non ha mai fatto danni degni di nota. Io in un singolo incidente ho fatto più di lei in anni e anni di tanti piccoli inconvenienti.
Io: …anche quando nella strada sterrata andavi troppo veloce e c'erano le buche? Poi…
In effetti mi tornano in mente molti episodi, e questi sono solo quelli che abbiamo vissuto assieme.
Io: …mi ricordo che…
$M: Sì sì va bene basta.
Io: …ma no aspetta, quando mi hai raccontato che hai urtato una macchina parcheggiata al centro commerciale e gli hai lasciato il bigliettino per contattarti…
Dagli occhi di $Collega_M intuisco che è assalita dall'orrore di tutti questi ricordi.
Io:  …per non parlare di quella volta che…
$Collega_M afferra la mia birra che era sul tavolo e me la da in mano

$M: To', bevi.
ma perchè mi fanno domande di cui non vogliono la risposta?

lunedì 11 dicembre 2017

Upside down

Correva il lontano dicembre dell'anno 2012...

Decisi di riordinare un po' il computer, che con tutti quei cavi svolazzanti e pezzi eviscerati ricordava più un polpo che un pc.

Sistemo anche il disco di stoccaggio da 500GB IDE (dettaglio importante) in un alloggiamento consono all'interno del case, collego i cavi e via che si va.

Il pc è molto lento ad accendersi. Il succitato disco frulla che se ci attaccavo un'elica ci facevo un piccolo elicottero.

Spegni, ricontrolla gli attacchi e... C#$$o, ho montato il connettore IDE al contrario, e il pin 21 risulta schiacciato indentro. Ancora adesso non capisco come diamine ho fatto. Ripesca il pin con una pinzetta, sistema bene la pattina e riaccendi.

Tutto funziona, ma dmesg restituisce messaggi tanto frequenti quanto poco rassicuranti. Carico il disco e c'è tutto! Provo a leggere i file e scopro che la velocità di lettura può competere con i vecchi lettori di schede perforate. Il tutto con un processore occupato a palla. Rapida ricerca su internet e scopro come disattivare il DMA. Questo mi permette di accedere all'unità alla fantastica velocità di ~1MB al secondo. Avevo circa 300Gb di roba da spostare.

Mi procuro un nuovo disco, stavolta SATA, e lo monto. (si la mia piastra madre ha sia sata che ide). Inizia il lavoro di tira - molla - sposta - cancella perchè 300Gb erano troppi, e molta roba effettivamente potevo anche spedirla nel walhalla dei file. (Farscape posso sempre scaricarlo di nuovo)

Dopo lunghi giorni di spostamento (a più riprese) controllo che ci sia tutto. Provo a montare una directory cryptata e...

Magia, encfs6.xml manca all'appello. Mi sa che ho fatto un po' casino durante lo spostamento.

Esaurisco rapidamente, di nuovo, l'apposita lista gentilmente fornita da wikipedia, recupero un vecchio pc e ci monto il disco morente. Da cd lancio partedmagic, che grazie a testdisc scansiona tutta la vecchia unità alla ricerca del xml perduto. Il pc stavolta lo piazzo in cantina perchè so bene che lavorerà a lungo...

Morale della favola il file l'ho ritrovato, ed alla fine non ho perso nulla. Per fortuna, poteva andarmi molto peggio.

Che lezione impariamo da questa favola?
1) controllare sempre molto attentamente il verso con cui si inseriscono i connettori
2) includere i file encfs.xml nel backup.

Perché il backup è buono, il backup è bello, il backup mi fa dormire tranquillo la notte...

lunedì 4 dicembre 2017

Negare, negare, sempre negare

A fatica mi apro la strada nella foresta amazzonica. Trattasi di un campo di mais a ridosso di un piccolo complesso residenziale, e mio malgrado devo percorrerlo per poter osservare il giardino sul retro di una di queste abitazioni, solo che ovviamente non so quale è quello giusto. È luglio, primo pomeriggio. Rumore di cicale che friniscono nella quiete. In lontananza dei volatili decollano, probabilmente spaventati dalla mia presenza. Le piante sono più alte di me, il che non mi aiuta nella ricerca, fa un caldo e un afa da togliere il respiro, ma non posso togliere la giacca perché le foglie di mais sono affilate come rasoi.

Dalla radio $Collega_M mi comunica che ha individuato l'abitazione indicata nella segnalazione e che dalla strada non vede nulla. Mi trasmette le indicazioni, quindi capisco di essere più o meno all'altezza giusta, devo solo cambiare direzione per raggiungere il confine del campo di mais e avvicinarmi alle abitazioni.

Il campo di mais dà direttamente sulla recinzione delle abitazioni, e rapidamente individuo ciò che cerco. Il povero simil pastore tedesco giace nella striminzita ombra prodotta da un piccolo balcone. È legato ad una catena e manca la ciotola dell'acqua. Mi avvicino per fare i rilievi fotografici. Il cane, giustamente, vedendo uno sconosciuto sbucare dal nulla ed avvicinarsi dà l'allarme abbaiando ed agitandosi. Terminati i rilievi torno sui miei passi per raggiungere $Collega_M e procedere con il controllo.

Prendiamo contatto con il proprietario di casa che per prima cosa nega di avere un cane, poi forse ha un cane, ne aveva una da piccolo, poi decisamente non ha un cane e mai ne ha avuto uno.

$Collega_M mi guarda perplessa. Sì, sto pensando la stessa cosa. È tutto molto, troppo sospetto. La segnalazione era un classico, cane a catena sotto il sole senz'acqua, ma la reazione del signore è esagerata. Troppo vago, si contraddice in continuazione. Insiste troppo per sapere chi ci ha mandati.

Potrebbe essere una persona molto diffidente, ma potrebbe anche essere che nasconda qualcosa di molto grosso, che magari non ha niente a che fare con il cane. È uno dei pericoli del mestiere, non sappiamo mai davvero dove finiamo o chi incontriamo. E come reagiranno.

Proviamo a tranquillizzare il signore per vedere le sue successive reazioni, spiegandogli che dobbiamo fare un controllo di anagrafe canina, chip, documenti, vaccinazioni, cuccia, ciotole e quant'altro.

Il tipo pare tranquillizzarsi e ci porta i documenti. Alcune cose non combaciano ma facciamo finta di niente, dobbiamo ancora leggere il chip del cane.

Accompagnati dal signore ci dirigiamo al recinto dietro casa dove ora fa bella mostra di se una bacinella di vetro con acqua limpidissima ed il cane è libero dalla sua catena.

Il cane, vedendo due sconosciuti, di cui uno non poi così sconosciuto, si imbizzarrisce di nuovo rompendo la ciotola di vetro. Nonostante ciò riusciamo comunque a leggere il chip e quindi ad avere tutte le informazioni che ci servono.

Consigliamo al signore di spostare il cane dal recinto così da evitare che si tagli con i cocci di vetro, fintanto che proseguiamo nelle operazioni di rito, e lo inchiodiamo alle sue responsabilità.
$M: ... manca un riparo adeguato e l'acqua deve essere sempre presente, specialmente con questo caldo...
Il signore interrompe la mia collega replicando
$S: La ciotola c'era, è che adesso l'ha rotta!
Io: A parte che non si usano ciotole di vetro, proprio perché si rompono e sono pericolose, come abbiamo visto, comunque è stata messa da molto poco perché alcuni minuti fa non c'era.
$S: Sì che c'era invece.
$M: Non ci prenda in giro. Non c'era.
$S: Vi dico che c'era, c'è sempre, non lascio il cane senza!
Io: Per cortesia, non insista. La ciotola non c'era.
Fisso $S inarcando un sopracciglio
Io: L'ho visto con i miei occhi.
$S: Impossibile. Come?
Gli indico la recinzione che dà sul campo di mais.
$S ragiona un attimo, assimila l'informazione e poi dà in escandescenza.
$S: Ecco perché il cane si era messo ad abbaiare prima. Voi non vi dovete permettere, non potete entrare nei campi e fare quello che vi pare...
$M: Per cortesia, non ci insegni il nostro mestiere
$S: ...No, io vi denuncio, questa è violazione della privacy, proprietà privata, adesso chiamo la polizia...
Io: Signor $S, forse la situazione non le è molto chiara.
Mi do una sistemata veloce alla camicia con distintivo e fregi in bella mostra
Io: Vede, io sono la polizia. Quindi calma e rispetto.
$S si dà una calmata e la situazione torna sotto controllo.

Alla fine riusciamo, con non poca pazienza, a mettere insieme i tasselli della vicenda e comprendere appieno la situazione.

Terminate le operazioni di rito forniamo le dovute prescrizioni ed istruzioni ad $S informandolo che nostri incaricati sarebbero passati a controllare. $S non è particolarmente felice della cosa, ma non è che abbia poi molta altra scelta.

Riprendiamo il nostro giro di controlli e in una ventina di minuti giungiamo alla successiva destinazione. Fatti i dovuti rilievi al recinto dei cani prendiamo contatto con il padrone di casa. Sorvolo sui convenevoli


$M: Dovremmo fare un controllo sui suoi cani.
$S2: Non ho cani
Io: Ne è davvero sicuro?
$S2: Mai avuto cani io
Io: Quindi nel recinto dietro casa ha solo oche e galline?
Chissà perché ho un fortissimo senso di déjà-vu...

lunedì 27 novembre 2017

La casa che rende folli

Università, primo anno. Supero l'esame di informatica, fortunatamente solo un'idoneità. Poi si capirà perchè "fortunatamente".


Breve introduzione: se non ricordo male da pochi anni avevano introdotto un nuovo sistema elettronico e gli esami venivano registrati in un apposito registro, stile blocchetto assegni, dove il cedolino andava alle segreterie per la lettura ottica, e la matrice restava al docente fino a che l'intero registro non era esausto, poi anch'essa andava alle segreterie. Qual'è la parte informatica del sistema? In molti se lo sono chiesto, anche io, più di una volta.

Finita la premessa andiamo sotto con la storia, che per la verità inizia alcuni mesi dopo.

Nel sito dove si consulta la carriera universitaria il mio esame di informatica non compare come sostenuto e superato, mentre nessun altro manca all'appello. Bello.
Vado in segreteria a rompere un po' le scatole, giusto per sapere di che morte devo morire.
Segretario1: Qui non c'è il tuo esame, mi sa che il docente deve ancora inviarcelo.
Io: Ne dubito, visto che tutti gli altri miei colleghi che hanno fatto l'esame lo stesso giorno sono in regola. Manco solo io.
S1: poco male, vai dal docente e fatti fare la fotocopia della matrice.
Io devo fare il loro lavoro, vabbé, per il quieto vivere...
Nell'ufficio del docente (500 metri in linea d'aria dalla segreteria, o anche meno)
Io: Buongiorno, si ricorda di me e dell'esame di informatica?
Docente: Si, prego, si accomodi. Perchè lo chiede?
Segue racconto della situazione e della necessità di avere la fotocopia della matrice.
Docente: Mi spiace, l'ho mandata già da parecchio tempo in segreteria, dovrebbero avercela loro.
Io: Dovrebbero, è questo che mi preoccupa.
Docente: Guardi, mi dispiace, non posso fare nulla. Buona fortuna.

Torno in segreteria, rifaccio la fila e spiego la situazione
Io: [...] quindi, la matrice dovreste avercela direttamente voi.
S1: clikkete clikkete No, qui non è mai arrivata.
Io: Come no? È partita ormai da più di un mese, deve fare solo cinquecento metri. Com'è possibile?
S1: Guardi, non so cosa sia successo di preciso, in genere queste cose non accadono, ma il sistema è tutto sommato ancora nuovo e talvolta qualcosa va storto...
Io: Ok, e allora come facciamo?
S1: Non possiamo fare altro che aspettare. Segnalo la cosa alla segreteria preposta.
Io: Lo sa cosa succede se per caso consegno i moduli o altri incartamenti in ritardo, vero?
S1: ...
Io: Però voi potete ritardare di mesi e non avere la più pallida idea di che cosa sia andato storto, e questo va bene.
S1: Risolveremo il problema.

Fast forward di due mesi
Il famoso esame non è ancora saltato fuori, e giunge tempo di fare un'altra visitina in segreteria.
Segretario2: Buongiorno, come posso aiutarla?
Io dopo aver fatto il riassunto di tutta la storia: A che punto sono le ricerche allora?
S2: Qui non c'è nulla.
Io: Per favore, mi dica qualcosa che non so, perchè questo lo immaginavo già.
S2: Faccio un sollecito.
Io: Sollecito? Piuttosto, facciamo una cosa intelligente, mi dica dove sono cedolino e matrice che vado a prenderli e glieli porto a mano. Facciamo senz'altro prima.
S2: Eh, fosse facile. Non sappiamo dove siano.
A questo punto, siccome la fine dell'anno accademico era alle porte e cominciavo ad essere davvero infastidito, prendo la decisione di frequentare a giorni alterni la segreteria, giusto per mettere un po' di sana pressione e per essere aggiornato in tempo reale dell'evoluzione dei fatti. E riesco ad estorcere importanti informazioni.

Ad esempio che mi trovavo nel limbo, dove formalmente i crediti dell'esame non sono assegnati, e quindi non calcolati, ma non posso registrare di nuovo l'esame perchè se saltano fuori due esami identici sono rogne a non finire.
Scopro anche che apparentemente nessuno ha idea di cosa o chi trasporti matrici e cedolini, e di che percorsi facciano. Deduco che tale servizio sia stato subappaltato al Mossad.
Scopro anche che probabilmente il cedolino è arrivato, ma disperso nel fascicolo di qualche altro studente. In pratica questi cedolino vengono letti, uno ad uno, da una macchina. A vole capita che la macchina tiri su due cedolini, e quello sotto viene "perso". In questi casi, con la famosa matrice, si ovvia al problema. A volte però succede che tali matrici restino impantanate gli Dei solo san dove, ma non è un problema perchè ci sono i cedolini. Mi è quindi più chiara la dinamica degli eventi, ed il fatto che la sfiga ha baciato proprio me.

Fast forward di un altro mese.
Stufo marcio della situazione decido di giocare la mia penultima carta.
Mi alzo alle cinque del mattino, prendo il primo treno per essere sicuro di essere primo nella fila in segreteria ed avere il biglietto numero 1 della giornata.

Aprono gli sportelli
Chiamano il numero 1
Arrivo io, armato di sorrisone da 128 denti
Io: Ciao, oggi sono $espressione_poco_carina per tutti.
$Segretario3 con tono sereno ed impassibile mi dice che gli dispiace ma non ha ancora informazioni utili da darmi.
Io: Immaginavo, in sei mesi non avete fatto progressi degni di nota. Ed io sono stanco, molto stanco, quindi non me ne vado finchè non mi trovate quel $altra_espressione_poco_carina di esame. Domande?
Il Segretario, senza batter ciglio si gira, recupera un modulo mai visto prima, lo compila e me lo porge.
Segretario3: Ora, con questo modulo esci, giri a sinistra, vai al civico $numero, ed entri. Li ci stanno quelli incaricati di questi lavori.
Io: E me lo dite solo ora? Sei mesi!? Per un $espressione_veramente_poco_carina di foglio?
In quel momento mi rendo conto che sto urlando, sbavando e tirando pugni sul sul divisorio in plexiglas, e tutta la gente in fila dietro di me è molto preoccupata ed interessata all'evolversi della situazione, e lo stesso $Segretario3 non è più tanto sereno e impassibile.

Io, ora con un filo di voce, nel silenzio
Io: È un test medico, vero? Per mettere alla prova il mio fegato?
Segretario3 ora è visibilmente preoccupato.
S3: No no, sono sicuro. Vai li e ti risolvono tutto.
Io: E dirmelo sei mesi fa? ...  Lo sai che in questo momento potrebbero riconoscermi l'incapacità di intendere e di volere?
$Segretario3 sta osservando con preoccupazione la sottile lastra di plexiglas che ci separa.
S3: Guarda, se ne occupano loro, val al civico $numero e con quel modulo ti fanno entrare.
Mi giro e vado. Mai sentito tanto silenzio in quella segreteria. Guardo il modulo, deve essere il famoso lasciapassare A38.

Raggiungo $civico ed entro. Mi si para davanti una guardia armata
GA: Alt! tu non puoi passare
Io: Ma io ho questo!
Gli porgo il modulo, la guardia controlla
GA: Ah, ok, allora puoi entrare
Mi addentro nell'edificio e raggiungo l'ufficio che mi interessa, busso.
Segretario4: Tu chi sei? Come hai fatto ad entrare?
Io sventolando il lasciapassare A38
Io: Resta di stucco, è un barbatrucco!
S5: Cosa vuoi?

Segue spiegazione degli ultimi sei mesi

S5: Ah, adesso ho capito chi sei. Si, stiamo cercando il tuo cedolino, ma vedi, potrebbe essere dentro uno qualsiasi di questi fascicoli...

Mi fa vedere una stanza, stile archivi di X-files, con tantissimi scatoloni su tantissimi scaffali, e la  luce che non riesce ad illuminare tutta la stanza, dando l'impressione che non finisca mai? Ecco, me la ricordo così.

S5: Ci vorrà un sacco di tempo a trovarlo.
Io: Sei mesi non sono bastati. Lo immaginavo già.
S4: Facciamo prima ad aspettare che questo cedolino salti fuori da solo.

In parole povere, quando qualcuno si laurea, o si ritira, il suo fascicolo viene controllato a manina, e se c'è qualcosa che non va, tipo un cedolino di un altro studente, sistemano il problema.

No, la cosa non mi va per niente bene. Occupo l'unica uscita dell'ufficio.
Io: Quindi potrei dover aspettare anni, giusto? Vi rendete conto che se il tizio che ha il mio cedolino se la prende comoda, io sono costretto ad aspettarlo? Me le pagate voi le tasse?
I segretari, comprendendo che potrei azzannare qualcuno di loro, tentano di tranquillizzarmi dicendo che risolveranno tutto il prima possibile.

Continuo ad occupare l'unica uscita.
Io: No, forse non mi sono spiegato bene. Voi non lo troverete il prima possibile, lo troverete oggi. Perchè nessuno di voi se ne andrà finchè quel $espressione_poco_carina di esame non mi viene trovato. Domande?
S5: Ma ci vorrà un infinità!
Io: Prima iniziate, prima finite.
SegretarioG (genio): Vabbè, proviamo con l'ultima spiaggia.
S4+5: La che?

SegretarioGenio fa una telefonata, in pochi minuti arriva un fax dal il docente di informatica che certifica di suo pugno che ho superato l'esame e sono idoneo. Fortunatamente avevo tartassato pure il docente, quindi si ricordava benissimo. E sempre fortunatamente, per un'idoneità basta sto foglio, se fosse stato un esame con voto non credo potesse funzionare.
Quel foglio A4 faxato è diventato il facente funzioni del cedolino. Esame registrato.

Riassunto:
Sei mesi abbondanti per risolvere il problema, mezz'ora per la risoluzione materiale.

lunedì 20 novembre 2017

Urlando contro il cielo

Ci arriva in comando una distinta signora. Desidera sporgere denuncia perché nel vialetto che porta al suo gruppo di case, rientrando qualche sera prima, si è trovata una tagliola e per poco non ci rimetteva il piede.

In comando ci si guarda un po' perplessi. Ok, le tagliole si usano ancora spesso (purtroppo), ma in un contesto così densamente popolato è una novità. $Collega_PP chiede alla signora di descrivere l'oggetto, magari si è sbagliata.
La signora invece fornisce una descrizione ben dettagliata che non lascia spazio a dubbi, tra l'altro si trattava di una tagliola abbastanza grande, che potrebbe davvero spezzare un osso umano. Tale tagliola ovviamente era sparita immediatamente dopo il fatto, sicuramente dal bracconiere che l'aveva piazzata. La signora non ha fatto a tempo ad entrare in casa per prendere la macchina fotografica che ogni prova si era già volatilizzata. Ovviamente la signora e il di lei marito non hanno mai notato movimenti sospetti.
$Collega_PP e $Collega_RP qualche giorno dopo vanno in perlustrazione e capiscono molte cose; ci sono evidenti tracce di passaggio di caprioli. Il bracconiere, probabilmente della zona, vuole catturarne qualcuno, ma non può usare armi da fuoco perchè l'area è densamente popolata e anche con il silenziatore i colpi si sentirebbero troppo bene.

Si decide di tendere la trappola al trappolatore.

Decidiamo di agire una determinata notte, è la più probabile per il prossimo colpo dei criminali.
La gentile signora, da noi istruita, ci ha sempre tenuti aggiornati e quindi sappiamo che la tagliola non era più stata riposizionata; questo, come si può facilmente intuire, perchè probabilmente il bracconiere era nascosto li vicino ed ha potuto vedere la signora che quella notte ci inciampava sopra, fortunatamente senza attivarla.
La cosa deve aver spaventato il criminale; ma si sa, la cupidigia dei cacciatori è sfrenata. Ci riproverà di sicuro prima o poi. E quella è la notte giusta.

Seguendo le direttive di $collega_RP e $Collega_PP ci dislochiamo in luoghi strategici, in modo da non lasciare scampo al tristo figuro. Io mi accomodo in un giaciglio di rovi all'ingresso della strada, comunicatore all'orecchio pronto a trasmettere ogni movimento sospetto dal mio lato.
Il sole sta tramontando. Ovviamente bisognava arrivare presto per non destare sospetti. Non è impossibile che il criminale che aspettiamo abiti in una delle case li vicino.

Molte macchine vanno e vengono; questo è un bene, la nostra macchina e la nostra presenza saranno passate ancora più inosservate. Però è anche vero che con troppa gente in giro il bracconiere potrebbe preferire non agire.
Una mezzora dopo il tramonto è tutto calmo, non si muove una mosca. Pare tutto perfetto.

Cerco di sistemare uno straca$$o di rametto spinoso che mi si infila sulla caviglia, sperando che sia un rametto e non una bestiola a otto o più zampe, quando

I took her out, it was a Friday night
I wore cologne to get the feeling right
We started making out and she took off my pants
But then I turned on the TV

Su una delle villette è iniziata una festa. Bello. Non era previsto.

Vamos a la playa
A mi me gusta bailar
El ritmo de la noche
Sounds of fiesta
Vamos a la playa
A mi me gusta bailar
El ritmo de la noche

Abbiamo anche il sottofondo musicale, sparato a tutto volume.

Che facciamo?

Balliamo sul mondo
Va bene qualsiasi musica
Cadremo ballando
Sul mondo, lo sai, si scivola
Facciamo un fandango
La sotto qualcuno riderà
Balliamo sul mondo

La canzone sparata a palla dalle casse suggerisce già la risposta. Ok, dal comunicatore arriva conferma di rimanere in posizione. Siamo ancora in ballo. La musica e la festa in realtà potrebbero essere la perfetta copertura per il bracconiere, che potrà agire senza il timore di fare troppo rumore.

 I gotta feeling that tonight's gonna be a good night
That tonight's gonna be a good night
That tonight's gonna be a good, good night

Sì. Anche io sento che sarà una buona notte.

I caprioli non passano, probabilmente spaventati più dalla nostra presenza che dalla musica, ma questo il criminale non lo può sapere.

Rimaniamo ad aspettare allietati dalla festicciola e dagli schiamazzi allegri di chi si diverte.

Feel the heat of the night
Everything's alright
Feel the power of my heart
Gimme all your love

Propongo di andare ad imbucarci alla festa prima che finisca, sembra divertente; ma il dovere è più importante.

Le ore passano. I partecipanti della festicciola se ne vanno alla spicciola salutando e ridendo. Tutti sono rilassati, ma noi no, siamo ancora vigili e pronti. E lo è anche qualcun altro.

Come vedi sono qua
Monta su, non ci avranno
Finché questo cuore non creperà
Di ruggine, di botte o di età…

Qualcosa di sospetto si muove, giungendo dal boschetto.

…C’è una notte tiepida
e un vecchio blues
da fare insieme,
in qualche posto accosterò
e quella là sarà la nostra casa, ma
credo che meriti di piu’…

Una figura emerge e rimane immobile guardandosi intorno.


…ma intanto son qua io
e ti offro di ballarci su:
è una canzone di cent’anni almeno.
Urlando contro il cielo.
Ooh, ooh, ooh, ooh, ooh, ooh, ooh, ooh…

La figura si china poggiando ciò che tiene in mano ed iniziando ad armeggiarci.
Noi rimaniamo in posizione osservando

…Non saremo delle star
ma siam noi, con questi giorni
fatti di ore andate per
un weekend e un futuro che non c’è…

Il tizio fissa una catena all'arnese e lo arma. È il classico rumore di una tagliola.
I miei colleghi più vicini balzano fuori e si qualificano. Lui non se lo aspetta, tenta di scappare ma scivola. Lo prendono.

…Non si può sempre perdere
per cui giochiamoci
certe luci non puoi spegnerle.
Se è un purgatorio è nostro perlomeno…

Lui tenta ancora di scappare, ma è a terra. Insulta, inveisce urlando contro di noi e…

…Urlando contro il cielo.
Ooh, ooh, ooh, ooh, ooh, ooh, ooh, ooh

lunedì 13 novembre 2017

Non tutti gli eroi portano il mantello

La fredda nebbia di novembre avvolge la stazione. Come uno sferragliante spettro il treno appare al suo binario, annunciato prima dalla voce registrata e dalle sue luci sfocate in lontananza. Salgo prendendo posto ed assaporando il piacevole tepore della vettura.
Il capotreno fischia, siamo pronti a partire.
Il treno inizia ad avanzare e le gocce di condensa scendono sul vetro del finestrino quasi come se st

PUM

Buio.

Silenzio

Perdiamo velocità

Noi pendolari ci guardiamo negli occhi, sappiamo già che Trenitalia ne ha combinata un'altra delle sue. Non sappiamo ancora cosa, come, e soprattutto se arriveremo in tempo a destinazione.

Mezzo minuto dopo la vettura è avvolta dal cupo suono dei condensatori che si caricano. Pare l'effetto sonoro dei film di fantascienza, quando i motori dell'astronave si preparano al salto in hiperdrive. Le luci si accendono. Mi aspetto di vedere da un momento Samantha Carter e il resto della squadra SG1 irrompere nella vettura, e dopo altri interminabili secondi i motori dell'elettrotreno tornano a spingere verso la destinazione.
Bene, speriamo sia stato solo un problema occasionale.

Ma chi visse sperando morì in modo poco bello.

Senza ulteriori intoppi raggiungiamo la fermata successiva, ma quando è il momento di riprendere la marcia il problema si ripresenta. Chiacchierando con altri pendolari scopro che il treno aveva manifestato questo problema fin dalla sua partenza, ma che alla fine era sempre riuscito a ripartire.

Il suono dei condensatori avvolge la cabina, luci ok, motori si avviano, pochi metri di slancio e il treno muore ancora.
Il macchinista prova ancora. Altro fallimento. Riprova. Fallisce. Riprova.

Fallisce.

Il treno con i numerosi tentativi è riuscito a percorrere solo poche decine di metri; il macchinista getta la spugna e annuncia che dobbiamo attendere un secondo treno in soccorso per il trasbordo.

Il malcontento serpeggia tra tutti; passi l'evento eccezionale, passi il guasto non previsto, ma se un treno fin da subito non funziona perchè insistere e volerlo far correre a qualunque costo? Per bloccare la linea e massimizzare il danno? Obiettivo raggiunto!

Scendiamo dal treno per prendere una boccata d'aria, molti hanno bisogno anche di una dose di nicotina. Mi avvicino alla carrozza con il macchinista e lo vedo intento a pincionare sulla plancia e sfogliare un manuale. Percepisco chiaramente il suo disagio e la sua apprensione, nemmeno io vorrei avere il fiato di un centinaio di persone sul collo.

Ad un certo punto un tizio chiede, indicando col dito la coda del treno
T: Perchè non provi ad usare quel'altro?
Il macchinista fa la faccia stralunata, lo fissa, e poi gli si accende la lampadina.
Torna a pincionare sulla plancia, il pantografo si abbassa e al suo posto si alza quello della vettura di coda. I circuiti elettrici del treno riprendono vita, il condizionatore torna a soffiare gradevole aria calda, le luci dai finestrini fendono la nebbia con rinnovato vigore. Un fischio. Il capotreno annuncia che si può ripartire...

lunedì 6 novembre 2017

Nella tana del lupo

Continuano le -non so più come definirle- vicende narrate nel primo, secondo, terzo, quarto, quinto e sesto episodio

Alcuni giorni dopo i fatti della mattanza di colombi devo recarmi presso il comando di $polizia_speciale a consegnare della documentazione riguardante altri eventi. Scopro che gli uffici brulicano di attività come formicai, il personale - specialmente gli agenti e gli ufficiali - sono in Hyper-Threading spinto. Suppongo che stiano lavorando alacremente per trovare una soluzione al problema del loro collega $P e dopo quattro chiacchiere con degli impiegati ne ottengo conferma.
Davvero nobile il loro impegno. Ammirevole.
Sarebbe stato molto più semplice fare le cose fatte bene fin da subito, ma se i metodi non cruenti funzionano il divertimento viene meno. Sia mai!

Rapidamente si sparge la notizia che il malvagio $ARM_ si aggira per i corridoi. Dagli uffici mi guardano in cagnesco ringhiando. Non ti avvicinare! Non avrai mai la mia licenza di caccia!
Ok, sto un po' esagerando. E comunque mi preoccupo poco perchè ho fatto la vaccinazione antirabbica.

La promiscuità della questione "agenti di $polizia_speciale con licenza di caccia" ha sempre lasciato molta perplessità a chiunque. In pratica la stragrande maggioranza degli agenti e tutti gli alti ufficiali come hobby vanno a caccia.
$polizia_speciale, per chi se lo fosse perso, è quel corpo di polizia che specificatamente fa vigilanza venatoria.
Appare immediatamente evidente che vi sia un conflitto di interessi. Per carità, non è necessario pensare a chissà quale comportamento criminale, basti pensare all'agente che si trovasse a dover controllare il collega, o un amico di battute di caccia. I cacciatori sono relativamente pochi, la cosa è sicuramente frequente. Riuscirebbe ad essere imparziale? Io non ho problemi ad ammettere che in una situazione simile sarei in difficoltà e chiederei che fosse un collega ad occuparsi del caso.
Oppure prendiamo l'esempio dell'agente cacciatore che vuole farsi qualche giorno col suo hobby. Avrebbe senso concedergli giorni di ferie durante il periodo di caccia, cioè proprio quando c'è più bisogno di agenti?

In genere la risposta a questo è che un cacciatore ha una conoscenza della materia migliore ed è meglio inserito nell'ambiente.
Questo da già l'idea di come i cacciatori si descrivono, cioè una specie di setta riservata a soli iniziati dove vige la massima omertà, e si suggerisce che solo appartenenti a questa setta potrebbero efficacemente controllarla. La cosa è interessante se ci si dimentica di tutto il problema del conflitto di interessi e delle possibili collusioni.

In realtà anche un non cacciatore può benissimo raggiungere un'ottima preparazione, forse ci metterà un poco più di tempo. Ecco, non potrà mai inserirsi ufficialmente nella loro setta, ma ce n'è davvero bisogno? La polizia per avere informazioni sulla mafia infiltra i suoi agenti sotto copertura, non fa entrare i mafiosi nei suoi ranghi.

Ma vabbé, siamo in Veneto, dove il controllato controlla il controllore.

Qualche giorno dopo mi arriva a casa un veicolo della $polizia_speciale per farmi l'elezione di domicilio. Perchè io, mio padre e $LdP siamo sotto indagine.
Ovviamente non mi viene detto il capo d'accusa.
Non so se questa mossa è propedeutica a qualche loro azione a tutela di $P, se è un atto per cercare di intimidirmi o entrambe.
Io sono tranquillo, mio padre e $LdP erano sotto il mio comando, quindi non rischiano nulla, alla peggio risponderò io per loro. Ma comunque so di aver fatto tutto come si deve, seguendo il codice di procedura. Che nell'elezione di domicilio manchi il capo d'accusa non è un caso.
Da parte mia c'è ancora più determinazione ad andare in fondo alla faccenda.
L'informativa di reato, un gran bel documento, viene portato in procura e la palla passa alla magistratura.

******

L'autunno di quell'anno noto una cosa strana. Nelle campagne circostanti casa mia non si sente sparare. Ed è strano, perchè gli anni precedenti i cacciatori battevano la mia zona. Indagando scopro che alle varie riunioni dei cacciatori si è sparsa la voce
Ste tenti, ghi n'è uno anca ae $frazione_di_città_dove_abito!
Fa un certo che sapere che la propria sola presenza è in grado di scoraggiare i cacciatori a battere una zona. E a pensarci bene, se non avessero nulla da nascondere perchè dovrebbero preoccuparsi?

******

Il tempo passa, le stagioni si avvicendano, i ciliegi fioriscono e sfioriscono più volte. Vengo a sapere che il buon $P prima è stato trasferito a $altro_corpo_di_polizia, poi ha accettato il prepensionamento. Gli altri partecipanti alla battuta di caccia invece, quando mi vedono, perdono il sorriso e cambiano strada.

Ah, e delle indagini a mio carico non ho più saputo nulla...

lunedì 30 ottobre 2017

Il duro lavoro d'ufficio

Continuano le incredibili vicende narrate nel primo, secondo, terzo, quarto e quinto episodio

Finita la parte di attività sul campo - rilevamenti, registrazioni fotografiche, raccolta di informazioni, dichiarazioni - inizia quella altrettanto complessa e difficile della redazione di tutta la documentazione necessaria per portare avanti l'azione penale.

Ebbene sì, la parte forse più importante del lavoro di una guardia si svolge seduta alla scrivania davanti ad un computer a scrivere. Perchè se i documenti non sono scritti nel modo giusto e non arrivano nel posto giusto nei tempi giusti tutto il lavoro e il sudore versato sul campo finiscono nel cestino.

Scrivere in modo chiaro e corretto, richiamare i giusti articoli di legge fa la differenza tra una informativa di reato archiviata e una portata avanti.
Perchè il Pubblico Ministro deve poter capire esattamente cosa è successo, poter fare le sue valutazioni in modo chiaro. Lui non era presente, noi siamo i suoi occhi e le sue orecchie. Noi dobbiamo cristallizzare la situazione in modo che anche a distanza di anni tutte le informazioni siano limpide e disponibili.
Noi dobbiamo ricostruire la cronologia degli eventi, realizzare le mappe intrecciando le misurazioni raccolte sul campo con la cartografia satellitare, studiare le sentenze passate per capire com'è l'orientamento giuridico attuale, ordinare gli allegati e preparare i supporti digitali quando necessario.
Il tutto deve essere completato in tempo, a volte abbiamo solo 48 ore dal momento in cui agiamo a quando il plico deve essere in mano alla procura.

Le informazioni che forniamo devono essere vere, certe. Non c'è spazio per suggestioni o convinzioni. Si sta decidendo il destino di una o più persone. A volte si fa giurisprudenza, per il futuro di tutti.
Rileggere dieci volte per essere certi che tutto sia chiaro, che non siano possibili fraintendimenti, che gli avvocati della difesa non usino qualche cavillo per mandare tutto in malora.

A volte, come in questo caso, bisogna scavare nel diritto cercando di capire quali sono le normative da applicare, cercare dei precedenti, fino ad arrivare a norme del 1865 - ancora in vigore - perchè la situazione è così assurda ed atipica che non ha prec

Oh, guarda qua. E invece è già successo. Ci sono sentenze di cassazione, anche relativamente recenti. Uhm. In pratica la delibera che autorizzava la mattanza di colombi di per se era legittima, ma prima di procedere le autorità avrebbero dovuto mettere in atto i metodi non cruenti previsti nella delibera stessa e verificare la loro efficacia o meno. Invece non lo hanno fatto, quindi la delibera deve essere disapplicata... Quindi i partecipanti alla battuta dovrebbero rispondere di caccia in periodo di divieto! E a specie protetta! E la cosa è pure confermata dalla corte Europea!
Qualcuno dice che siamo troppo cattivi, dei talebani, che la nostra mamma è una che si diverte tanto. Che siamo troppo bastardi.
Se essere determinati e fare bene il proprio dovere significa essere dei figli di puttana, allora noi facciamo parte del Sacro Ordine dei Gran Figli di Troia. E io sono uno dei Supremi Sacerdoti dell'Ordine.
Si, ne sono fiero.

Non c'è pericolo per l'innocente, anche se io sbagliassi non emetto giudizio, non sono giuria. Non è questo il mio potere.
Sarà il giudice a decidere, si chiama così per un motivo.

Chi si lamenta e frigna è chi non ha solo qualche scheletro nell'armadio, ma un intero ossario.

Perchè la vittima si riconosce dal pianto, il colpevole dal piagnisteo.

continua...

lunedì 23 ottobre 2017

Attenti al leopardo

Continuano le strabilianti vicende narrate nel primo, secondo, terzo e quarto episodio

Urge avere copia della delibera che autorizzava la mattanza dei piccioni. Inizia la ricerca...

- Ma i piani erano ben visibili al pubblico...
- Visibili?! Sono dovuto andare nello scantinato per vederli!
- Ma è quello l'ufficio di consultazione per il pubblico!
- E si deve consultare con la torcia elettrica?
- Oh già, si vede che le lampade si erano fulminate!
- Ma non mancava solo la luce. Mancava anche la scala!
- Insomma, avete trovato i piani?
- Sì - disse Arthur - sì. Erano in fondo a un casellario chiuso a chiave che si trovava in un gabinetto inservibile sulla cui porta era stato affisso il cartello 'Attenti al leopardo'.
    -- Douglas Adams, "Guida Galattica per gli Autostoppisti"
Ecco, non è andata proprio così, ma non è ci mancasse poi tanto.
Questo genere di delibere, sebbene formalmente disponibili al pubblico, sono difficilissime da ottenere, pare quasi che qualcuno non voglia che si conoscano prima che sia troppo tardi per impugnarle. Se fossero fatte con tutti i crismi non sarebbero impugnabili, ovviamente, ma spesso vengono scritte con parti del corpo che nulla hanno a che vedere con le mani.

I dettami della legge e dell'ISPRA prevedono che affinchè si intervenga al fine di contenere una specie dannosa per gli interessi umani sia necessario accertare l'ammontare del danno, che siano messe in atto le misure di controllo non cruento e se - e solo se - queste misure falliscono sia possibile intervenire con i metodi cruenti.
Invece in questo caso, come in tanti altri, i metodi non cruenti sono dettagliatamente indicati ma non attuati, e dalla segnalazione del danno si passa immediatamente all'intervento armato.
Trovo nobile questa solerzia e rapidità da parte dell'istituzione; niente burocrazia, niente perizie, niente valutazioni di fattibilità. Dritti all'azione.
Se fosse sempre così sarebbe bello, ma in genere lo è solo quando di mezzo c'è l'interesse di alcune categorie "particolari" di persone.

Sentendo i proprietari del fondo agricolo otteniamo conferma di questo, loro come ogni anno hanno chiamato in provincia dicendo che i piccioni sono troppi e loro hanno risposto fassotutomi!
A ulteriore conferma dell'inefficacia delle fucilate. Se ogni anno devi intervenire con misure eccezionali significa che c'è qualcosa di profondamente sbagliato.

Ma la logica è qualcosa che appartiene ad un mondo lontano.

continua...

lunedì 16 ottobre 2017

Differenti tipi di umanità, diverse priorità

continuano le folli vicende narrate nel primo, secondo e terzo episodio

Finalmente giunge $caponucleo e prende il comando. $P manifesta anche a lui la sua irritazione per la situazione ma $caponucleo lo persuade a completare il controllo. Dopotutto se non hanno nulla da nascondere non dovrebbero avere problemi.
$caponucleo svolge questa attività ormai da molti anni, è un nome molto noto, hanno cercato di farlo fuori in tutti i modi fallendo miseramente e soprattutto ha l'abilità di vendere il ghiaccio agli eschimesi.

Misurando le distanze accertiamo che non rispettano i dettami della legge 157/92. Questo fatto, grave di suo, è ulteriormente aggravato dal fatto che a presiedere la battuta c'è un ufficiale di $polizia_speciale, che sulla carta dovrebbe conoscere la legge sulla caccia come il palmo della sua mano.

Dopo aver raccolto le dichiarazioni dei presenti $caponucleo chiede a $P di interrompere l'attività, vista la situazione e visto l'oggettivo pericolo per la popolazione; poco distante vi è una specie di attrazione naturale, meta di molte famiglie con bambini durante i mesi caldi dell'anno. $P e gli altri partecipanti non vogliono sentire ragioni, ribadiscono che la battuta è autorizzata e quindi intendono proseguire ad ogni costo. Infatti appena ci allontaniamo riprendono a sparare con più determinazione che mai.

In realtà l'attività di "controllo" dei piccioni col fucile è una pura perdita di tempo e risorse economiche. Come abbiamo già visto il colombo prolifera perchè ha le condizioni ideali per farlo, e ammazzarne un pochi qua e la non cambia certo la situazione. Quelli che muoiono vengono prontamente rimpiazzati da nuovi nati e da esemplari provenienti da altre aree. Anche se una popolazione venisse quasi completamente sterminata in pochi mesi potrebbe tornare alla consistenza originaria.
L'abbattimento potrebbe essere d'aiuto se le cause della proliferazione fossero rimosse, ma nelle condizioni attuali è un esercizio privo di senso. O almeno lo è per chiunque non veda il mondo attraverso una mira e non creda che qualsiasi problema sia affrontabile con una buona dose di piombo.

Quell’amore che ha l’uomo cacciatore per ciò che è vivo e non sa esprimerlo altro che puntandovi il fucile.
~Italo Calvino
Con $caponucleo andiamo a raccogliere le dichiarazioni delle persone spaventate e/o colpite dalle armi da fuoco in modo da avere un buon dossier da presentare al Pubblico Ministero. Persone che camminando tranquillamente sulla pubblica via, in mezzo alle case, vengono investite dalla rosa di pallini, altri che rilassandosi sulle panchine si spaventano per la vicinanza del rumore degli spari e fuggono. Nei giorni successivi sentiamo anche i proprietari della stalla scoprendo delle cose interessanti...

continua...


lunedì 9 ottobre 2017

Ligi al proprio dovere

Continuano le mirabolanti vicende narrate nel primo e secondo episodio

Siamo al punto in cui uno dei partecipanti alla battuta di caccia apparentemente illegale pare essere un poliziotto di uno di quei corpi che dovrebbe fronteggiare il bracconaggio. Ed è pure in servizio.

Questo spiega perchè le altre forze di polizia intervenute prima non abbiano fatto nulla. Trovando un $medio_grado a dirgli che va tutto bene loro si saranno fidati.
Chiedo lumi a $P, cosa sta facendo esattamente e perchè, e con non poca fatica scopro che si tratterebbe di un'operazione di controllo dei piccioni approvata dalla provincia, quindi secondo lui io non ho l'autorità per interromperla. Rispondo che invece credo proprio di avercela, e anche fosse ho degli ordini da eseguire e che se la cosa non gli garba può lamentarsi col mio comandante. Ovviamente $P non è in grado di produrmi un documento scritto comprovante questa fantomatica autorizzazione, e mi ostacola nell'identificare gli altri partecipanti alla battuta.
È giunto il momento di chiamare $caponucleo per aggiornarlo e sapere a che punto sono i rinforzi, intanto sono riuscito a fermare tutto e a calmare gli animi, ma sono certo che appena $P avrà parlato con uno dei suoi superiori gli animi si scalderanno di nuovo.
Vista la delicatezza della situazione $caponucleo ci raggiunge in una decina di minuti.

Non so come riesco a mantenere tranquilla la situazione con i tre cacciatori ansiosi di ricominciare a sparacchiare. Bisogna capire che probabilmente sono in astinenza da almeno qualche settimana e le bestiole morte li attorno non sono sufficienti a placare la sete che hanno.
Perchè al cacciatore medio non basta la stagione di caccia che da fine settembre va fino al 31 gennaio... Ha la preapertura, e la stagione viene fatta finire a febbraio. E poi in primavera c'è il contenimento degli ungulati e delle volpi (che stranamente non si sono riusciti a contenere in inverno), poi c'è la caccia alle nutrie e l'addestramento cani... E il contenimento degli altri "nocivi".
Caccia tutto l'anno!
E ancora non basta.
 $P: Allora, è finito sto controllo? Noi qui dobbiamo tornare a sparare!
Notare il "dobbiamo", perchè loro devono...
Io: Direi proprio di no, visto che di fatto non abbiamo neanche iniziato. Ma a questo punto direi di aspettare $caponucleo così facciamo tutto per bene.

$P non è soddisfatto e se ne torna a confabulare con gli altri tre. Io cerco di stare vicino per chiacchierare, così da tenerli distratti e buoni e allo stesso tempo ottenere più informazioni. Intanto i miei ausiliari si aggirano per l'area a controllare se per errore non sia stati abbattuti anche esemplari di altre specie.

Il problema del contenimento ai colombi è molto sentito a causa del numero apparentemente abnorme degli stessi.
I motivi di questa massiccia presenza sono molteplici. La specie è sicuramente prolifica ma ciò non basta, significa che l'ambiente gli è particolarmente favorevole.
Come per tutte le specie, il colombo per moltiplicarsi rapidamente ha bisogno di cibo, luoghi dove nidificare e assenza di predatori.
In una realtà iperurbanizzata come la Pianura Padana depositi di granaglie, spazzatura e fattorie sono immense fonti di cibo. Infatti non è raro vedere immensi stormi spostarsi dai centri abitati verso la periferia per banchettare.
La città invece è il luogo perfetto dove nidificare. L'abbondanza di edifici abbandonati, semiabbandonati o comunque frutto di scelte architettoniche particolari offre al colombo un numero pressochè illimitato di anfratti e buchi ove costruire il nido. Ovviare a questo sarebbe relativamente semplice ed efficace, ma costoso. In alcune realtà si tenta di agire in tal senso, ma in Veneto mi risulta che nemmeno si tenti. I ricchi proprietari di immobili sarebbero costretti ad assumersi la responsabilità della manutenzione dei loro stessi immobili -orrore!- molto meglio scaricare il problema ed il costo sull'intera società.

Infine c'è il controllo operato dai predatori naturali del colombo, per lo più rapaci, volpi e gatti selvatici. 
Purtroppo questi predatori, importanti per il corretto equilibrio dell'ambiente, sono oggetto di attenzione particolare da parte dei cacciatori, che nel loro encomiabile lavoro di salvaguardia della natura e dell'ambiente li sterminano e li perseguitano con ferocia e determinazione che non trova eguali.
Come risultato abbiamo lo sconvolgimento dei già precari equilibri naturali con proliferazione di alcuni dei nocivi. E ovviamente il prode cacciatore è pronto a sacrificarsi per proteggere gli inermi e gli indifesi dalla malvagità di cornacchie, nutrie e colombi.

Comprendere il cortocircuito logico con annesso conflitto di interessi è banale e lasciato come esercizio al lettore

continua...

lunedì 2 ottobre 2017

Presentazioni, divise ed altre amenità

Continuano le tristi vicende narrate nel primo episodio
Siamo al punto in cui io mi sto avvicinando rapidamente per intercettare gli altri partecipanti alla battuta in modo che non scappino o non occultino un eventuale bottino.
Mi qualifico, ordino di scaricare le armi e preparare i documenti. Per tutta risposta partono dei colpi d'arma da fuoco.

Questo è il genere di cose che mi fanno incazzare. Se qualcuno ti si avvicina tu almeno operi la cortesia di non sparare; prima di essere una norma di legge è una norma di educazione e di sicurezza. Se chi ti si avvicina è una divisa questo genere di comportamento diventa una minaccia o un affronto.

Mi piazzo davanti, occupando la linea di fuoco e intimando di nuovo di scaricare le armi.
Di lato al casotto, in una posizione che prima era eclissata dallo stesso, vedo parcheggiato un veicolo della $corpo_di_polizia_speciale. Ci sono anche loro da qualche parte, ma non riesco a vederli. La cosa non mi piace neanche un po'. Vabbé, io ho i miei ordini, eseguo.
Gli occupanti dell'orrido casotto sono due, mi fissano, e io a braccia conserte faccio altrettanto.
Io: Beh, stiamo qui tutto il giorno a fissarci? Scaricate le armi ed uscite.
Uno dei tizi inizia a scaricare il fucile ma l'altro, che chiameremo $P, lo ferma.
$P: Tu non scaricare - poi si rivolge a me con tono aggressivo - E tu non puoi stare qui, vattene via.
La mia tacca dell'odio si alza di un'altra unità
Io: Lei non si rivolge a me con quel tono, venga fuori e mi mostri bene la sua faccia. Non sarò così buono da dirglielo un altra volta.
$P esce dal casotto e mi fissa con fare poco amichevole.
$P: Tu non puoi stare qui, stai intralciando la battuta di caccia.
Io: Io sono $ARM_ del nucleo delle Guardie Zoofile di $capoluogo, con chi ho il piacere di parlare?
$P diventa paonazzo in viso
$P: Io sono il $medio_grado $P della $corpo_di_polizia_speciale
Io stavo per rispondergli "Si, si, certo. E la in fondo c'è nonna papera che sta prendendo le generalità dei presenti" ma mi fermo giusto in tempo. Sulla sua maglietta vedo lo stemma in tessuto della $corpo_di_polizia_speciale. E li a fianco effettivamente c'è la macchina di $corpo_di_polizia_speciale.

Ma porca miseria, perchè io devo avere divisa con mostrine, distintivo e tutto bene in vista altrimenti vengo accusato di non essere "ben identificabile" e i miei atti rischiano l'annullamento, mentre a sti qui basta una maglietta verde del mercatino cinese con un patacco in tessuto incollato sopra? Se non si qualificava non lo avrei mai riconosciuto.


Guardando meglio i partecipanti alla battuta noto anche che hanno tutti la spalla arrossata, segno che nelle ore precedenti ci devono aver dato veramente dentro. È l’effetto dei numerosi colpi di rinculo del fucile.

E qui la situazione si complica.
Mi trovo nella situazione in cui, apparentemente, uno dei bracconieri è un ufficiale di $corpo_di_polizia_speciale che dovrebbe essere specializzata nel perseguire i bracconieri, ed a quanto pare è pure in servizio.

Oh ca$$o. E mo' che faccio? Rimpiango sempre di più lo scassone del PC di $caponucleo.

continua...

lunedì 25 settembre 2017

Action station, action station

È una domenica mattina di fine primavera, sto facendomi la doccia dopo una notte passata con amici. Il mio progetto è di finire la meritata doccia e ributtarmi a letto, ma qualcuno ha altri progetti...

Il cellofono chiede attenzione riproducendo il suono del klaxon di un cacciatorpediniere. Significa che $caponucleo o $collega_M sta chiamando.
Finisco rapidamente la doccia e guardo, è $caponucleo. Che vorrà? Gli si sarà inchiodato di nuovo quello scassone del suo portatile? Spero di no.

Richiamo.
Io: Hola! Che pasa?
$C: Ciao. Sei impegnato? Stai facendo qualcosa di importante?
Il tono non mi piace. Capisco che i progetti per la mia tranquilla mattinata di riposo se ne sono appena andati a $donnine_di_facili_costumi
Io: Ora non più. Che succede?
$C: Mah, in zona tua è tutto tranquillo? Succede niente? Senti nulla?
Io: No, che io sappia è tutto tranquillo.
$C: Beh, mi hanno contattato perchè li da te è in corso una sparatoria, pare stiano abbattendo piccioni
CLANK
Il clank, per chi lo chiedesse, è la mia mandibola caduta a terra.
Dopo averla raccattata vado alla finestra ed effettivamente sento in lontananza il crepitio di armi da fuoco. Che diavolo sta succedendo? La caccia è chiusa! Chi sono questi pazzi?
Io: Confermo, sento i colpi in lontananza. Che succede?
$C: Di preciso non lo so nemmeno io. So solo che stanno sparando da stamattina all'alba e in tanti hanno chiamato altre forze di polizia, e che al matrimonio celebrato li vicino insieme al riso gli sposi hanno ricevuto piombo.
Io: E perchè la polizia non ha fatto nulla?
$C: Quella è un'altra cosa da scoprire. Riesci ad andare li e verificare?
Io: Per andarci ci vado, ma da solo?
$C: Trovati un ausiliario, io intanto vedo di mandarti qualcun altro. Vai e ferma tutto, identifica e poi chiamami che ti do istruzioni.
Rimpiangendo lo scassone del pc di $caponucleo recluto mio padre ($W) e raggiungiamo il luogo. Ci appostiamo a poca distanza per osservare meglio la situazione. I tipi ci stanno dando dentro. Sono a non molti metri da una fattoria intenti a decimare colombi.
I colombi sono specie protetta. E anche se non fosse la caccia è chiusa, è periodo di divieto generale. E non sono a distanza. Ma perchè la polizia non ha fatto nulla?
Sul posto trovo $LdP, persona fidata anche lui giunto per via delle persone spaventate che al telefono chiamano tutte le associazioni.
Recluto anche $LdP e inizia il controllo.
Avvicinandoci alla fattoria vediamo piccioni morti o morenti ovunque, decine, forse più di un centinaio.
Il controllo inizia come da buona tradizione, con il cacciatore a pochi passi dal fabbricato che vedendoci in lontananza si volta, scarica l'arma e facendo il finto tonto cerca di allontanarsi. Ma ora non ho tempo per queste quisquilie, devo impedire che gli altri si diano alla fuga. Mi qualifico, blocco il cacciatore e gli ingiungo di consegnare i documenti a $LdP, poi mi dirigo a piè sospinto verso l'orribile capanno per identificare gli altri partecipanti alla battuta.

Il manuale delle giovani guardie zoofile prepara a molte cose, ma nessun manuale poteva prepararmi a ciò che avrei trovato.

continua...

lunedì 11 settembre 2017

Nants ingonyama bagithi Baba

Puoi svegliarti anche molto presto all’alba, ma il tuo destino si è svegliato mezz’ora prima di te.
  ~Proverbio Africano

In questo caso il tuo destino sono io. Perchè, caro il mio cacciatore, quando sei arrivato con le reti io ero già li, nascosto. È inutile che ti agiti, sei stato colto in flagranza. È inutile che prima mi minacci e poi cerci di corrompermi. Io non ho paura e non lo faccio per denaro.
Ora affronterai la giustizia e risponderai delle tue azioni, com'è giusto che sia.

Sithi uhm ingonyama

lunedì 4 settembre 2017

Alla fiera dell'est

In viaggio da $città a $mia_città. Come spesso mi capita prendo l'interregionale, poi rinominato regionale e basta, giusto per creare ulteriore confusione nei passeggeri, per rinominarlo poi regionale veloce. Due cambi di nome per non cambiare nulla nella sostanza.

Il venerdì sera è un momento speciale. Legioni di studenti fuorisede si sommano ai pendolari, desiderosi di tornare a casa per il fine settimana. Il risultato è che il treno, già normalmente pieno diventa sovraccarico. Tra di noi viene amorevolmente chiamato Auschwitz Express. Questo perché l'interregionale permette di raggiungere le principali città in tempi molto simili agli Intercity e gli Eurostar a fronte di un costo del biglietto molto più basso. Quindi tutti vogliono prenderlo.

Ora serve una premessa, altrimenti si rischia di non capire il senso dell'accaduto: l'interregionale è un treno "normale", non a configurazione bloccata, ma viene trattato come tale. Quindi tutti gli interregionali sono uguali, locomotore, tre carrozze di seconda classe, due di prima e altre quattro di seconda, di cui l'ultima semipilota. In genere nell'Auschwitz Express il capotreno impietosito o spaventato decide di declassare una delle due carrozze di prima classe a seconda, così da lasciare ai poveri passeggeri un po' più di spazio, visto che le due carrozze di prima classe sono sempre, comunque, vuote.

Ogni venerdì è sempre la stessa storia. Sempre.

Un venerdì chiacchierando con uno dei capotreno con cui ho confidenza faccio la fatidica domanda.
Io: Ma perché non viene montata solo una carrozza di prima classe e già che ci siamo una o due di seconda classe in più? Farebbero comodo.
$capotreno estrae dalla borsa un bicchiere di caffè istantaneo, quello che per reazione chimica si scalda da solo.
$capotreno: È una bella domanda. Sai che me la sono fatta anche io?
Io: Ah si? E?
$capotreno attiva la reazione chimica e tiene il bicchiere tra le mani iniziando a sentire il tepore.
$c: E sono andato a chiedere al mio superiore. Anche lui si era fatto la stessa domanda…
Io: …
$capotreno apre il bicchiere, aggiunge dello zucchero e con un bacchetto mescola il caffè.
$c: … ed è andato a chiedere al suo superiore. Che l'ha trovata una buona idea. Quindi è andato dal suo superiore per sapere chi è il responsabile di queste cose…
Io: …
$capotreno continua a mescolare.
$c: … Dopo aver chiesto​ in giro ha scoperto che non c'è il responsabile di questa cosa perché la figura non esiste più. Allora sono andati a chiedere a qualcuno ancora più​ in alto. Che non sapeva. Ripeti la cosa quante volte vuoi.
Io: E quindi?
$capotreno finito di mescolare estrae il bacchetto, da un sorso e poi, con il tono di chi sta dicendo la cosa più ovvia e scontata del mondo, replica
$c: Nessuno sa chi ora rivesta quel ruolo, quindi nessuno sa chi deve dare l'ordine di cambiare la configurazione del treno. Così è e così rimarrà fino alla fine dei tempi, e noi declassiamo la carrozza…

lunedì 28 agosto 2017

Lesa Maestà

$UE: Ciao. C'è posta per voi.
Io: Pofferbacco. Chi ci scrive di bello!
$UE: La prefettura.
Non abbiamo decreti in rinnovo, non abbiamo avanzato richieste, quindi dev'essere qualche rogna.
Apro il plico ed infatti è un ricorso contro una sanzione.
I ricorsi arrivano in genere dalla polizia locale per sanzioni riguardanti i regolamenti comunali e le leggi ordinarie, dalla provincia per le sanzioni in materia di caccia e pesca, mentre dalla prefettura solo nel caso di malgoverno di animali. Questo perchè una volta era reato, e tecnicamente lo è ancora, ma siccome è depenalizzato ora ricade sotto le procedure riguardanti il codice della strada, quindi il ricorso va presentato al Prefetto.

Leggo. Il nome del ricorrente non mi è nuovo, controllo nell'archivio ed infatti è proprio una sanzione firmata di mio pugno. Vabbè, vediamo cosa scrivere il gentil signore nel suo ricorso. In realtà sono due scritti difensivi, uno fatto da un avvocato e uno scritto di pugno dal ricorrente, quest'ultimo datato il giorno dopo dell'elevazione della sanzione. Doveva bruciargli molto quella multa.

Effetto dissolvenza…
È una fresca giornata di mezzo autunno, io ed altri colleghi siamo di servizio venatorio in un area dei colli perché​ i residenti ci hanno sollecitato esasperati dai cacciatori senza regole e dai loro cani che vanno dappertutto.
Lasciamo la macchina parcheggiata in $strada_importante per andare a controllare alcune aree boschive e per precauzione lasciamo la telecamera della macchina accesa. Già altre volte la nostra macchina è stata riconosciuta e ci hanno fatto gli scherzoni, almeno stavolta avremmo saputo chi ringraziare.
Tornando alla macchina, nel mentre che caricavamo l'attrezzatura ci piomba incontro un cane, il quale andando avanti e indietro intralcia altri utenti della strada. Fatti i dovuti rilievi e messo in sicurezza il cane iniziamo la ricerca del proprietario, ricerca molto breve perchè è bastato seguire i fischi di richiamo. 
Inizia il controllo del cacciatore, ordinaria amministrazione. Buon per lui le carte erano tutte in regola. Lui fa il simpaticone, ma si vede che è abbastanza preoccupato. Infatti...
Informato che si sarebbe proceduto ad elevare verbale per il malgoverno del suo cane il baldo cacciatore da in escandescenza, avanzando critiche sul nostro operato e sui miei scarponi, a detta sua troppo puliti. Lo stiamo chiamando a rispondere delle sue omissioni, inammissibile, è palesemente lesa maestà.
Il cacciatore pretende di vedere le prove, per farlo contento estraggo il cellulare mostrandogli le foto del suo cucciolotto in mezzo alla strada. A quel punto veniamo accusati di aver chiamato apposta il cane per fargli prendere la multa, e di non fare i controlli che davvero servono, dove servono. Che guarda caso è sempre altrove. Quando non si vuole ammettere di aver commesso un errore non c'è niente da fare.
Tornati nuovamente alla macchina controlliamo la videocamera, che anch'essa ha ripreso tutta la scena del cane che per poco non fa cadere dei ciclisti. 
Fine effetto dissolvenza...

Comincio a leggere il primo ricorso, quello scritto a mano.
Non ci credo.
Lo rileggo.
Grasse risate sconquassano la mia gabbia toracica.

In pratica il ricorso è un accozzaglia di sconclusionate accuse ed illazioni con un marcato tono polemico, proprio il genere di cosa che irrita il burocrate che deve seguire il procedimento. È stato proprio scritto di getto, doveva bruciargli davvero tanto tanto. Tra l'altro il gentil cacciatore, probabilmente preso nella foga dello scrivere, non si è accorto che di fatto ha prodotto una confessione.
Il ricorso in parole povere si può riassumere così.
"Questi brutti e cattivi mi hanno detto che mi facevano la multa, io non ci credevo, ho preteso di vedere le prove, e mi hanno fatto pure vedere le foto dove c'era davvero il mio cane in strada! Ma io dal bosco mica vedevo. E poi questi qui non sono dei veri agenti, sono solo dei volontari, non hanno la pistola, quindi io non voglio pagare la multa. Ma è possibile che uno non possa andare a caccia tranquillo ma invece deve stare attento a cento cose che poi arrivano sti ragazzotti che si credono chissà chi a fare multe?"

Perchè il burocrate ci ha mandato la richiesta del rapporto amministrativo invece di mandargli subito l'ingiunzione di pagamento? Semplice, per l'altro ricorso, quello fatto da un avvocato. Lo leggo. Sghingazzo. Questo è fatto decisamente meglio, ma però l'avvocato aveva le mani legate dal primo scritto difensivo, quindi si è dovuto limitare cavillando su dettagli nel disperato tentativo di gettare fumo sugli occhi.

La Prefettura chiedeva delucidazioni di fatto e di diritto, le prime sono doverose anche se il gentil cacciatore aveva già involontariamente ammesso tutto. È bastato allegare un paio di foto e richiamare le stesse parole del ricorrente.
Diritto. Qui la cosa si complica, poichè l'avvocato si è impegnato nel tentativo di farci apparire come degli ignoranti che irrogano sanzioni senza logica. L'avvocato tenta anche l'arrampicata sugli specchi cavillando su commi e dettagli in realtà molto chiari. Con l'aiuto di $Collega_RP smontiamo punto per punto le perplessità esposte nel ricorso ed alleghiamo un poche di sentenze passate in giudicato, cosa che non guasta mai.

Quanto costa un malgoverno di animali? È una sanzione da 50€. Quanto sarà costato il ricorso? Almeno il doppio, e a giudicare dalla pomposità e complessità dello scritto presentato dall'avvocato non mi sorprenderebbe se il costo fosse anche molto, molto più alto.

Perchè?

Perchè presentare un ricorso quando si sa di essere in torto, quindi pagare l'avvocato più la sanzione che sicuramente verrà maggiorata? In questo caso fino a 258€.
Non sono rari cacciatori che si oppongo a verbali da 25€ pagandone centinaia dopo. Perchè questo comportamento irrazionale?
Semplice. Le ragioni in realtà sono due, una di principio e una di "consuetudine". Il cacciatore probabilmente accetterebbe la sanzione da un provinciale o da un forestale, ma da una "guardia animalara", come ci chiamano, no. È lesa maestà, loro sono la crema, paladini dei veri, giusti e sani principi, noi no, siamo malvagi usurpatori con idee strane e pericolose, non possiamo avere ragione, non dobbiamo avere ragione, mai. È una questione di principio.
Una sanzione da parte nostra è un onta, un disonore inaccettabile. So di almeno un cacciatore che, colto in flagranza, da quel momento ha attaccato il fucile al chiodo, ma non per aver realizzato le sue colpe, ma per la vergogna di "essere stato beccato".

Poi c'è la questione della consuetudine. Molti comportamenti illegali, come il malgoverno del cane, fino a pochi anni fa erano abbondantemente tollerati. Complice una sostanziale assenza dei controlli il cacciatore si è sempre sentito padrone in casa d'altri, senza limiti o regole imposte. A dicembre e gennaio sovente capitano controlli di cacciatori che in tutta la stagione non hanno mai ricevuto una visita di un organo di vigilanza, sebbene abbiano consumato la maggior parte delle giornate a loro disposizione. In alcune occasioni il cacciatore confessa che nella sua lunga carriera non è mai stato controllato e non sa bene cosa deve fare.
Ora, come potrà reagire un soggetto così davanti a una sanzione per un comportamento che lui considera giusto e sacrosanto? Specialmente quando la sanzione la firma una guardia con gli scarponi troppo puliti™? Sarà vista come un sopruso, un ingiustizia, la lesione di un diritto acquisito.

E giù di ricorso, che verrà abbattuto con quattro colpi di click.

lunedì 21 agosto 2017

FAX

Suona il telefono di casa. Guardo l'orologio, è tarda mattinata ed effettivamente potrei anche alzarmi. Mi dirigo all'apparecchio ed alzo la cornetta.

PI PI FIIIIIIIIIIIIIII

Butto giù la cornetta. Trattasi di qualcuno che ha cercato di mandare un fax ed evidentemente ha sbagliato numero.

Preparo la mia lauta colazione e proprio quando sto per addentare il primo cucchiaione il telefono suona di nuovo

Alzo la cornetta

Io: Pron...
PI PI FIIIIIIIIIIIIIII

Butto giù di nuovo, l'alternativa sarebbe stare a fischiettare con il fax dall'altra parte per tentare di stabilire la connessione, cosa che non mi sarebbe riuscita sto gran che bene.

Finisco il mio pasto e tutto soddisfatto mi dirigo a controllare piante e porcellini d'india, che sicuramente avranno bisogno d'acqua. Ma il telefono suona...

Un biscotto a chi indovina.

Esatto, ancora il dannato fax. Inizio ad infastidirmi, ma non posso fare molto, non avevo l'identificativo del chiamante quindi non potevo scoprire chi tentava inutilmente di inviare il fax.

La giornata prosegue con numerosi tentativi di invio, tutti destinati al fallimento, visto che come si sarà intuito io non ho mai avuto un apparecchio fax.

Il giorno seguente inizia allo stesso modo, con il maledetto telefono che inutilmente tenta di ricevere un fax. E io mi chiedo "Chi potrà essere così idiota da tentare una dozzina abbondante di invii, tutti falliti, senza fare un colpo di telefono al destinatario per capire quale sia il problema?" Perchè ovviamente dalla loro parte il rapportino avrà senza dubbio un bel "FALLITO" stampato a caratteri cubitali.

Infatti, dopo un altro paio di invii falliti alzo la cornetta aspettandomi ancora il pungente fischio della povera ed ottusa macchina, ed invece

$B: Allora, possiamo inviarvelo questo fax?

La voce dall'altra parte è acuta come i fischi del fax, per di più acida e irritata, il che mi indispone immediatamente. È il tipo di voce di chi non pensa minimamente di sbagliare, di aver cannato per una ventina di volte un numero di telefono, la colpa è degli altri ovviamente.

Io: Innanzitutto buongiorno. Se ci tiene faccia pure, ma io qui non lo ricevo
$B: Come non lo ricevete? È da due giorni che cerchiamo di inviarvelo!
Io: Esatto, non lo posso ricevere. E non capisco perchè vogliate inviarmene uno.
$B: E non avete pensato di avvertirci che avete problemi col vostro apparecchio?

Allontano la cornetta dall'orecchio, la voce è così acida che temo possa squagliarla. Sorprendentemente ciò non accade.

Io: E chi dovrei avvertire di grazia? Io non ho nessun apparecchio fax, mai avuto uno e per quel che ne so mai ne avrò uno. E già che ci siamo, chi siete voi?

Silenzio

$B: Come non avete un fax?
Ora la voce è già meno acida e stridula. Forse comincia a capire.
Io: Esatto, mi creda, so cosa ho in casa e di sicuro non ho un fax.

Silenzio

$B: Ma non siete la $Ditta_mai_sentita?
Io: No, mai sentita. Questa è casa $Mio_cognome, casa mia!
La voce ora ha un tono vagamente preoccupato

$B: È il numero $Mio_numero_di_telefono?
Io: Si, è questo il numero
$B: E non siete $Ditta_mai_sentita?
Io: Esatto, è casa mia, e ho questo numero da almeno dieci anni. Mi creda.

Silenzio

Io: Mi sa che avete il numero sbagliato
$B: Mi sa anche a me. Mi spiace tanto. Scusi il disturbo. Non volevo.

lunedì 14 agosto 2017

Braccato

Siamo al risto-bar dopo una mattinata intensa di controlli.
Anche diversi cacciatori erano a ristorarsi raccontandosi le storie più assurde in merito alle loro eroiche gesta. Animali che violando le leggi della fisica riescono a portarsi fuori tiro, uccelli che in stile matrix schivano i pallini, avvistamenti di creature ignote alla scienza. Alcuni cacciatori si vantano delle prodezze usate per aggirare possibili controlli. Noi prendiamo nota, probabilmente anche queste sono balle, ma è sempre buono a sapersi. C'è da dire che alcune idee hanno un che di geniale.
Riusciamo a passare inosservati perchè siamo in abiti civili e in una zona abbastanza distante da quella controllata.

Entra una nostra conoscenza, un cacciatore che quella mattina era stato sorpreso ad aver abbattuto una specie diversamente cacciabile, che va a sedersi ad un tavolo con altri vestiti in mimetica. E inizia il racconto fiume...
I dettagli del rocambolesco inseguimento si sprecano, dei suoi tentativi per sfuggire e disfarsi la preda. Tutto inutile, eravamo in troppi ed evidentemente il tutto era pianificato ad arte per catturarlo. Non poteva avere scampo. Secondo lui avevamo ricevuto una soffiata da qualcun altro invidioso della sua bravura. Perchè commettere reati in questo contesto è considerato "bravura".
Tali eventi però sono accaduti solo nella sua fervida fantasia, in realtà il pollo si era fatto beccare durante un normale controllo di routine, ma ovviamente non poteva dirlo così, avrebbe fatto brutta figura.

La discussione prosegue e il nostro eroe inizia a piagnucolare con i suoi compagni lamentandosi dell'ingiustizia subita, perchè lui, povera stella, stava solo cacciando protetti, mica come quelli giù a Roma che mangiano miliardi.
Ciò che il nostro eroe dimentica con troppa disinvoltura è che la legge è legge, e con le sue azioni dimostra di essere fatto della stessa spregevole materia delle persone che tanto detesta, ciò che cambia è solo l'ammontare del rubato. Perchè lui, quando uccide e incarniera qualcosa che non deve lo sta rubando a tutti, alla collettività, esattamente come i corrotti rubano i soldi pubblici.
Come disse un mio mentore "I peccati altrui non assolvono te dai tuoi", ma questo è un concetto troppo grande per menti così piccole.

I compari del nostro eroe sono della sua stessa lega, augurandosi che una disgrazia del genere non gli capiti mai. L'idea di comportarsi correttamente non passa neanche per l'anticamera del cervello e essere chiamati a rispondere delle proprie azioni è un concetto completamente alieno. Perchè i cattivi siamo noi, la legge, la società intera. Loro sono i buoni, i giusti, i paladini difensori della tradizione. Anzi, sono la Tradizione, e per questo tutto gli è concesso. I diritti degli altri, la giustizia, il rispetto, sono tutti sacrificabili all'altare del carniere.
La fauna è loro esclusiva proprietà. L'ambiente pure. Non è raro il ricorso alla minaccia o alla violenza per raggiungere i propri scopi ed ostacolare chi vorrebbe vivere in modo diverso da loro. I fatti di cronaca sono pieni di esempi.

Infatti il discorso degenera su cosa farebbero volentieri a noi e a tutti quei maledetti che vanno a fare escursioni a piedi o in bicicletta spaventando le loro prede.

Mentre i nostri guerrieri stanno fantasticando su questo distopico paradiso, quello che abbiamo sanzionato realizza chi sono quelli seduti a pochi metri di distanza. Capisce che abbiamo sentito tutto. La sua virilità e sicurezza svaniscono. Stranamente non trova il coraggio di mantenere le promesse fatte pochi istanti prima ai suoi compari, e dire che l'occasione gli è servita su un piatto d'argento.

Finiamo il nostro lauto pasto e lasciamo il ristorante per rimetterci in marcia, altri eroi aspettano la nostra visita, così da poter scrivere nuovi capitoli dell'epica saga del cacciatore vessato dalla crudeltà di un mondo che, semplicemente, vuole progredire.

lunedì 7 agosto 2017

Mettetevi d'accordo!

Proprio come recita Nonciclopedia, a volte la realtà mette la freccia e supera la fantasia. Quindi chi legge e non crede è perdonato.

Giungo in stazione alle ore 8:00 giusto in tempo per prendere il treno delle 5:30...
Il tabellone degli orari è tutto un soppresso - soppresso - soppresso, il che mi fa subito sospettare l'ennesimo SNAFU di trenitalia.
Rapidamente scopro che durante la notte un merci è deragliato, almeno stavolta hanno una valida scusa.

In stazione sono parcheggiati numerosi treni che si contendono l'unico binario rimasto disponibile per proseguire la loro corsa, e quello delle 5:30 dovrebbe essere il prossimo. Sgomitando riesco a salire, e per botta di fortuna mi approprio di un posto a sedere in testa alla prima vettura. Due metri più avanti c'è il macchinista che ha lasciato la porta aperta, quindi potevo vedere e sentire tutto.

Dieci minuti dopo il treno riceve luce verde. Il macchinista chiude le porte e avvia il treno verso la tanto agognata dest

PIRORIRORIRORIRO!
BIP! BIP! BIP!

La plancia del treno è avvolta da una cacofonia di allarmi; il macchinista impreca, aziona i freni e zittisce gli allarmi. Gli suona il telefono, risponde, impreca di nuovo e ingrana la retromarcia. Si torna i stazione...
Il treno non fa tempo a tornare completamente al binario che il macchinista riceve un altra telefonata. Impreca e insulta di nuovo. Il treno torna ora ad avanzare verso la destinazione. Ma poche decine di metri dopo...
PIRORIRORIRORIRO!
BIP! BIP! BIP!

Di nuovo le sirene, ancora il cellulare. Nuovi insulti e nuova retromarcia in stazione.

Altra telefonata, altro giro di giostra.

Alla terza o quarta retromarcia - non ricordo esattamente - il cellulare suona ancora e il macchinista, visibilmente alterato risponde
<<Non me ne frega un ca$$o, finchè non vi mettete d'accordo, io da $città non mi muovo più>>

Detto fatto, il treno torna al binario, le porte si aprono e il macchinista scende per prendere aria.

Successivamente scopro il perchè del siparietto. Due stazioni non avevano comunicato correttamente, forse per i danni al sistema provocati dal deragliamento; quando il treno usciva dalla stazione dall'altra lo chiamavano per fermarlo, poichè il binario per loro era occupato da un altro treno, ma quando tornava indietro la prima stazione lo esortava a partire poichè per loro il binario era libero. Giustamente il macchinista, non sapendo di chi fidarsi, preferì andare sul sicuro e rimanere in stazione.

Alla fine le due stazioni si misero d'accordo, nessun altro treno occupava la linea e quindi si poteva proseguire in sicurezza.

lunedì 31 luglio 2017

Vado matto per i piani ben riusciti

Corro più velocemente che posso. Non mi devono sfuggire. Fortunatamente non sono in divisa, questo giro ho la pettorina e quindi indosso abiti più adatti. $Collega_M dalla radio mi tiene costantemente aggiornato sui loro movimenti.
Finalmente, dopo aver percorso l'argine del fiume, raggiungo il vecchio ponte in ferro che mi permetterà di guadagnare l'altra sponda e finalmente chiudere la trappola. Il ponte è abbandonato e malmesso, quindi devo procedere con cautela, il che mi offre l'opportunità di riprendere un po' fiato.
Sempre correndo all'impazzata torno indietro dall'altra sponda, devo assolutamente arrivare prima che si dileguino. Alla fine tra andata e ritorno sono un paio di chilometri abbondanti.
$Collega_M mi invia gli ultimi aggiornamenti, ma ormai riesco a vedere da solo. Rallento un po' per essere più silenzioso. Cerco di portarmi in una posizione di vantaggio e prepararmi ad un eventuale, ultimo, scatto fulmineo.
Si accorgono della mia presenza e danno l'allarme. Tentano la fuga ma ormai sono in trappola, gli sbarro la strada. Allora tornano indietro e, non avendo altra scelta, si buttano nel fiume.
Buona parte del lavoro è fatta. Ora si tratta di trovare il modo di fare il recupero.

Ok, torniamo un attimo indietro.
Sul giornale locale appare un articoletto riguardo a due oche che si aggirano per un paesino, probabilmente scappate o abbandonate da qualcuno.
Qual'è il problema? Per qualunque persona normale non ci sarebbe alcun problema, è una zona di aperta campagna e il disturbo arrecato è men che minimo. Ma si sa, quando si tratta di trovare qualcuno pronto a lamentarsi c'è la fila di volontari, e con animali di questo tipo la soluzione non può essere che culinaria...
E quindi eccoci in ballo a tentare di catturare le suddette oche per trasferirle in un luogo sicuro prima che finiscano in padella.
Arriviamo sul posto e iniziamo con l'indagine, in modo da capire esattamente la dinamica degli eventi passati e stabilire se queste oche sono di proprietà o meno.
Rapidamente capiamo che si tratta di una lite tra vicini, dove il primo sostiene che le oche sono dell'altro, e il secondo afferma che non sono sue e non sa di chi siano.
Il primo si lamenta che le oche gli rovinano l'orto, che scopriamo essere coltivato sull'argine. Gli facciamo notare che l'argine è terreno demaniale, non suo, quindi non ha molto da lamentarsi, chiunque teoricamente può passarci e se il genio civile dovesse fare lavori di manutenzione le sue verdurine farebbero una gran brutta fine. Il plantigrade ci riflette sopra un attimo e dalle risposte, che ci fanno venire l'horror vacui, capiamo che è inutile proseguire il ragionamento.
Appurato che le oche non sono di nessuno si decide per il recupero.

Chiamiamo anche $Caponucleo, nessuna altra guardia era disponibile e lui era il più vicino. In quel momento $Caponucleo stava facendo dei lavori in casa sua sorseggiando un buon vinello, quindi l'idea di mettersi a catturare queste oche non lo elettrizzava. D'altro canto noi eravamo solo in due, ed un terzo ci avrebbe fatto comodo perchè, come $Collega_M spiegava al telefono con $Caponucleo, la situazione era abbastanza tesa tra i due vicini di casa, e sebbene entrambi convenissero che le oche erano un problema nessuno dei due voleva fornire aiuto per la cattura. Forse già fantasticavano sullo spezzatino o sull'arrosto.

$Caponucleo giunge in motocicletta e con il suo aiuto riusciamo a pacificare gli animi. Purtroppo però $Caponucleo realizza anche che la cattura sarà ancora più difficile di quanto immaginasse, quindi rapido come un giaguaro balza sulla motocicletta, saluta e si congeda con una simpatico «Se ci riuscite fatemi sapere»
Figurati se ce la facciamo.

Proviamo ad avvicinarci con delle reti ma le oche, che stupide non sono, intuiscono e si buttano nel fiume andando a stravaccarsi beate sull'altra sponda. L'unico modo per catturarle è intrappolarle sulla sponda dove siamo noi in un passaggio stretto tra gli edifici. Fortunatamente il fiume è sbarrato da una chiusa che impedirebbe alle oche di andare verso sud, quindi ciò che bisogna evitare è che vadano verso nord o fuggano attraverso i campi che ci sono dalla parte della sponda dove si sono spostate. Purtroppo non è possibile attraversare la chiusa, sarebbe troppo pericoloso e spaventerebbe le oche, l'unica alternativa possibile è percorrere tutto l'argine del fiume fino ad un vecchio ponte abbandonato, forse ferroviario, che è a un chilometro abbondante verso nord. E bisogna pure fare in fretta.

Posizionata una rete di fortuna sul passaggio che le oche sono solite usare mi reco sull'altra sponda e cerco di spaventarle in modo che tornino indietro e vadano verso la nostra trappola, con $Collega_M li che le aspetta. Le oche non ne vogliono sapere di tornare sulla riva con la trappola, ma con un po' di fatica, agitando la pettorina in aria e lanciando sassi riesco nel mio intento e le oche si dirigono verso l'imboscata. Ma le reti erano, per così dire, non propriamente idonee allo scopo, $Collega_M è costretta ad improvvisare e buttandosi sopra riesce a bloccarle abbracciandole senza fargli male. Ma ora è bloccata a sua volta, se si muovesse le oche riuscirebbero a divincolarsi. Aggiungiamo che deve stare molto attenta perchè i palmipedi non sono affatto felici, e nonostante il trattamento molto delicato da parte della mia collega persistono a lamentarsi minacciosi. Una beccata nell'occhio è esattamente ciò che non ci serve.

Guardo il percorso fatto all'andata sapendo che dovrò farlo di corsa un'altra volta. Sapendo cosa mi aspetta. Per un attimo valuto di attraversare la chiusa, ma se dovessi cadere mi farei davvero male, e questo sarebbe ancora peggio. No, non ho scelta. Questo ritorno frettoloso non era previsto, speravamo che la cattura con la rete si rivelasse meno problematica, ma non ho davvero altra scelta, devo correre di nuovo. E questa volta ho davvero poco tempo.

Vado matto per i piani ben riusciti.

Gambe in spalla faccio il percorso inverso, ma questa volta non posso ricevere aggiornamenti. Non so se le bestiole sono fuggite o peggio sono riuscite a far male a $Collega_M. E non so quanto potrà resistere.
Con un principio di infarto e trascinando la lingua sul terreno arrivo in soccorso della mia collega, afferro una delle oche e in poco tempo riusciamo a caricarle nel bagagliaio della macchina.

Bene. Ora si tratta di dare la lieta novella a $Caponucleo. $Collega_M telefona, io sto ancora rantolando sdraiato sull'erba.
$Collega_M: Ciao. Ci avevi detto di farti sapere quando avessimo finito.
$Caponucleo: Bene, e?
$M: Abbiamo le oche. Ora dove le portiamo? Noi non sappiamo dove sta la persona disposta ad adottarle.
$C: Ma davvero ci siete riusciti?
$M: Sì, non è stato facile.
$C: Ah, ok, bravissimi. Aspettate un attimo che chiamo $Adottante, perchè non gli ho detto che venivamo oggi.
Mepensa: Non credeva proprio che ci riuscissimo
$C: Ma siete davvero sicuri di averle prese?
$M: Beh, essendo che le oche sono chiuse nel bagagliaio della macchina, direi proprio di sì.
Mepensa: Da chi avrà imparato questa battuta?
$C: Ok, raggiungetemi a casa mia che intanto chiamo, poi andiamo assieme.
Caricato anche $Caponucleo seguiamo le sue istruzioni e raggiungiamo l'abitazione dell'adottante, un gentile signore con un laghetto ed un esteso bosco di sua proprietà recintato e con la passione per gli anatridi. Ormai si era fatto buio e con la torcia ci mostra i numerosi animali che riposano da lui. Tutto orgoglioso ci spiega che ha recintato il terreno per tenere fuori cacciatori a altri ospiti sgraditi e che dopo anni numerosi animali vengono e tornano in questo bosco a svernare o comunque a riposare. Una felice oasi, direi proprio che abbiamo trovato il posto giusto. Apriamo il bagagliaio della vettura e lasciamo che le oche si allontanino esplorando la loro nuova casa.

Il gentile adottante, finito il giro turistico, ci mostra un garage pieno di uova di pasqua di ogni dimensione.
$Adottante: Prendetene quante ne volete, mi fate solo che un piacere.
Guardo $Collega_M. Le brillano gli occhi. I miei non dovevano essere da meno. È una buona ricompensa per una giornata di fatiche, ma vogliamo fare gli educati. Io e $Caponucleo ne prendiamo uno a testa, nel frattempo $Collega_M continua a saltare da un angolo all'altro come una rana in overdose da caffeina indecisa su quale scegliere. Alla fine prende la sua decisione e tutta soddisfatta ne acchiappa uno.
$Adottante insiste, vuole che ne prendiamo di più. Ci spiega il motivo, che non sto qui a raccontare, e ribadisce che a prenderli gli facciamo solo un piacere.

È la fine. Ci guardiamo. Un lampo guizza tra i nostri occhi. Guardo $Collega_M e $Caponucleo che a mente stanno valutando quante uova possiamo infilare in macchina. La cosa peggiore è che io, invece, sto pensando che rompendole occupano meno volume...

Vado matto per i piani ben riusciti

lunedì 24 luglio 2017

Transaminasi

Sto aspettando il mio turno per la visita medica. Come tutti i laureandi devo fare la visita di controllo, visto che in laboratorio si maneggiano microrganismi vari, composti chimici non proprio salubri e macchinari ad alta energia.

Entro nello studio e la dottoressa mi accoglie. Dopo il controllo dei documenti si inizia con le domande allegre, tipo se ci sono state morti sospette in famiglia, tumori, schizofrenia e roba così.

Il discorso poi passa sull'alimentazione al che rispondo che sono vegetariano.

Dott.: Ah, non andrebbe proprio benissimo
Io: Beh, si da il caso che io così sia proprio contento
Dott.: Ma uova, latte formaggi...
Io: Si, quelli li mangio
Dott.: Ok, allora va già meglio
Io: Le dirò, conosco gente vegana che ha cresciuto i figli così, e le garantisco che sono più sani di me e lei messi insieme
Dott.: Si, intendo dire che non è che non si possa, ma ovviamente più la dieta è varia meno sono probabili insufficienze alimentari
Il che effettivamente ha anche senso. Nel frattempo la dottoressa stava sfogliando gli esiti delle mie analisi del sangue.
Dott.: Ferro a posto, emoglobina a posto, linfociti e anticorpi anche, transaminasi perfette, vedo che ha pure il colesterolo basso. Deve esse un effetto della sua dieta.
E così si chiude il capitolo alimentazioni.